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Nome, azienda agricola, grado alcolico, annata... sono tante le caratteristiche che fanno di un vino un "buon vino". Informazioni che ci vengono fornite dall'etichetta, che ciascun intenditore sa leggere ed interpretare bene. Informazioni che, però, restano ignote a chi quelle etichette non può leggerle: i non vedenti, potenzialmente ottimi degustatori - hanno infatti tutti gli altri sensi molto sviluppati - non sono in grado di accedere a quel bagaglio di informazioni contenuto nelle etichette.
Ma, come è già stato fatto per alimenti come salse di pomodoro, succhi di frutta e pasta ora l'esperimento viene tentato anche con il vino: creare etichette in braille, leggibile proprio da tutti.
L'occasione per presentare questa iniziativa è stata l'edizione 2005 del Vinitaly, la Fiera dove già 2 anni un simile esperimento aveva fatto il suo ingresso: l'Azienda agricola Villa Caplet di Casaleone (VR), aveva allora presentato due classici Doc, Soave e Valpolicella, con etichetta in codice braille. Il guadagno della vendita di quelle bottiglie era stato interamente devoluto alla sede veronese dell'Unione Italiana Ciechi.

Villa Caplet, con il suo dirigente Guido Rambelli, e l'Unione Italiana Ciechi, rappresentata dal presidente della sede veronese Maurizio Mariotto, sono tornati quest'anno al Vinitaly, per presentare una nuova iniziativa. Nata con l'obiettivo di far conoscere anche ai non vedenti i piaceri del vino. Ma non solo: nel progetto "Come comunica Davide" protagoniste erano le scuole, gli studenti che grazie a questa iniziativa hanno potuto conoscere una nuova realtà, un nuovo mondo. Quello dei non vedenti.

Il progetto
Alla fine del 2004 l'Associazione degli Industriali di Verona ha indetto un concorso, "Come comunica Davide", rivolto agli studenti delle scuole superiori. Una classe dell'indirizzo grafico pubblicitario dell'Istituto Anti di Villafranca ha aderito al concorso e ha deciso di collaborare con l'Azienda Agricola Villa Caplet, incuriosita dal progetto proposto.
E' iniziata così un'avventura che ha coinvolto professionalmente ma soprattutto emotivamente questi ragazzi. Impegnati nella realizzazione di una campagna di comunicazione per promuovere l'etichetta con il linguaggio in Braille, adottata dall'azienda per tutti i suoi prodotti, gli studenti hanno iniziato, prima per necessità e poi per interesse, a conoscere un mondo fino ad allora sconosciuto.
"Abbiamo discusso tra di noi del problema della disabilità in generale - racconta Elisabetta, una delle giovani protagoniste dell'esperimento - ci siamo addentrati nella loro sfera quotidiana, costituita ed ostacolata da barriere urbane ma soprattutto dall'indifferenza".
Poi, un confronto con Maurizio Mariotto ha fatto emergere le sensazioni, le emozioni, le impressioni e le notizie relative al problema della cecità.
"Sono seguiti incontri con persone non vedenti, anche loro coetanei, allo scopo di capirli meglio - racconta Mariotto - e gli studenti hanno scoperto così un mondo che non conoscevano. Addirittura un ragazzo della scuola mi ha scritto una lettera per ringraziarmi". E conclude dichiarando che "si teme ciò che non si conosce, quindi per noi avere instaurato questi rapporti, aver mosso tanto entusiasmo è stato un grande successo".

Tante le iniziative alle quali hanno partecipato i ragazzi, compresa una "esperienza al buio" che consisteva nell'entrare in una stanza priva di luce ed immedesimarsi nel mondo dei non vedenti. Hanno scoperto che il tatto e l'udito sono i due sensi principali attraverso i quali i non vedenti creano delle mappe mentali: il tocco dà la possibilità di conoscere le proprietà degli oggetti, la forma, la grandezza, il peso; l'udito è utile invece per la localizzazione delle sorgenti sonore nello spazio.
Con l'aiuto di queste iniziative i ragazzi hanno individuato le parole chiave per quello che poi sarebbe diventato lo slogan: "Un senso in rilievo", dove senso ha la doppia valenza di tatto e di significato mentre rilievo indica la superficie in rialzo del braille e l'importanza del progetto.
Un progetto che Guido Rambelli commenta così: "siamo a ridurre al minimo i costi di produzione dell'etichetta che va a vantaggio dei non vedenti. La grande distribuzione è infatti sorda verso questo tipo di produzione, spaventata dai costi troppo alti. Prendiamo per esempio l'acqua minerale, dove di prove se ne sono già fatte: qui anche il millesimo di euro in più dà fastidio. Riuscendo ad avere costo zero, questa innovazione può essere più agevolmente applicata".

E guardando avanti, circa i possibili sviluppi di questo progetto, Rambelli confessa che "Villa Caplet è un'azienda piccola, con forze limitate; se troviamo qualcuno disposto a darci economicamente una mano, sicuramente questa idea rappresenterà l'uovo di Colombo, in grado di stravolgere l'attenzione verso i non vedenti. Ora l'obiettivo è di portare il progetto a Bruxelles, per sensibilizzare anche la parte politica, a livello europeo e magari mobilitare la grande distribuzione".

E noi facciamo un brindisi al futuro di questo progetto...

Villa Caplet
Via Amendola 36, casaleone (VR)
Tel. 0442 331177
email. caplet@tin.it

Il sito dell'Unione Italiana Ciechi

Sede di Verona
Via Trainotti 2
37122 Verona
tel. 045 8003172
uicvr@uiciechi.it


E ANCHE IL CIBO DIVENTA ACCESSIBILE AI NON VEDENTI

ACCESSIBILITA', LA NOVITA' SI CHIAMA BRAILLENET SYSTEM

LE BELLEZZE DI CASTELLARQUATO IN BRAILLE

[Francesca Lorandi]

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