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Le persone che usano farmaci antiepilettici, se vorranno continuare a usare alcuni farmaci non generici, saranno costretti a pagarli


Che la spending review si fosse abbattuta su diversi fronti si era capito, ma che non risparmiasse neppure i bisogni fondamentali dei malati cronici, non si credeva possibile. Così invece è stato, e lo sanno bene le persone che utilizzano farmaci contro l'epilessia.

Con le nuove disposizioni inserite nella legge 135/12 - Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario (detto anche Decreto per la Spending Review) relativamente alla prescrizione dei farmaci, moltissime persone che vogliono continuare a usare i farmaci "di marca", sono obbligate a pagarsi la differenza di prezzo. Si passa così da un ticket di pochi euro a cifre che possono raggiungere anche i 100 Euro.

A settembre l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) a seguito della scadenza dei brevetti di due dei più noti antiepilettici (leviracetam e topiramato), li ha inseriti nelle "liste di trasparenza", che consentono di utilizzare al loro posto il corrispettivo generico. La cosa è dunque assolutamente seria, se si considera l'importanza, per questo tipo di patologie, di continuare la cura senza modificarla in itinere, una volta individuato il dosaggio adeguato alla specifica esigenza. Le linee guida internazionali raccomandano infatti di non sostituire il farmaco originale con un generico, per questo tipo di patologie.

 La reazione è stata immediata, con la protesta da parte della Lega italiana contro l'epilessia, firmataria di un appello al Ministro della Salute Renato Balduzzi e ai presidenti di Regione. A questo è seguita la un'azione ancora più estrema, con lo sciopero della fame di Giovanni Battista Pesce, segretario nazionale dell'AICE, che rivendicava in questo modo il ripristino di un fondamentale diritto alla salute.

Sciopero che ha prodotto i primi risultati, da due fronti regionali. Il primo, quello dell'Emilia Romagna, dove una nota del Servizio Politica del Farmaco della Regione indica che "Per i pazienti cronici già in trattamento, qualora il prescrittore ritenga non sostituibile la terapia in corso con i farmaci Keppra e Topamax, per evitare di esporre gli assistiti ad una compartecipazione onerosa, tutte le Aziende sanitarie attiveranno la distribuzione per conto, in attuazione dell'accordo regionale allegato".
Il secondo, dalla Provincia autonoma di Bolzano, per la quale la Giunta provinciale ha deciso di adottare una soluzione transitoria fino a fine anno, provvedendo  a pagare la differenza di costo tra i farmaci originali e i generici, nell'ottica di trovare soluzioni definitive al problema.

Attendiamo di vedere come si muoveranno anche le altre regioni.

PER APPROFONDIRE

Il testo dell'appello a Balduzzi


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Redazione



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