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Ne ha parlato il Ministro del Welfare, Maroni, nel corso di una conferenza stampa.
E', quindi, confermato: sono 15 i milioni di euro che il Ministero erogherà per finanziare i progetti che hanno lo scopo di sostenere quei disabili che vengono a trovarsi senza una famiglia e, quindi, senza un valido punto d'appoggio.
Su un totale di 225 progetti presentati, ne sono stati accettati solo 41, di cui la Lombardia, patria del Ministro, ne  ha visti approvati ben cinque, un vero record regionale.

E il motivo di questa scrematura sta nei criteri di selezione applicati dal Ministero nella valutazione delle iniziative: il loro carattere sperimentale e innovativo, la flessibilità e la personalizzazione del progetto in termini di capacità di adeguamento ai bisogni individuali, ma, soprattutto, il coinvolgimento di una pluralità di attori presenti sul territorio, ed in particolare associazioni ed organizzazioni senza fini di lucro, servizi, reti assistenziali, sia di carattere privato che sociale.
Le collaborazioni, ovviamente erano intese anche come forme di compartecipazione ai costi di realizzazione.
La Commissione di Valutazione presieduta dal D.G. per le tematiche familiari e sociali era composta da quattro esperti nel campo delle disabilità, di cui uno designato dall'ANCI, ed uno dalle Federazioni di associazioni di persone con disabilità maggiormente rappresentative e ha puntato anche su altri fattori, richiesti dal Provvedimento Ministeriale, come la congruità dei costi e dei tempi di realizzazione, le reali possibilità di superare la fase della sperimentazione e di inserire il progetto in modo adeguato, conformante alla rete di servizi già presente nel territorio di destinazione.
Insomma, una valutazione a tutto tondo per questi 41 progetti che saranno finanziati nella misura del 50 percento del costo complessivo e che dovranno essere realizzati dagli enti proponenti entro due anni dall'assegnazione dei benefici.

Il finanziamento di questo tipo di programmi di sostegno sono stati sanciti con la Direttiva 23 settembre 2003 del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, mirante a realizzare strutture per persone afflitte da grave handicap e senza una valida e concreta assistenza familiare; strutture finalizzate, dove possibile, a incrementare l'autonomia e la qualità della vita indipendente.
Ma ecco come ha descritto il progetto il Ministro del Welfare: "Con la direttiva del settembre scorso si e' inteso finanziare programmi innovativi e sperimentali relativi alla  realizzazione, al potenziamento e all'ampliamento di piani di azione a valenza socio-assistenziale.
Il provvedimento
- ha sottolineato il Ministro - aveva ed ha come riferimento esclusivamente le istituzioni pubbliche locali.
E infatti sono Comuni, Province, Asl ed altri enti territoriali, anche in associazione tra di loro, gli unici soggetti che possono richiedere finanziamenti…
E' un metodo giusto, perché chiama, coinvolge nella spesa e responsabilizza l'ente locale nell'iniziativa
".
La gestione, invece, viene lasciata - "in un sincero spirito federalista agli enti locali… si chiude, così, l'epoca degli interventi di carattere assistenziale di stampo addirittura pre-PrimaRepubblica".

Iinfo
Sito web www.welfare.gov.it/EaChannel/Notizie/12febbraioDisabilita%2c.htm

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