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alzheimer Fulcro del progetto, la ricostruzione di uno scompartimento di treno per rappresentare un momento di vita reale in cui ricominciare a relazionarsi

Si è celebrata qualche giorno fa la XIX Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che ha riportato con urgenza in evidenza i numeri e le condizioni delle persone affette da questa patologia. Tra quelli che maggiormente fanno riflettere, i numeri che riguardano la percezione della malattia, da parte del malato stesso: secondo i dati del 'Rapporto mondiale Alzheimer 2012' lo stigma e l'esclusione sociale sono i principali ostacoli per le persone con demenza e coloro che le assistono, tanto che il 24% di essi nasconde la propria diagnosi perché se ne vergogna.

Sul piano delle terapie per il trattamento dell’Alzheimer, un esempio di eccellenza arriva da una novità messa in campo proprio in occasione della Giornata Mondiale dell'Alzheimer. Si tratta de €˜Il treno della memoria‑¬: un €˜treno virtuale‑¬ di terapie non farmacologiche promosso da 3SG ‑¬â€˜ Azienda servizi socio sanitari di Gallarate (Varese) per favorire  la domiciliarietà delle persone malate di Alzheimer. E la scelta del nome è più che mai azzeccata.


locandina treno della memoriaFulcro del complesso di servizi de €˜Il Treno della Memoria‑¬ , è infatti il €˜Therapeutic Train‑¬: un vero e proprio scompartimento di treno, ricostruito così come se fosse reale, con posto per 4 passeggeri. L’idea è stata quella di rappresentare un habitat che è reso sicuro e confortevole grazie allo scorrere su monitor inseriti al posto dei finestrini, di filmati ripresi da treni in movimento, con i suoni reali di un treno in viaggio su percorsi reali che ripercorrono il vissuto delle persone assistite.
In questa simulazione vengono ripercorse tutte le fasi del viaggio (compresa la timbratura del biglietto), e la stessa posizione dei passeggeri uno di fronte all’altro è realizzata in modo da favorire un contatto visivo tra loro. Un viaggio vero e proprio, dunque, per uscire da quella che è la propria interiorità in cui il malato di Alzheimer si richiude.


Oltre alla esperienza di un viaggio in treno, il progetto racchiude anche una serie di altre terapie non farmacologiche di cui è stata verificata la valenza scientifica, e che non vanno a sostituire la terapia con farmaco, ma a ridurne in caso la portata, e ad influire positivamente sugli aspetti anche emotivo-relazionali della patologia, come la terapia della bambola e la pet-therapy. Tutti i pazienti coinvolti nel progetto saranno seguiti dai neurologi del reparto di neurologia dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Gallarate.


Tra le altre terapie previste nel progetto, dunque, l’utilizzo di una foca robot al posto di animali veri, per la pet therapy, e la terapia della bambola, in cui i malati di Alzheimer sono alle prese con una bambola le cui caratteristiche attivano relazioni che favoriscono la gestione e, in alcuni casi, la diminuzione di disturbi del comportamento. Queste le principali novità del progetto, alle quali si aggiungono gli interventi più classici di terapie espressive, come Arteterapia, Stimolazione Cognitiva, Memory Training, Orientamento spazio temporale.

L'importanza del progetto è stata riconosciuta anche dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha assegnato all’iniziativa uno stanziamento di 45 mila euro: si tratta di uno dei pochissimi progetti finanziati in un bando progetti sperimentali per la non autosufficienza.


PER INFO:

Azienda Servizi Socio Sanitari Gallarate
Tiber Alzheimer


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Redazione

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