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I minori disabili.
Un mondo che sfugge, fino a che non si arriva alla scuola, quando finalmente in molti casi emerge.
La difficoltà è nella diagnosi senz'altro, ma non solo.
E' anche questione di linguaggio, di chiamare le cose col loro nome, di mettersi d'accordo su come chiamarle, per poter poi agire in aiuto di ciascuna situazione con un progetto personalizzato.
Proprio in questa direazione si muove la Classificazione Internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF-CY), che a fine ottobre sarà presentata in anteprima mondiale in Italia, a Venezia.
Si tratta di una versione derivata dalla già nota Classificazione Internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF, OMS, 2001) che riguarda il mondo adulto.
Quando nel 2001 è uscito questo fondamentale documento, subito si è percepita la sfida di elaborare uno strumento specifico che potesse andare a individuare parametri condivisi a livello mondiale per i minori. Che tenesse conto della rapida crescita e dei mutamenti significativi nello sviluppo fisico, sociale e psicologico di bambini e giovani, dal periodo neonatale, alla prima e seconda infanzia, fino alla adolescenza.

Innumerevoli le applicazioni, come sottolineato da Stefano Valdegamberi, assessore alle politiche sociali della Regione Veneto, che ospiterà a Venezia i responsabili dell'OMS per la presentazione mondiale del nuovo strumento: "La valutazione che si otterrà con i parametri individuati da ICF-CY avrà ricadute in ambito clinico, nella sanità pubblica, nei servizi e nei criteri con i quali vengono regolati, ad esempio, le invalidità civili, l’inserimento lavorativo, l’inserimento scolastico, la presenza degli insegnanti di sostegno.
E non si pensi che possa interessare solo pochi: l'aspettativa di disabilità, anche solo temporanea, sta crescendo di molti. Siamo tutti potenziali disabili, se pensiamo alla terza età, a incidenti, a gravidanze, a tante situazioni insomma che non si possono escludere a priori nell'arco di una vita".

La regione Veneto si è già attivata per far tesoro delle indicazioni ICF.
Ad esempio con la messa a punto e la sperimentazione della scheda SVAM-DI, in dieci Aziende ULSS, come ha spiegato Michele Maglio, dirigente dell'Unità complessa per la non autosufficienza regionale: "Si tratta di una Scheda di Valutazione Multidimensionale Disabili, che parte proprio dalla classificazione ICF, riprendendone la struttura, e traducendola in uno strumento di valutazione operativo.
In questo modo, se una persona oggi deve accedere a uno dei servizi sanitari socio-sanitari complessi, tipo una comunità alloggio, un servizio diurno o comunque un servizio istituzionale che vede coinvolti l'impegno della regione e di determinati soggetti sanitari e privati, viene prima valutato andando ad individuare quelle che sono le difficoltà, sia legate alla sua struttura corporea e alla sua patologia, ma anche le potenzialità della sua partecipazione e quindi che cosa lui può dare al contesto, come può inserirsi nel servizio sociale, e quali sono le reti ambientali e sociali in cui è inserito, per fare al meglio un buon servizio alla persona".

INFO:

Ascolta l'intervista in cui l'assessore veneto alle politiche sociali, Stefano Valdegamberi, presenta la classificazione ICF-CY

Il sito del Convegno ICF-CY, in cui trovate anche il programma completo

Per approfondimenti vedi anche Venetosociale.it, il portale delle politiche sociali regionali

Sulla classificazione ICF e le sue ricadute vedi anche i seguenti articoli:
CLASSIFICAZIONE ICF: UN NUOVO STRUMENTO, UNA NUOVA OPPORTUNITA'

CONTINUA IL PROGETTO ‘ICF’ PER FACILITARE L’INSERIMENTO LAVORATIVO


[Alberto Friso]

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