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La vicenda, tragica, arriva da Palermo, e in poche ore ha fatto il giro d'Italia.
Angelo Crapanzano, 26 anni, autistico, è stato ucciso, strangolato, dal padre Calogero, maestro palermitano di 60 anni in pensione.
"E' successo tutto in un raptus di sconforto" dice il padre.
Il giudice ha convalidato il fermo dell'uomo ma ha ordinato la scarcerazione: non ci sarebbero le esigenze cautelari per prolungare la detenzione.

Ma andiamo avanti.
A questo link trovate l'intervista a Calogero Crapanzano.
E' l'audio del Tg1 delle ore 20.00 del 27 giugno 2007.
Giudicate voi stessi.
Non è esplicito, ma tacitamente si dà corda alla posizione del padre assassino, l'unica voce cui viene dato in mano il microfono.
Ci sono delle evidenti attenuanti per questo padre disperato, e abbandonato dalle istituzioni.
Ma resta il fatto che ha assassinato Angelo.
L'uccisione di una persona con disabilità ha lo stesso peso e la stessa gravità di qualsiasi altra soppressione di una vita.
Capiamo il padre, ma prendiamo la posizione del figlio.
Anche per rispetto delle moltissime famiglie e dei tanti genitori che con fatica, coraggio, abnegazione, e un grande amore, sostengono i propri figli con disabilità gravi.
Il servizio del Tg1 Rai invece lo condanniamo. Giornalisticamente prima di tutto. Si potevano fare scelte diverse, interpellando un'associazione dei genitori ad esempio.

Noi lo facciamo, in conclusione, riportando alcuni stralci di una lettera scritta da Gabriella d'Acquisto, presidente dell'Anffas onlus Sicilia.

"Il genitore, il parente, il familiare sono e si sentono soli, preda, a volte, della fragilità sempre crescente della propria psiche, logorata, come la goccia logora la pietra, dal quotidiano che diventa "per sempre".
Palermo non ha oggi un'efficiente rete di servizi di supporto alle famiglie ed ai disabili.
Se la scuola, con fatica, ancora riserva un posto ai ragazzi fino ai 18 anni, dopo comincia una terra di nessuno costellata di porte chiuse e di no.
I cosiddetti "centri diurni" o di socializzazione sono, nella maggior parte dei casi, mere chimere, e passata l'età adolescenziale anche le terapie nei centri convenzionati (logopedia, psicomotricità etc) vengono dichiarate non più idonee, rispetto all'età, con conseguente uscita del soggetto dal circuito dell'assistenza concreta.

Manca ancora la "presa in carico" del soggetto disabile prevista dall'art. 14 della L. 328/2000 a carico del Comune, che dovrebbe garantire una "rete" complessiva di interventi, flessibile e adeguata alle diverse fasi della vita ed al mutare delle esigenze, includendo l'attività del "parent training" a sostegno anche dei familiari e i servizi di "respiro" per il loro recupero psico fisico.

Bene lo sanno le associazioni che, come la nostra, ma a Palermo ce ne sono molte, sottolineano ogni giorno, con iniziative, ma sopratutto con tentativi di "supplenza" rispetto ai servizi mancanti, la necessità drammatica di un intervento forte, incisivo, ma sopratutto non episodico e non frazionato, come non sono frazionabili la persona e la sua condizione di cittadino.
Ci corre obbligo ribadire una semplice verità - ed è drammatico doverlo fare in tali circostanze: i servizi, i centri, le terapie adeguati e tempestivamente erogati alla persona disabile ed alla sua famiglia sono interventi salva-vita che dovrebbero, a nostro giudizio, avere priorità nell'azione di tutti i soggetti preposti: Enti locali, ASL, Regione, Stato e nella destinazione concreta delle risorse da destinare.

In mancanza rischia di restare aperta, e noi la rifiutiamo con tutte le nostre forze, la cruda logica della “soppressione”, quale viene insidiosamente proposta laddove si parla, ad esempio per le patologie genetiche diagnosticabili in epoca pre natale, di una “prevenzione” che corrisponde quasi sempre all'aborto terapeutico come unica risposta ad una infausta diagnosi.
Lungi da noi entrare in questa delicatissima questione “morale”, appartenente alla dolorosa e sofferta capacità di scelta riconosciuta ad ognuno di noi, ma la libertà della scelta, ed una eventuale scelta per la Vita (con la V maiuscola) - che non significa sopravvivenza - passa attraverso la condivisione da parte di tutti del dolore e della differenza, dimostrata dall'elezione di quelle scelte e di quelle priorità che garantiscano in concreto, e non in modo ipocritamente teorico, il sostegno e l'inclusione sociale delle persone con disabilità
".

INFO:

A questo link trovate il file audio del servizio dedicato a Angelo Crapanzano, andato in onda nel Tg1 Rai del 27 giugno alle ore 20.00 (442kb).

Parliamo della vicenda anche in questo messaggio del forum, dal titolo "Altra tragedia, forse evitabile".


[Alberto Friso

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