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isolamentoIl killer di Newton viene definito autistico dai media, creando una sorta di collegamento causale assolutamente inesistente tra violenza inaudita e questa patologia

Si è parlato di "grave forma di autismo" e di sindrome di Asperger, nel dare quei dettagli che tutti cercano, quando si è tracciata l'immagine del responsabile della strage del Connecticut di sabato scorso, Adam Lanza. Ma si tratta di una approssimazione inaccettabile, come a individuare inesistenti collegamenti tra violenza e autismo. E stavolta l'informazione, il giornalismo, hanno preso un clamoroso granchio.

E' scoppiata una polemica di cui riportiamo alcune importanti voci, il giorno dopo la pubblicazione, in diversi giornali, di dettagli riguardanti Adam Lanza, il giovane killer che ha ucciso 27 persone, di cui 20 bambini. Lanza è stato descritto come affetto da grave forma di autismo, con la conseguente equazione che la patologia sia in qualche modo causa del suo inaccettabile, incomprensibile, inumano gesto. Su questo si è quindi mossa, dicevamo, una giusta polemica, sulla quale hanno scritto interventi Gianluca Nicoletti, ma anche Franco Bomprezzi, il primo sul suo blog ne la Stampa , il secondo sul Corriere.

Nicoletti, che l'autismo lo conosce in prima persona perché padre di un ragazzo con questa sindrome, non ci sta, e titolando con un emblematico "Un autistico non spara!", ricorda come "L' autistico è una persona incapace di autonomia, che non saprebbe uscire di casa per andare a scuola se non accompagnato, che difficilmente riuscirebbe a usare razionalmente un' arma da fuoco in maniera così reiterata, ma soprattutto è una persona che si tura le orecchie atterrito se solo sente battere le mani o entra in una stanza con la musica ad alto volume". Colpa della stampa, quindi? Della voglia di dare la notizia senza conoscere bene di cosa si parla, di tracciare una immagine con dettagli il più particolareggiati possibili di un killer a uso e consumo del pubblico? Sembrerebbe proprio di sì.

Ancora Nicoletti: "Certo che è facile associare al termine "autistico" quello di "asociale" e quindi condividere conclusioni assolutamente infondate, l'autismo evidentemente è una patologia di cui la categoria a cui appartengo ha una profonda ignoranza, eppure è la prima causa d' handicap, ci sono più autistici in giro di ciechi, sordi e down messi assieme (non lo dico io lo dice il Censis). In Italia sono come minimo 360.000 le famiglie che devono gestire un problema del genere, e vi assicuro nella più totale solitudine e mancanza di adeguate strutture"

Anche Franco Bomprezzi torna sull'argomento, nel suo intervento in Ivisibili, del Corriere.it, dove  dice: "ho la sensazione che comprensibilmente l'opinione pubblica americana stia cercando una via di fuga plausibile rispetto all'argomento principale e determinante, ossia la perniciosa e intangibile libertà di detenere e usare armi in quantità impressionante".

Non sono mancate le prese di posizione da parte delle associazioni americane di tutela delle persone autistiche,  che esortano media e governo a evitare in qualsiasi modo che a passare sia un concetto di collegamento tra l'autistico e il crimine, e sottolineando, anzi, come gli autistici e le altre persone disabili siano anzi oggetto di discriminazione e segregazione nella società . Anche da noi in Italia, l'Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici ha diramato un comunicato stampa in cui si sottolinea con forza che le persone definite con autismo in Italia sono completamente diversi da Adam e non sarebbero in grado, neppure volendo, di attuare una simile strage. L'appello, ancora una volta, è alla stampa, affinchè faccia maggiore attenzione, anche e sopra tutto nei titoli, alla realtà dei fatti ed al parere degli esperti, per evitare che si diffonda lo stigma a carico di persone come quelle con autismo o con sindromi di Asperger, che già sono gravate da enormi problemi relazionali.


PER APPROFONDIRE

L'articolo di Franco Bomprezzi

L'intervento di Gianluca Nicoletti


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Redazione

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