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Le fiere sono anche un'occasione per conoscere, e per incontrare nuove realtà. Eccovi il resoconto della chiacchierata a tante voci fatta a Civitas con i responsabili e gli istruttori della Scuola Triveneta Cani Guida, fondata nel 2004 a Selvazzano Dentro, provincia di Padova. Iniziamo da uno dei fondatori, a Giancarlo Sanavio, cui chiediamo come è nata.

In Italia esistevano due scuole cani guida, una a Scandicci, Firenze, e una a Milano. Il numero di non vedenti nel nostro paese è lo stesso della Francia, della Spagna, dell'Inghilterra e della Germania. Negli altri stati citati ci sono circa 15 scuole.
La domanda è molto alta e la risposta ha tempi molto lunghi. Le persone non vedenti spesso per l'attesa davvero troppo lunga rinunciano.
La Scuola Triveneta cerca di coprire le esigenze del Nord Est. Abbiamo consegnato 6 cani, ne abbiamo altri 6 in addestramento, 18 affidati alle famiglie. La nostra tecnica prevede che il cane vada in affido a 3 mesi fino all'anno di età, poi 7 - 8 mesi alla scuola in addestramento e poi finalmente vengono consegnati ai ciechi. Ma  vengono seguiti anche dopo.

Come sopravvivete a livello economico?

Per il momento grazie alla Regione Veneto, che ha dato due grossi contributi. Uno per l'avvio e uno per la gestione 2005. Ora si sta trattando col Ministero e con le regioni per far rientrare il cane guida come ausilio per i ciechi, e poi far co-partecipare economicamente  i ciechi.

Prosegue la presentazione il dr. Furio Corsi, veterinario e responsabile della Clinica Veterinaria, anche lui socio fondatore.
Da cosa è nata questa esperienza?

La Scuola Triveneta cani guida per ciechi è nata dall'incontro con Giancarlo Sanavio. Essendo io veterinario ma anche amico di un cieco con cane guida, ho potuto toccare con mano che la situazione in Italia è parecchio deficitaria.

Quindi le cose nascono da un'esperienza personale?

Sì, esatto. Infatti quando al mio amico è morto il suo cane pastore tedesco, ha scoperto con sconcerto che doveva aspettare ben due anni per averne un altro. Quindi ha optato per un bassottino come cane di compagnia. Dopo di ciò  sono andato a Firenze,  presso la scuola Scandicci per sapere come è la realtà in Italia. E in effetti mi hanno confermato che i tempi di attesa erano di due anni per avere un primo cane e di un anno, un anno e mezzo per avere la sostituzione nel caso di morte del cane. Da lì sono andato anche a Milano alla scuola dei Lions. Poi siamo partiti cercando dei finanziamenti che in parte sono arrivati dalla Regione Veneto. Purtroppo ci scontriamo sempre con le solite problematiche: finanziamenti, fondi. Un cane costa veramente molto: un anno e mezzo di lavoro da parte della scuola prima con le famiglie affidatarie e poi 6-7 mesi di addestramento giornaliero. Lavoro grosso anche sul non vedente che ha una grossa responsabilità nei confronti del cane perché diventa il suo istruttore.

C'è un effettivo miglioramento della qualità di vita da parte del non vedente a livello di autonomia?

Sicuramente sì. Con tutti i non vedenti che hanno il cane basta scambiare due parola per scoprire che cambia completamente avere un cane piuttosto che altri ausili (bastone)… Autonomia di mobilità e socializzazione. Il non vedente diventa più disponibile al dialogo, a socializzare, piuttosto che il non vedente che va in giro da solo con il  bastone.

foto di gruppo dei responsabili della scuola per cani guida

Completa il racconto dell'attività della scuola il direttore Adriano Cecchetto.
Ci racconta il suo lavoro?

La carica di direttore vuol dire essere a disposizione della scuola a fare un po' tutto, pulire, spostare attrezzature, tenere i cani.

Dovete combattere con carenza risorse umane e di bilancio?

