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Oltre al numero verde 1522 esistono anche delle app per denunciare di trovarsi in difficoltà e chiedere aiuto senza dover parlare

Raccogliamo l’invito del Gruppo donne UILDM alla diffusione delle informazioni sui servizi a supporto delle donne con disabilità vittime di violenza, ancor più utili in questi giorni di “reclusione forzata” in casa a causa della emergenza Coronavirus.

E’ quanto mai necessario sottolineare, proprio in questi giorni nei quali stare a casa è per tutti un obbligo, che per le donne vittime di maltrattamenti domestici questo imperativo può rafforzare ancor più le sbarre dietro le quali si consumano le violenze, poiché la maggior permanenza al domicilio aumenta il tempo da trascorrere con i loro aguzzini, e soprattutto vengono drasticamente meno le possibilità di denunciare all’esterno quanto subiscono. A questo si aggiunga magari la difficoltà maggiorata di denunciare questi episodi quando a subirne siano donne con disabilità, per le quali denunciare è ancor più complicato

APP PER SEGNALAZIONI
Segnaliamo quindi la possibilità di scaricare gratuitamente la app 1522 Antiviolenza e Stalking, (qui da google Play ) che consente di rivolgersi all’omonimo numero verde 1522 (attivo h 24) senza necessità di parlare, di modo che la donna possa chiedere aiuto anche senza farsi sentire dall’eventuale aguzzino presente nei suoi paraggi. Questa modalità di segnalazione e di richiesta di aiuto si rivela anche particolarmente utile nel caso di donne con disabilità che abbiano difficoltà di parola e/o di espressione.
E’ inoltre possibile chattare con una operatrice direttamente dal sito www.1522.eu.
Altre applicazioni gratuite scaricabili sullo smartphone permettono di chiedere aiuto o di segnalare situazioni di violenza o emergenza. Il gruppo donne UILDM ricorda le app gratuite: YouPol, app per interagire con la Polizia di Stato. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, ha recentemente sviluppato la funzione di segnalazione dei reati di violenza domestica agli operatori della Polizia di Stato attraverso messaggi ed immagini automaticamente geo-referenziate: le segnalazioni possono essere fatte in forma anonima ed anche dai testimoni diretti o indiretti degli episodi di violenza (ad esempio, i vicini di casa).
Ancora, le app Siamo Sicure, S.H.A.W. (quest'ultima progettata in 12 lingue per donne di diversa nazionalità) e quella ufficiale dell'associazione D.i.Re.

L’invito, infine, è quello di monitorare l'elenco dei centri antiviolenza aperti (qui quello dei centri D.i.Re) sui siti dei singoli Comuni.

Per approfondire:

Qui per scaricare la app 1522 

In disabilicom:

Il 36,6% delle donne con disabilità ha subito violenze fisiche o sessuali

Redazione


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