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bambino che gioca con le costruzioniDa due giovani mamme, l’idea di realizzare giochi che favoriscono l’inclusione. Prodotti, ma anche momenti d’incontro. Un’attenzione rivolta anche ai genitori, per incoraggiare acquisti più attenti  


È la scelta di molti genitori e, più in generale, adulti. Regalare un peluche a un bambino sembra proprio un’idea azzeccata. Non sempre, però, è così, come fa notare chi conosce bene il mondo dei giochi. Ad esempio, se il bimbo è cieco, quando ha tra le mani questo oggetto morbido, ma dai contorni poco distinguibili, può spaventarsi. È un esempio tra tanti, fatti di giocattoli non sempre “per tutti”. Già: il Paese dei Balocchi finora non è stato pienamente accessibile. Risultato: tanti prodotti da tralasciare, e tanti altri da riadattare, per poter essere usati dai piccoli con disabilità. In questo scenario, però, arriva una novità: un progetto per creare giochi facili da usare sia da parte di bambini disabili che normodotati. Via, dunque, ogni modifica successiva all’acquisto. Spazio a una maggiore integrazione.

Lam! Project è l’iniziativa nata da due giovani mamme del Friuli Venezia Giulia: Anna Devecchi, designer industriale specializzata in Toy Design, e Giovanna Culot, consulente manageriale. Lam! sta per “Look at me!”, e secondo le ideatrici, è un invito ad abbattere le barriere culturali: «Ci ricordiamo che da piccole, davanti a una persona disabile, i grandi ci dicevano che non stava bene fissarla – commenta Anna Devecchi – Noi invece pensiamo l’opposto, e “Look at me!” significa appunto “Guardami, ci sono, ho determinate esigenze e voglio essere come te”».

Lam! applica i principi del “design for all” alla realizzazione dei giochi. Prodotti durevoli, realizzati con materiali scelti attentamente: legno, plastica resistente e, in particolare per la fascia di età 0-3 anni, gommapiuma e stoffa. Non mancheranno spazi di sperimentazione, con l’uso del bambù. Giochi in cui la forma conta, certo, ma vale ancor di più la sostanza.
Il marchio verrà concesso in licenza ad altre aziende, che produrranno i giocattoli.
Le prime uscite sono attese nella primavera del 2015.

Una scommessa promettente: le basi ci sono. Il progetto ha vinto infatti il bando “Fvg Labor 2014” per il sostegno all’imprenditoria giovanile. «Quando ci siamo rivolti alla Consulta Disabili del Friuli Venezia Giulia per chiedere se nel territorio è sentita l’esigenza di un progetto come il nostro, il Presidente Vincenzo Zoccano ci ha dato la conferma – racconta Anna Devecchi – la Consulta ci ha conferito il patrocinio, e ci ha permesso di entrare in contatto con associazioni di genitori di bambini disabili e con medici specialisti». Tra le realtà che collaborano al progetto Lam! ci sono lo S.M.I.L.E. (Stella Maris Infant Lab for Early intervention) dell'IRCCS Stella Maris di Pisa, e il Centro di Neuroftalmologia dell'età evolutiva dell’Istituto Neurologico Mondino, di Pavia. La collaborazione si sta ampliando coinvolgendo anche altri centri, e tra gli obiettivi per il futuro c’è la costruzione di una rete a livello europeo.

Grazie alla consulenza degli istituti, come pure alla raccolta, tuttora in corso, di suggerimenti e opinioni dalle famiglie, Lam! può contare su un bagaglio di spunti con cui orientare il proprio lavoro. «Per esempio, una segnalazione delle cliniche è che ora l’incidenza dei prematuri è alta – segnala l’imprenditrice -  Tendenzialmente, questi bambini potrebbero sviluppare una serie di problemi negli anni. Dando però loro giochi mirati, che li aiutino nello sviluppo motorio, cognitivo e sensoriale, possono crescere alla pari degli altri». Dalle cliniche, un altro dettaglio: molti giochi usati nelle strutture sono prodotti e rielaborati artigianalmente. Un punto, questo, emerso anche tra le famiglie di bambini con qualche disabilità: lo scenario che si ricava è fatto di giochi modificati ad hoc, ad esempio con l’aggiunta di velcro per migliorare la presa, o con la stampa di caratteri in braille. Interventi che spesso costano parecchio. «Un’altra difficoltà riscontrata soprattutto tra chi ha figli con autismo, disabilità visiva o auditiva, è che le indicazioni nelle scatole dei giochi sono concepite per bambini normodotati – rileva la designer – Ad esempio, la dicitura “Serve a stimolare la percezione dello spazio”, sulla confezione di un gioco per bambini di nove mesi, non tiene conto che un bimbo cieco dalla nascita ha una percezione diversa».

Il progetto mira non solo alla realizzazione di giochi “per tutti”, che certo, in un prossimo futuro, si arricchirà di prodotti più evoluti, come app per tablet e smartphone. L’intento di Lam! è più ampio, e vuole anche promuovere attività per favorire l’incontro tra bambini disabili e non. Opportunità, queste, per incentivare i contatti nel territorio, e sostenere l’inclusione.
Si lavorerà anche sulla preparazione dei genitori, per incoraggiare la scelta dei giocattoli in base agli effettivi bisogni dei figli, al di là delle tendenze del momento.

Tante idee, dunque, con altrettanti protagonisti chiamati a entrare in gioco. Nel vero senso del termine.



PER APPROFONDIRE:

Il sito di Lam! Project

La pagina Facebook del progetto


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Roberto Bonaldi


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