E' un assillo economico. Al di là del contributo importante e indispensabile della regione ci sono pochi altri aiuti da aziende private. Quello che non manca è il materiale umano: un grosso numero di famiglie affidatarie che ci aiutano con la socializzazione degli animali. Abbiamo aumentato il numero degli istruttori. Organico importante e sufficiente per il nostro lavoro. Quello che limita l'attività della scuola è purtroppo il fattore economico. Attualmente la scuola produce 20 cani ma potrebbe produrne il doppio.

La struttura che controlla la Scuola è la cooperativa veneta Centro Servizi Mobilità, da sempre impegnata nel campo automobilistico, con un simulatore e auto multiadattate per dare la possibilità ai disabili di prendere la patente. In più ora questa nuova avventura. Il Presidente Umberto Bonollo racconta come la cooperativa si è coinvolta in questa nuova sfida.
Nel panorama nazionale, le tre scuole esistenti, non sono sufficienti per soddisfare la domanda. Da qui l'idea di creare una nuova scuola per cani guida per non vedenti nel Triveneto che mancava   nel territorio.

Da un punto di vista economico ci sono problemi abbiamo sentito, ma le soddisfazioni morali devono essere enormi

Ogni progetto vive se ci sono risorse finanziarie. Non sono facili da reperire ma la regione ci sta aiutanto. Ci sono degli obiettivi da perseguire come l'inserimento nel nomenclatore tariffario dei cani guida come ausili. Nonostante queste difficoltà i risultati che abbiamo avuto e che stiamo avendo ci ripagano notevolmente.

Ora sentiamo l'istruttore Antonio Bellò. Ci parla della sua professione?

I cani sono nati con me. Vivo con loro da 47 anni. Il cane è una cosa stupenda. Da qualche anno mi dedico ai cani guida. Era un sogno nel cassetto. Ho fatto molte attività: antidroga, 20 anni in Guardia di Finanza, ho fatto l'istruttore in una scuola, dall'antidroga all'anticontrabbando, cani da soccorso: valanga, superficie, macerie. Mi mancavano i cani guida però conoscevo già qualcosa. Quando il dott. Corsi mi ha proposto questa esperienza ho accettato con entusiasmo perché è un sogno nel cassetto che si realizzava. Mi piace molto, è completamente diversa dagli altri addestramenti che ho fatto. Negli altri addestramenti è sempre l'uomo che guida il cane, qui è il cane che guida l'uomo. E' una cosa molto bella e molto difficile. E' un progetto molto lungo. Il cane dall'età di due mesi a un anno di età deve vivere nelle famiglie, in modo, che quando entra nella scuola abbia già questo condizionamento per andare avanti col lavoro come cane guida. La famiglia affidataria è importantissima. Il cane è libero ma deve rispettare alcune regole. Il cane si deve abituare quando gli si dicono le parole: porta, marciapiede, entra, esci, fermo. Queste ripetute dai due mesi all'anno di età devono entrare a far parte della sua vita.

E per finire questa lunga carrellata Gino Dal Porto presidente associazione "Puppy WalKer", che racconta la sua esperienza di volontario.
Quali motivazioni la spingono? Lo fa perché ha notato che ci sono delle persone che hanno bisogno?

Vengo dall'esperienza sportiva in quanto sono allenatore di basket. Il mondo sportivo è molto sensibile al volontariato: mi ha trasmesso questo D.N.A. che ho coltivato e trasmesso ai miei figli. Quando il dr. Corsi, che è un ex giocatore di basket, mi ha parlato della sua idea mi sono facilmente coinvolto. Abbiamo scoperto che il mondo del volontariato ti fa scoprire delle esigenze enormi e devi aiutare senza chiedere nulla in cambio. Esigenze presenti in tutta Italia che riguardano tutta la disabilità. E' un mondo in cui si può fare moltissimo con poco.

Per maggiori informazioni 
Scuola Triveneta Cani guida per ciechi, Via Pietro Schiavo, 20 35030 Selvazzano Dentro PD tel e fax 049/8056247 mail caniguidatriveneto@reteccs.org


[Valter Nicoletti]

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