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"Ha ragione il presidente della Camera Casini, c'e' da recuperare un ritardo di anni.
Per godere di pieni e pari diritti i disabili vanno innanzitutto tutelati dalla discriminazione.
Devono quindi avere risposte non solo sui servizi, ma soprattutto in merito all'integrazione sociale e professionale, sui diritti delle persone, sulla dignità e la pari opportunità come cittadini
".
Questo è quanto ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, al termine della seduta straordinaria di Abano Terme, nel corso del Meeting Regionale sulla Disabilità, che si è chiuso ieri a Montegrotto Terme.
"Le politiche sociali, e in particolare quelle verso i disabili - ha sostenuto Ghigo -, sono il vero metro di misura del grado di civiltà di un paese: è un vero differenziale democratico, e nel nostro paese basta applicare nei fatti l'art. 3 della Costituzione".

Secondo Ghigo "Tra i nostri compiti primari come amministratori c'è quello costituzionale di rimuovere gli ostacoli, e non solo le barriere architettoniche, che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, di tutti i cittadini".
"Sappiamo che oggi - ha continuato il presidente della Conferenza - la condizione del disabile è ancora fortemente penalizzata, sia sul piano occupazionale sia nella partecipazione sociale e culturale.
"Dobbiamo pensare pertanto ad aiuti concreti, dall'assistenza domiciliare ad un fondo per l'autosufficienza delle persone disabili per aiutare concretamente le famiglie, ad iniziare da quelle che hanno persone con gravi handicap o con anziani non autosufficienti
".
Ha proseguito ancora dicendo che "Si deve inoltre lavorare sempre, anche in Conferenza Unificata nell'apposito tavolo già istituito il 19 giugno, a migliorare il coordinamento e la collaborazione tra Associazioni, Enti locali, Regioni e lo Stato per continuare a promuovere la piena integrazione sociale dei diversamente abili.
Bisogna cercare anche di razionalizzare la legislazione che interessa gli invalidi civili o le altre leggi che ancora non terminano il loro iter parlamentare.
E le Regioni, per quanto riguarda le risorse, chiedono che il Fondo Sanitario Nazionale raggiunga lo standard europeo di rapporto con il PIL, passando quindi dal 5,85% ad oltre il 6%: così come è da prevedere, nell'arco dei prossimi tre anni, un incremento aggiuntivo del Fondo sociale di un terzo in più rispetto agli attuali finanziamenti.
Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità siamo tra i primi al mondo nella qualità dei servizi sanitari, non si può dire altrettanto per gli stanziamenti.
Chiediamo pertanto certezza
- ha concluso - almeno nelle erogazioni e una maggiore concertazione in particolare sulle politiche sociali, che sono il cuore della società civile e quindi di tutto un sistema essenziale di servizi e di garanzie per il nostro Paese".

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www.venetosociale.it

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