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Una risposta all'accusa di Patrizia Tolot, presidente dell'associazione Dadi non si è fatta aspettare.
Gardaland ha pubblicato un documento, che riporta 4 dichiarazioni, distinte in punti.
In coda invece, dopo il corsivo, una nostra considerazione.

Relativamente a quanto diffuso dalla stampa, in merito alla fruizione delle attrazioni di Gardaland da parte dei visitatori diversamente abili, la Direzione del Parco desidera precisare che:

  • Gardaland ha da sempre posto particolare cura ed attenzione agli ospiti diversamente abili ed ai loro accompagnatori.

  • Nella gestione delle attività del parco ed in particolare delle attrazioni Gardaland ha precisi obblighi imposti dalla legislazione e dalle normative vigenti riguardanti la sicurezza degli ospiti e dei propri collaboratori (a titolo di esempio normative EN 13814, e similari UNI ed ISO)

  • Inoltre si precisa che per ogni tipologia di attrazione vengono imposti precisi vincoli di utilizzo direttamente dal costruttore dell'attrazione stessa e che questi vincoli sono derivati da analisi e studi internazionali. Il mancato rispetto di quanto prescritto a livello legislativo e normativo e di quanto indicato dal costruttore rappresenterebbe una grave inadempienza da parte di Gardaland, sanzionabile civilmente e penalmente.

  • Per meglio organizzare la visita al Parco, viene diffuso (in forma cartacea e scaricabile dal web) un apposito opuscolo che contiene le informazioni sui servizi e sulle attrazioni accessibili agli ospiti diversamente abili ed ai loro accompagnatori, opuscolo stilato in collaborazione con varie Associazioni di volontariato a favore di persone con disabilità, tra cui il presidente della Consulta Comunale di Verona, Marco Vesentini, l'allora Presidente dell'ANFFAS di Verona Corinna Iunta Bertoldi, l'AIAS e tutte le 20 Associazioni che aderiscono alla Consulta.

Dopo le precisazioni di Gardaland, resta il gap culturale, di ritenere le persone down alla stregua di disabili mentali, o psichici.
Se li si considerasse solo intellettivi, come sono, il problema non si porrebbe. O si porrebbe in termini diversi. Come sottolineato dall'associazione, il problema è culturale, non fisico o legislativo. Anzi, meglio: magari è anche legislativo, ma solo dopo essere stato culturale.

INFO:

A questo indirizzo è scaricabile la guida in formato pdf per ospiti con disabilità approntata da Gardaland
La denuncia dell'associazione Dadi (down, autismo e disabilità intellettiva), che ha sollevato il problema.
A questo link potete ascoltate l'audio dell'intervista a Patrizia Tolot, presidente dell'associazione Dadi

[Marco Vivan]

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