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E' un altro passo in avanti per quei disabili rimasti soli, senza famiglia, senza un fondamentale punto di riferimento che li ha accompagnati dalla nascita.
Certo, la lacuna affettiva non potrà essere colmata.
Ma c'è anche un "contorno" al quale prestare attenzione.
Ed è per garantire questo "contorno", per assicurare tranquillità e serenità al disabile, che è nata la figura del trust: uno strumento in grado di garantire una serie di prestazioni, di tipo non giuridico, alle quali di solito attende la famiglia o le associazioni di volontariato.
Per esempio, la possibilità di vivere in una certa casa, di poter godere di particolari terapie oppure la possibilità di partecipare ad attività che, pur non avendo scopo terapeutico, sono di conforto.
Capire come funziona il trust è molto semplice: un familiare che dispone di un determinato bene (per esempio un patrimonio) intende utilizzarlo a favore di un soggetto (per esempio un figlio) disabile, che diventa in questo modo il beneficiario delle utilità di questi beni.
Il disponente cederà allora il proprio patrimonio ad un soggetto, chiamato trustee (che potrà essere un'associazione, una fondazione, un altro parente), che diventerà il proprietario reale del bene e dovrà garantire dal punto di vista qualitativo le prestazioni.
Sarà insomma il responsabile del patrimonio, e dovrà amministrarlo secondo le disposizioni e le volontà del familiare, per il bene del soggetto disabile.
Tutte le utilità economiche derivanti da quel bene saranno destinate al beneficiario: il trustee non ne ricaverà insomma alcun bene.
In questa sua funzione sarà affiancato da un "guardiano" (un trustee professionale o un consulente) che controllerà le procedure fiscali e contabili.
Il trust sarà come un vestito cucito addosso al beneficiario: verrà modificato quando cambieranno le condizioni di autonomia e le esigenze del soggetto, sempre nel rispetto della volontà e del disegno del disponente.

"Il cittadino è la centralità della vita di ogni paese e ognuno ha il diritto di vedere tutelata e preservata la propria dignità, anche quando i famigliari non ci sono più" ha affermato Mario Crocco, presidente veneto di Cittadinanzattiva, durante il convegno "Il trust per i soggetti diversamente abili", tenutosi a Verona.
E proprio in questa città, lo scorso settembre, è stato realizzato il primo trust a favore di un 45enne interdetto: merito di Massimo Venturato, un commercialista che, fiducioso in questo nuovo strumento, ha affermato che "permetterà di realizzare passaggi generazionali così come garantirà ad un disabile l’opportunità di mantenere il tenore di vita che aveva prima della scomparsa dei genitori.
Renderà anche possibile la previsione, attraverso un’accurata gestione di quote, dell’indissolubilità di una società che un padre, ad esempio, volesse far rimanere nel tempo di proprietà della famiglia
".

Il trust si potrebbe definire, in sintesi, la possibilità di blindare un patrimonio, facendo sì che venga gestito in futuro secondo le regole di chi lo dispone, anche dopo la sua morte.
Il tutto gratuitamente.
Fondamentale in questo processo viene ad essere la Banca, il cui ruolo è, per sua natura, l'amministrazione di un patrimonio, da cui attingere per necessità e da utilizzare per progetti futuri.
I familiari del disabile potranno scegliere di cedere il proprio patrimonio alla banca, che cercherà a sua volta le soluzioni migliori per garantire al disabile il migliore tenore di vita.
"Non potrà dargli l'affetto di un genitore, ma potrà assicurargli professionalità e affidabilità", ha commentato Maurizio Casalini, Amministratore Delegato di Aletti Fiduciaria s.p.a.
"Il trust è una innovazione e in quanto tale la magistratura ha faticato ad accettarlo" ci spiega l'avvocato Maurizio Lupoi, professore ordinario di sistemi giuridici comparati nell'Università di Genova e Presidente dell'Associazione “Il Trust in Italia”: "però proprio la magistratura si è resa conto dell'utilità sociale di questo strumento che, per ora, segue il regolamento inglese, mancando nella legislazione fiscale italiana le norme per gestirlo".

Si potrebbe obiettare che le difficoltà di un disabile rimasto solo, senza genitori, senza punti di riferimento, sono ben altri.
Il problema dell'assistenza, di un alloggio nel quale sia sempre seguito, dei servizi, delle provvidenze economiche non sono che alcuni esempi.
E probabilmente quello del patrimonio viene ad essere uno degli ultimi problemi che un genitore si pone.
Il "Dopo di noi" resta un problema ancora troppo poco sentito, ma siamo convinti che questo del trust sia un passo importante, se non altro perché nuove realtà - banche, commercialisti, giudici e tribunali - si sono mobilitate per cercare di dare anche il loro contributo.


Leggi, in particolare, questi articoli:


Info

Associazione Cittadinanzattiva

Associazione "Il trust in Italia"
via Bertoloni 55
00197 Roma
Tel. 06 8070853
E-mail trustitalia@yahoo.it
Sito web www.il-trust-in-italia.it

Aletti Fiduciaria s.p.a.
Via Roncaglia 12
20146 Milano (MI)
Tel. 02 43358601
Fax 02 43358691


[Francesca Lorandi]

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