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La ricerca DOMINA sul lavoro domestico e disabilità in Italia dedica un capitolo interessante alla spesa e ai servizi che i comuni mettono in campo

 

Avere in casa un nonno, oppure un congiunto con disabilità che richieda una certa assistenza fa sì che la famiglia spesso debba sobbarcarsi l’onere di dotarsi di un aiuto in casa per poter gestire al meglio la situazione.
Il ricorso a badanti, assistenti o collaboratori domestici si fa sempre più cospicuo nel nostro Paese, anche in considerazione del fatto che invecchiamo sempre di più.

Ha fatto il punto sulla situazione italiana la ricerca DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico, che è andata ad indagare la relazione tra lavoro domestico e disabilità in Italia, considerando in primis il dato numerico: in Italia ci sono circa 3,2 milioni di persone di età superiore ai 6 anni con almeno una limitazione funzionale, di cui 2 milioni e 500 mila sono anziani.

Gli assistenti familiari in Italia vengono assunti per supportare la persona nelle varie funzioni che possono essere compromesse. La ricerca stima le seguenti percentuali sulla base delle funzioni:

- di movimento (circa 1,5 milioni di persone, il 2,6% della popolazione);

- quotidiane (quasi 2 milioni di persone,

- di cura della persona (come vestirsi, farsi da mangiare, lavarsi, ecc)  (il 3,4%).

- di comunicazione (con limitazioni di vista, udito, parola) (1,5% della popolazione)

Infine, secondo i numeri elaborati dal Rapporto DOMINA, 1 milione e 400 mila persone (il 2,5% della popolazione di sei anni e più) riferisce di essere costretta a letto, su una sedia o a rimanere nella propria abitazione per impedimenti di tipo fisico o psichico.
In generale, sono più le donne degli uomini, ad essere interessati a questo genere di limitazioni funzionali (il 7,1% contro il 3,8% degli uomini)

LA SPESA DELLO STATO PER LE FAMIGLIE  - Interessante è, all’interno della ricerca, la sezione nella quale si analizza l’impiego delle risorse dei vari Comuni per l’assistenza delle persone disabili in Italia: in pratica, quanto spende lo stato per sostenere le famiglie in questo genere di assistenza? Il primo dato interessante è che la spesa dei comuni per l'assistenza alle persone disabili ha rappresentato nel 2013 il 24% (1,7 miliardi) del totale delle risorse destinate alle politiche di welfare territoriale (che ammontano a 6,8 miliardi di euro). In generale è una tendenza costante al ribasso rispetto, ad esempio, al 2010, quando si toccò il massimo di spesa con circa 7 miliardi e 127 milioni di euro.
Altro dato che salta all’occhio sono le differenze geografiche: ancora una volta ad essere più virtuose sono le regioni settentrionali, con una spesa più alta (al nordest si raggiungono i 5.300 euro per persona).

QUALI SONO I SERVIZI EROGATI DAI COMUNI – Secondo la ricerca, in un anno il servizio sociale dei Comuni prende in carico oltre 200.000 cittadini, distribuendoli, rispetto alla disabilità, su:

- sostegno socioeducativo scolastico (per il 21% delle risorse);

- centri diurni e altre strutture diurne (per il 19% della spesa);

- strutture residenziali (e integrazioni alle rette) (per  il 17% della spesa);

- assistenza domiciliare (14% della spesa)

L’ASSISTENZA DOMICILIARE - Nell’ambito dell’assistenza domiciliare che i  Comuni erogano alle persone disabili, ci sono varie tipologie:

-  quella di tipo socio-assistenziale (cura e igiene della persona, aiuto nella gestione dell’abitazione, ostegno psicologico a domicilio) conta circa 38.800 beneficiari, pari al 6,9% della popolazione con disabilità fino a 64 anni. Il costo medio del servizio per i Comuni è di quasi 3.700 euro per utente in un anno.

- quella integrata con servizi sanitari, di cui i Comuni sostengono la componente socio-assistenziale (2.300 euro in media per quasi 10.700 utenti) mentre è a carico del Servizio sanitario nazionale la quota a carattere sanitario.

- i  voucher, gli assegni di cura o i buoni socio-sanitari vengono erogati a quasi 22.500 persone disabili, con un importo medio di 1.992 euro l’anno.

- vi sono poi forme meno frequenti di assistenza domiciliare, che comprendono il telesoccorso e la teleassistenza (circa 2.300 utenti l’anno) o la distribuzione di pasti e/o lavanderia a domicilio (1.900 utenti l’anno).

I CONTRIBUTI ECONOMICI - Altri interventi rilevanti nell’area disabilità sono: il trasporto sociale, il sostegno all’inserimento lavorativo e vari tipi di contributi economici. Tra questi ultimi hanno particolare rilevanza quelli per servizi alla persona, con circa 13.700 utenti l’anno e un importo medio di quasi 3.600 euro, i contributi per cure o prestazioni sanitarie, con quasi 10.300 utenti l’anno e un importo medio di circa 1.740 euro, i contributi economici ad integrazione del reddito familiare, con quasi 13.000 utenti l’anno per circa 1.900 euro per utente.

LE STRUTTURE RESIDENZIALI  SOCIO SANITARIE - Una componente rilevante dei servizi erogati da enti pubblici è costituita dalle strutture residenziali di tipo socio-sanitario: si tratta di un’offerta finanziata in gran parte dallo Stato centrale, in particolare la quota di assistenza di natura più strettamente sanitaria, e dal welfare locale per quella di natura sociale. Le strutture erogatrici pubbliche sia private (profit e non profit): nel 2013, il 29% dei posti letto è offerto da risorse pubbliche, il 45% dal non profit e il 25% dal settore privato for profit (dati 2013).
I posti letto disponibili nelle strutture residenziali per le persone con disabilità sono 307mila, dei quali 240 mila rivolti agli anziani, 48 mila agli adulti e 19 mila ai minori. Queste strutture assistono ogni anno oltre 263 mila persone con disabilità, delle quali oltre l'80% anziani, circa il 19% adulti e meno dell’1% minori. L’analisi territoriale dell’offerta evidenzia forti squilibri, in particolare si passa da 825 posti letto ogni 100 mila abitanti nel Nord-ovest a 194 nelle regioni del Sud.

Mente dal fronte del Governo si rinpinguano alcuni fondi, necessari a mantenere anche questi servizi, rimane comunque alto il bisogno di politiche in grado di alleggerire il pesante compito di assistenza che grava sempre troppo sulle famiglie italiane.

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Redazione

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