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Troppe le vittime, fino ad ora accertate, della più spaventosa catastrofe dell'epoca moderna. Più di 400, per adesso, i dispersi italiani. Forse ancora vivi, forse sopravissuti. "Forse", perchè i soccorsi sono sempre più difficili e affermazioni quale quella di Marco Esposito, il capomissione del team di emergenza medico sanitario della Protezione civile marchigiana a Phuket, ci lasciano poche speranze. "Siamo sufficientemente certi che non ci siano altri italiani feriti, o anche dispersi ma vivi a Phuket", ha detto. Eppure, il ritrovamento, negli ultimi giorni, di molti nostri connazionali, è riuscito a regalarci un filo di ottimismo.
La peggiore catastrofe dell'epoca moderna, dicevo. L'epoca della tecnologia e delle grandi scoperte scientifiche, l'epoca della clonazione e della bomba atomica. L'epoca del superuomo, in un certo senso, perchè ci siamo illusi troppo spesso di poterlo comandare questo mondo. Di poterlo gestire, controllare e cambiare a nostro piacimento.
Per poi esserne improvvisamente, sorprendentemente, terribilmente soppraffatti.
Per ritornare ad essere, a sentirci, nel giro di pochi istanti, piccoli, impotenti, insicuri. In preda al terrore di poter sparire dalla faccia della Terra.
Alcuni anni fa, è il caso di ricordarselo, Internet era nato come prodotto di questo terrore. Era stato infatti inventato dal Pentagono per consentire agli Usa la comunicazione in caso di attacco nucleare. E ora la Rete può tornare a svolgere la sua originaria funzione, aiutando chi vive in questi giorni ore di angoscia.
Sms, siti internet, e-mail e blogs, con la loro comunicazione di tipo reticolare, possono aiutare chi deve aiutare, sostenendo attività di ricerca di persone disperse, informative sull'effettivo stato delle zone invase dalle acque, di soccorso verso le zone devastate.
Gli strumenti di emergenza on line possono in queste ore fare molto.
Oltre ai siti istituzionali (quello della Protezione civile , impegnata in alcune aree colpite e quello del Ministero degli Esteri), la vera novità sta nella corsa alla generosità informativa di chi opera sul web o degli esperti navigatori che hanno messo la loro competenza al servizio di questa enorme macchina della solidarietà.
Come Valerio Natale, 14 anni, che ha trasformato il sito su un dominio gratuito che aveva dedicato ai Simpson (clicca qui)
Poi, all'estero, c'è l'utilissima pagina di un sito australiano, allestita in fretta e furia, il 4BC. Qui si trovano collegamento verso forum, appelli on line, link alle associazioni, alle banche, agli enti coinvolti, e tante altre risorse che si stanno creando spontaneamente in Rete a favore di chi opera nelle zone colpite. Tra gli indirizzi utili presenti nel sito, anche quello dell'ospedale di Pukhet, in Thailandia.

Un altro portale strategico per chi vuole contribuire con delle donazioni è quello della CNN, che ha allestito una pagina con un elenco di iniziative solidali per aiutare le popolazioni colpite.
Sono numerose le associazioni che si stanno dando da fare nelle aree colpite dal maremoto. Tra le più attive, Medici Senza Frontiere, il cui sito è prodigo di informazioni sullo stato dei soccorsi, sulle operazioni in corso, sui volontari in partenza, sulle modalità per contribuire.
Nel portale dell'UNICEF c'è poi la possibilità di effettuare online una donazione, a favore delle vittime più giovani di questa catastrofe.
Da segnalare, infine, il sito di chi ha fatto dell'e-commerce la propria fortuna e può quindi chiedere molto a chi spende su internet. Sto parlando di Amazom.com, sulla cui home page campeggia un link tramite il quale è possibile fare una donazione diretta alla Croce Rossa. 
 
Ecco altri siti in cui trovare utili informazioni:
www.wow.lk/aftermath/index.php
www.vachiraphuket.go.th
www.disaster.go.th
www.phukethospital.com
www.phuketitcity.com
www.antalys.net/missingpeople

Posti di polizia presenti a Phuket:
www.anuphas.co.th/phuket/picweb/patong.html
www.anuphas.co.th/phuket/picweb/kathu.html
www.anuphas.co.th/phuket/picweb/thalang.html

Il sito ufficiale del governo thailandese, in cui trovare l'elenco delle vittime e dei feriti

[Francesca Lorandi]

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