
A poco più di due settimane dal voto, in Italia la campagna elettorale infiamma. I politici si sperticano in promesse e dichiarazioni, ma a ben vedere forse non riescono a parlare proprio a tutti. Ci riferiamo a una fascia di elettori poco o per nulla considerati: quelli con disabilità intellettiva.
Come sapete, la legislazione italiana prevede alcune modalità specifiche di voto per persone in condizione di disabilità . C’è, ad esempio, la possibilità di votare da casa, per coloro i quali siano dipendenti da apparecchiature elettomedicali salvavita o intrasportabili. Per chi sia ricoverato in strutture residenziali, la legge invece prevede la possibilità di seggi speciali in loco, mentre per chi abbia gravi disabilità di tipo motorio agli arti superiori, o sensoriali, si parla di voto assistito, con una persona che può entrare nella cabina e aiutare l’elettore nell’espressione del voto.
Quello che si sa meno, invece, è che le persone con disabilità intellettiva (che in Europa rappresenta lo 0,1% della popolazione, contando circa 1 milione di persone), possono votare come tutte le altre. Questi sono elettori verso i quali i partiti e le istituzioni non dimostrano un particolare interesse, come spesso testimoniato dalla scarsa propensione al rendere fruibili i propri programmi, frequentemente di difficile comprensione anche da chi non abbia nessun problema. Ma, al di là di questo, un altro scoglio che impedisce a persone con disabilità intellettiva, ad esempio le persone con sindrome di Down, di votare, è la mancanza di informazione su questo loro diritto. Le famiglie spesse molto spesso non sono al corrente di questo diritto.
Da queste considerazioni nasce la campagna di sensibilizzazione sul tema del diritto di voto alle persone con disabilità intellettiva promossa da AIPD e la ASL Roma E.
€˜La maggioranza delle persone con disabilità intellettiva ‑¬â€˜ ha spiegato Anna Contardi, coordinatrice nazionale AIPD - non esercita il proprio diritto di voto per mancanza di informazione, consapevolezza ed educazione al voto delle stesse persone con disabilità intellettiva, scarsa consapevolezza dei loro familiari, amici e operatori di riferimento dei loro stessi diritti di capacità . Mancano inoltre ‑¬â€˜ ha concluso ‑¬â€˜ interventi per facilitare l’esercizio del diritto di voto da parte delle pubbliche istituzioni‑¬.

Giovanni Grillo, elettore con sindrome di Down spiega perché non è giusto impedire il voto a persone con sindrome di Down: €˜Siamo diversi per via degli occhi e per avere più difficoltà ad imparare cose nuove, però possiamo esprimere la nostra opinione ed imparare come si vota‑¬. Gli ha fatto eco Mauro Ursella: €˜Anche se siamo persone con la sindrome di Down siamo lo stesso dei cittadini con tanto di diritto di recarsi alle urne quando ci sono le elezioni. Penso che ognuno debba avere il diritto di votare e di esprimere l’opinione personale dando la propria preferenza‑¬.
Far conoscere le istituzioni del proprio Paese, contribuire a sentirsi parte della comunità , e ad assumere pienamente la responsabilità del diritto-dovere del voto, sono passi per la legittimazione delle persone con disabilità intellettiva, ad essere a tutti gli effetti cittadini italiani.
PER INFO:
www.myopinionmyvote.eu
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Redazione