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Riportiamo di seguito la lettera in cui una nostra utente ci racconta, indignata, una sua brutta avventura.

Cari Amici, vorrei con la presente sottoporre all'attenzione di voi tutti l'episodio del quale sono stata vittima il 6 novembre, appena fuori Viterbo.
Non intendo esprimere commenti, che lascio a voi, ma invito la Redazione di Disabili.com a dare, se possibile, la massima pubblicità al nome delle persone coinvolte come, per parte mia, farò su tutti i forums su cui potrò far udire la mia voce.
 
Come dicevo: ieri, intorno all'ora di pranzo, mi trovavo con mio marito sulla Cassia in direzione Siena, appena fuori Viterbo, ed abbiamo deciso di fermarci al Bar della Stazione di Servizio Esso che si trova al km. 88,100.
Aggiungo anche che avevo anche bisogno di andare al bagno.
Premessa: gli esiti della mia patologia (polio) sono quanto mai atipici, dato che sono stata colpita molto seriamente alla gamba destra ed al braccio sinistro.
Capirete che questo mi rende molto difficili anche le cose più banali specialmente quando, come ieri, indosso sui miei 40 kg. (incluso tutore ortopedico) un soprabito leggero, ma comunque ingombrante. Ciò nonostante riesco a percorrere senza sedia a rotelle brevi tratti pianeggianti, talvolta persino senza dare la mano a mio marito, se non soffia il vento, sia pure con andatura vistosamente claudicante.
 
Premesso tutto ciò, entriamo in questo bar e, visto che tutti i bagni sono chiusi con la chiave, mio marito chiede ad uno dei due baristi la chiave del bagno disabili.
La risposta  è: "Dov'è il disabile, io non vedo sedia a rotelle."
Mio marito spiega che io sono comunque disabile e che non gli andava di tirar giù la sedia dal bagagliaio solo per fargliela vedere.
Altra risposta: "La direzione ha detto che la chiave la dobbiamo dare solo a disabili su sedia a rotelle. Sua moglie aspetta che esce la signora che adesso è entrata nel bagno e poi ci va lei."
 
Preciso che, come ho potuto poi verificare, il bagno degli "abili" è strettissimo e non consentiva a mio marito di venirmi a dare una mano, cosa di cui ho spesso bisogno specie in abbigliamento invernale. Aggiungo che la porta si apriva verso l'interno: se per caso fossi caduta (cosa che mi capita ogni tanto, chissà perché), dato che non riesco a rialzarmi da sola avrei anche bloccato la porta impedendo di venirmi ad aiutare.
Aggiungo infine che, per raggiungere i bagni, bisognava fare lo slalom a piedi fra tavoli, sedie ed espositori di prodotti vari: con la sedia a rotelle sarebbe stata una ginkana vera e propria complicata dal fatto che la porta del bagno disabili si apriva anch'essa verso l'interno (cosa non ammessa) dato che non c'era spazio sufficiente nel corridoio.
 
Comunque, la signora esce ed io entro.
Contemporaneamente mio marito chiede di sapere da quale direzione sia venuta una disposizione così idiota. Non riceve risposta.
Chiede il nome della proprietà e non riceve risposta. Insiste: mutismo totale.
Acquista un pacchetto di liquirizie e, dallo scontrino fiscale, ricava i dati che poi riporteremo e dai quali si può immaginare che i due baristi siano in realtà la fantomatica direzione che, evidentemente, usa il bagno disabili per proprio uso personale.
Alle sue proteste sull'inciviltà di tale comportamento riceve solo velate minacce e aperte prese in giro. Ovviamente siamo andati a mangiare altrove...
 
Comunque, i simpaticoni in oggetto sono:
 
Stazione di Servizio TIGER-ESSO
Bar Vecchiarelli SAS D. VECCHIARELLI F.A. & c.
S. CASSIA - km. 88,100 - Viterbo

Invito tutti a dare il massimo risalto alla inciviltà di questo comportamento del quale, se riuscirò a scovare l'appiglio legale, chiederò la massima censura possibile.

Meno male che Cinthia e suo marito hanno ricevuto almeno qualche risposta.
Dal sindaco del comune di Viterbo, ad esempio, che dice:
"Sono veramente dispiaciuto dell'incivile comportamento di cui è stata oggetto in un pubblico esercizio della mia città.
Nel porgerLe le mie più sentite scuse, anche a nome di quei Viterbesi che (nella totalità) non si riconoscono in comportamenti quali quelli da Lei denunciati, voglio rassicurarLa che farò quanto nei miei poteri per censurare quanto accaduto."

E dispiaciuti devono proprio essere anche i gestori del bar, se non altro, perché la Direzione Commerciale della Esso, assieme alle sue pronte scuse, ha comunicato alla signora che, non solo avrebbe trasmesso il fax alla Società che gestisce la ristorazione - la Adriatica Service - ma che avrebbe anche fatto una visitina a doc a quel punto di "ristoro"...

Cinthia Nardelli

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