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L'ha scoperto Vanity Fair, l'ha rilanciato il New York Times, e in Italia il Corriere della Sera.
E l'attenzione torna sull'accettazione o meno dei bambini down, dopo l'episodio dell'aborto selettivo che ha fatto gridare all'eugenetica.
Protagonista della vicenda è il famoso scrittore americano Arthur Miller, scomparso nel 2005. Noto nel campo della letteratura soprattutto per "Morte di un commesso viaggiatore", noto al gossip per essere stato uno dei mariti di Marilyn Monroe, noto alla società civile per i temi da lui affrontati: quelli del conflitto familiare, della responsabilità etica individuale e della critica a un sistema economico e sociale spietato e spersonalizzante.

Fino alla vicenda svelata ora, e che getta volenti o nolenti una pesante ombra sull'uomo Miller.
Questa "ombra" si chiama Daniel, ha 41 anni, ed è colpito dalla sindrome di down. Di Miller è figlio, tenuto segreto. Di cui vergognarsi. Tanto che lo scrittore rinchiuse Daniel in un istituto, rifiutandosi sempre di andare anche solo a fargli visita.
Il commento più appropriato lo ha fatto una persona che conosce Daniel, intervistata da Vanity Fair: "Che perdita per Arthur Miller non poter vedere quanto straordinario sia suo figlio".

Daniel nacque dalla terza moglie dello scrittore, la fotografa Inge Morath Sotto, che già aveva dato a Miller la figlia Rebecca.
Era il 1962, o il 1966 a seconda degli amici più intimi contattati dai giornali, tra i pochi a saperne dell'esistenza.
La moglie avrebbe voluto tenerlo, ma Miller era preoccupato per Rebecca e per il benessere della famiglia.
Così lo portò al Southbury Training School, nel Connecticut. Non andò mai a trovarlo, mentre la moglie andava in visita ogni domenica.
Miller cancellò completamente Daniel dalla sua vita: non volle che il suo nome comparisse nei necrologi della moglie, nel 2002, nè che partecipasse ai suoi funerali, nel 2005.
Lo incontrò solo una volta, quando Daniel partecipò a un incontro pubblico con Miller, rappresentante di People First, un'associazione di disabili.

Miller ha lasciato a Daniel un quarto della sua eredità. Lo stato del Connecticut però - dice Vanity Fair - che in questi anni ha assistito gratuitamente Daniel come se fosse povero, ora ha chiesto un risarcimento.

La notizia sta suscitando non poche polemiche nel mondo culturale statunitense. Speriamo che almeno qualcuna la susciti anche in Italia.

Voi che idea ve ne siete fatti? Ne stiamo parlando in questo messaggio del forum.

INFO:

L'inchiesta di Vanity Fair (in inglese)

Il forum con cui abbiamo commentato la vicenda dell'aborto selettivo


[Alberto Friso]

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