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"Il Signore ti ha castigato, noi ti castigheremo ancora di più!".
E ancora: "Ti spacchiamo di nuovo la schiena!".
Sono alcune delle tremende frasi urlate col megafono all'indirizzo di un giovane tifoso su sedia, durante una partita di calcio di prima categoria tra Monselice e Azzurra 2000, nel piccolo stadio in provincia di Padova.
Una domenica finita male, perchè alle pesanti parole sono seguiti i fatti, con un agguato a fine partita: tra le vittime anche lui, ferito al volto.
Su Thomas - così si chiama - l'accanimento violento deriverebbe dal suo 'essere disabile', condizione che avrebbe scatenato anche la violenza verbale, oltre che fisica. Un sintomo 'sociale', un allarme preoccupante visto che gli episodi di violenza gratuita nei confronti dei più deboli sono sempre più numerosi in tutte le nostre città.

"Erano in dieci - spiega il supporter dell'Azzurra 2000 a Disabili.com, il portale di riferimento dei disabili italiani visitato da 300mila persone al mese - e al termine della gara hanno iniziato a colpire con calci, spintoni, e ancora insulti, mentre col mio gruppo mi stavo allontanando dal campo. Io ho riportato una ferita tra il naso e lo zigomo, ma anche una mia amica è stata aggredita".
D. I suoi amici l'hanno difesa?
"Hanno fatto quello che hanno potuto, mettendosi in mezzo tra me e gli aggressori. Ma il secchio, di quelli in plastica, da imbianchini, mi ha colpito ugualmente".

Il responsabile dell'accaduto, un tifoso locale di 19 anni, è stato già individuato e bloccato dalle forze dell'ordine. A breve un processo identificherà la pena.
"Il tutto è iniziato tra primo e secondo tempo, quando con il megafono hanno cominciato con gli sfottò, alcuni rivolti contro di me, altri contro la squadra e i suoi tifosi".

D. Perchè proprio contro di lei? Un quotidiano locale sostiene che lei avrebbe "insultato la squadra della Rocca (il Monselice) per tutta la partita".
"Non è andata così. Tra supporters possono esserci delle tensioni e delle provocazioni, ma niente di tutto ciò. Il fatto è che già all'andata in casa nostra, a Bagnolo di Po in provincia di Rovigo, i tifosi avversari avevano fatto i furbi, tirando due petardi verso la nostra curva. Ed erano volate parole grosse. Ci avevano anche minacciato dicendo: "Ci rivediamo a Monselice". Sapendo che era una trasferta calda avevamo lasciato a casa striscioni e megafono. Poi con me se la sono presa subito, perchè con la carrozzella sono molto riconoscibile, in prima fila. Ma non avrei immaginato che sarebbe finita così".

D. Tornerà allo stadio?
"Di sicuro. Sia per la squadra che per gli amici. Non mi lascio spaventare da questo episodio, per quanto pesante e odioso".
D. Ma com'era finita la partita?
"Abbiamo perso 1 a 0! Infatti è ancora più incomprensibile la reazione degli ultras del Monselice".

E in effetti non c'è nulla di logico...

[Redazione]

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