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Cosa succede se oltre alla disabilità ci si mette anche la povertà?
Un doppio svantaggio che colpisce milioni di persone di quello chiamiamo Terzo mondo. E che vanno aiutate, a vivere e più in basso ancora a sopravvivere.
E' quello che cerca di fare la Caritas di Vicenza, con un progetto di adozione a distanza, con 215 le persone disabili sostenute, di cui 180 in India, 20 in Burundi, 15 in Ghana.
"E' un numero – spiega don Giovanni Cecchetto, coordinatore della Commissione "Handicap e Comunità Cristiana"che è molto cresciuto negli anni. Come Caritas ci teniamo molto a ringraziare tutti. Abbiamo anche iniziato a collaborare con il Centro per le donne Dalit, ossia fuori casta, intitolato in India a Cristina Paganin, condividendo gli scopi del viaggio in quel paese asiatico che un gruppo di una decina di persone effettuerà per rinsaldare la collaborazione con la Cater Trust, il nostro partner locale".
L'incontro delle famiglie, i singoli e i gruppi che hanno sottoscritto un'adozione a distanza di persone con disabilità, in paesi impoveriti, attraverso la Caritas diocesana vicentina e in particolare grazie all'impegno della "Commissione handicap e comunità cristiana".
 
E' stato l'occasione per ascoltare le richieste che vengono da chi ha sottoscritto le adozioni, capire in che cosa possiamo migliorare il nostro servizio, condividere con loro le proposte che i nostri partner esteri ci hanno rivolto in questi ultimi mesi, rendere conto di come sono state impiegate le offerte.
"Non basta aiutare con gesti di solidarietà queste persone" – conclude don Cecchetto. "E' importante che modifichiamo il nostro stile di vita per renderlo più giusto e rispettoso delle altre popolazioni del nostro pianeta."
E per questo la Caritas vicentina ha prodotto una sorta di vademecum, dal titolo "Questione di stili di vita".
 
La promozione di simili solidarietà, che possono offrire a questi giovani svantaggiati una possibilità di uguaglianza e piena partecipazione, era partita nel 1999 ed è stata proposta poi nel 2000 a tutte le comunità cristiane della diocesi in occasione del Giubileo. Successivamente, grazie ad alcune uscite su settimanali di tiratura nazionale, esso ha coinvolto anche famiglie di altre parti d'Italia. Vediamo rapidamente i progetti attivi:

  • India
    Nel sud dell’India, nella zona di Madras, c’è un centro dove un’organizzazione comunitaria di base cerca di sostenere lo sviluppo delle popolazioni rurali, con particolare attenzione alle donne, ai bambini e alle persone disabili.
    E’ il Cater - Centre for Action in Training, Education and Research – che ha attivato dei programmi di riabilitazione di base per aiutare le persone disabili a superare i loro problemi all’interno della stessa comunità.
  • Ghana e Burundi
    In Ghana nel Centro residenziale di S.Teresa di Abor vivono 60 ragazzi disabili, tutti fra i 15 e i 25 anni.
    Nove volte su dieci la loro invalidità è dovuta a una malattia che in Italia non fa più paura: la poliomielite.
    Il Centro di S. Teresa ogni giorno è raggiunto da un’altra ventina di giovani disabili che vengono dai dintorni per essere seguiti in modo più accurato di quanto possa avvenire nei villaggi. In Africa le vaccinazioni contro la poliomielite incontrano due tipi di problemi: il primo è che la prevenzione non fa parte della mentalità della gente, per la quale è impensabile sconfiggere una malattia prima ancora che questa si presenti; la seconda è che le campagne di vaccinazione nei villaggi vengono fatte grazie a un’unità mobile, ma quando i sanitari passano per i richiami, se la gente è lontana, magari a lavorare nei campi, il richiamo non viene fatto e così diventa inutile anche la vaccinazione iniziale. Il Centro è stato gestito fino a pochi mesi fa dai missionari comboniani di Verona, attualmente se ne occupano i padri di don Guanella.
    Una situazione di disagio molto simile è anche quella vissuta in Burundi.


INFO:
 
Caritas diocesana Vicenza
piazza duomo 12
Vicenza
tel. 0444/545701
 
Commissione “Handicap e Comunità Cristiana”
don Giovanni Cecchetto
tel. 0444/547413
 
Altre inizitive targate Caritas:
UN ALTRO INVERNO AL FIANCO DEGLI “ULTIMI DELLA FILA”
 
UN RICOVERO DA TUTTO ESAURITO, E AUMENTANO GLI IMMIGRATI IRREGOLARI
 
LA PRIMA CARITÀ? LA GIUSTIZIA
 
 
[Alberto Friso]

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