Menu

Tipografia

pi_di_un_sognoPreparare i ragazzi al distacco con la famiglia è necessario

La Fondazione veronese €˜Più di un sogno‑¬, nata nel 2007 dall’impegno di sei famiglie con ragazzi down, si sta impegnando ad intervenire concretamente per promuovere il senso di autonomia dei ragazzi disabili intellettivi e il loro graduale distacco familiare.

La Fondazione, sostenuta da raccolte di fondi e dalla Fondazione Cariverona, propone ai ragazzi interventi mirati e soprattutto distinti in base alla loro età e alle loro esperienze di autonomia.

Si tratta di attività dedicate ai ragazzi dai 0 ai 18 anni che hanno lo scopo di sviluppare le capacità di vivere la quotidianità nella società , senza dover contare solo sulla propria famiglia o sulle strutture competenti.
L’obiettivo è preparare i ragazzi disabili, in particolare a partire dai 14 anni, al distacco dalla famiglia in modo graduale, per ridurre le risposte di emergenza ad eventuali situazioni in cui il sostegno familiare venga meno improvvisamente.
I percorsi vogliono aiutare i disabili a vivere autonomamente la loro quotidianità fatta di lavoro, vita domestica e in comunità , insegnando loro a gestire anche le più semplici e scontate esperienze come la conoscenza e l’uso corretto del denaro.

Le attività dedicate ai ragazzi fino ai 14 anni differenziano obiettivi e interventi a seconda delle varie fasce d’età della crescita; in generale mirano a potenziare l’autonomia personale della persona disabile, la consapevolezza del proprio corpo, del pensiero e del linguaggio e le relazioni con gli altri e la comunità .

I percorsi di autonomia dedicati ai disabili che si avvicinano alla maggior età sono invece strutturati in base alle esperienze di vita autonoma che i ragazzi hanno o meno vissuto.

Per voi abbiamo intervistato la Dott.ssa Silvia Moniga, Responsabile del progetto riabilitativo:

I percorsi che proponete sono rivolti principalmente ai disabili intellettivi. Avete un target di utenza preferenziale oppure coinvolgete persone con disabilità molto diverse tra di loro?

Non esiste un target preferenziale. I nostri utenti sono ragazzi e giovani adulti che incontrano difficoltà nella costruzione delle proprie autonomie e della propria vita indipendente per disabilità intellettive (ossia difficoltà di apprendimento, ragionamento, pianificazione) non per disabilità motorie. Si tratta di ostacoli che non sono risolvibili mediante sole operazioni di abbattimento di barriere architettoniche o approntando tecnologie apposite. Occorre piuttosto progettare percorsi di apprendimento mirati e attuare sistemi di tutela dosati sulle effettive esigenze presenti.

Le attività rivolte agli adulti sono distinte in base alle esperienze di vita autonoma che hanno già avuto; avete esperienze di gruppi con disabilità diverse?

Molti dei nostri utenti sono persone con sindrome di Down, ma una porzione crescente è rappresentata da persone con disabilità ad eziologia diversa (altre sindromi genetiche, forme lesionali o malformative, etc.). Si tratta di un gruppo eterogeneo per profilo funzionale e per età ; i più giovani hanno infatti 14 anni mentre i più €˜anziani‑¬ tra i 35 e i 40. Per tutti sede dell’attività è un appartamento con caratteristiche standard, situato in un quartiere cittadino ben fornito di servizi. Diversi però sono i contenuti delle attività . Per alcuni sono in primo piano obiettivi di autonomia personale (es. vestizione, igiene personale), per altri abilità domestiche (es. preparare un pasto caldo), per altri ancora abilità di comunità (es. utilizzare un servizio pubblico di trasporto o effettuare acquisti in un negozio del quartiere). Le attività sono coordinate da educatori e possono essere svolte individualmente o in piccolo gruppo; questa seconda eventualità permette di porre obiettivi relativi alle abilità sociali (es. accordarsi per un’attività di tempo libero o per il menù della cena). Anche i soggiorni in appartamento sono diversificati: i più giovani sperimentano moduli diurni della durata di alcune ore, i meno giovani alcune giornate consecutive (notti incluse) durante le quali vanno mantenuti tutti gli impegni scolastici, lavorativi e di tempo libero.

Quali sono i risultati concreti ottenuti dalle attività ? Attualmente ci sono gruppi di disabili che vivono insieme, conducendo una vita relativamente autonoma?

L’appartamento attualmente attivo funziona come una €˜palestra di allenamento‑¬ alla vita indipendente. I risultati individuali e di gruppo sono costantemente monitorati con appositi strumenti. L’esperienza fin qui maturata ha evidenziato significativi risultati sia nell’ambito delle abilità di vita quotidiana che nell’ambito delle abilità sociali. Si tratta di percorsi che devono trovare sbocco in effettive opportunità di vita indipendente e alcuni dei nostri utenti sono ormai pronti ad effettuare il grande salto, grazie anche all’impegno e al supporto delle loro famiglie. Nel prossimo triennio contiamo di attivare uno (o più) appartamenti di vera e propria residenza.

Chi può accedere a questo tipo di percorsi? Quanto l’attività presso i vostri centri grava economicamente sulle famiglie?

Trattandosi di percorsi non standardizzati ma costruiti su caratteristiche ed esigenze individuali, chiunque può accedere. Va ricordato che questi temi assumono particolare rilevanza nelle fasi di vita che preparano l’età adulta, al termine dei percorsi riabilitativi attuati durante l’infanzia e l’età scolare. Per quanto riguarda i costi, a carico della famiglia è circa un terzo delle spese effettivamente sostenute dalla Fondazione. Per scelta dei Soci Fondatori, i restanti due terzi sono coperti dalla Fondazione stessa.


Per info:

Più di un sogno

Comune di Verona


Maheba Dacome

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy