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SOLDATO
Tettaluca

Un soldato nel campo.
Grano e girasoli.
Terra nostra.

Una fitta condensa
Di traslucidi orgasmi.
La donna, la sua.

Nel podere trasale.
La giacca verde.
Unico filo d’erba.

Si muove. Ondeggia.
Punti rosa dall’alto.
Due fiori. Due corolle.

Incessante e repentino
Gioca all’imboscata.
E’ tornato.

    
                Marie

 

IL GIARDINO DELLE MAGNOLIE

Esco nelle strade, cammino per le vie di questa città mentre le foglie girano nel vento vorticosamente.
I rami degli alberi si piegano al comando del tempo e la testa mi gira trasbordata da queste
onde.

Sento il lontano profumo degli ultimi gelsomini della stagione, l’ultimo calore che pervade in lontananza i miei vividi ricordi.
Una casa che profuma di legna da ardere, di muschio verde e 
funghi.
Vedo anche li, le foglie pascolare, come tante pecore in un gregge ammucchiarsi sul
 marciapiede.
E poi l’abbaiare dei cani che si rispondono, il cinguettio dei merli nel primo
mattino,
quando dalla fioca luce sotto la persiana passava il sapore dell’aria
fresca.
Ora, c’è tutto l’immenso respiro di un amore tenero,
eppure,
manca qualcosa. Esiste un imperscrutabile ammanco, un buco,
una mancanza ferma,
immobile.
Il silenzio pieno della pace che risorgeva in me nelle tepide giornate autunnali nel giardino delle magnolie.

                                       Marie

 

REMINISCENZE DI LUCE

 … Percepisco la reminescenza di quel sole
che mesceva uva,
viola come i ricordi e arancio come le mele
dissetate dall’ombra.

…Sui palazzi alti e fondenti di brividi,
passavano i tuoi capelli e i nostri tormenti.
Rimbeccavano i vetri a specchio quei bagliori,
che astuti e diretti ardevano gli infissi attraverso
le finestre sudate.

…  Andava, la luna e poi scorreva il  miraggio
intrattenuto dalle unghie bianche. Rappreso nella lacca.
Imbambolato dalle contentezze.

…Quella mirabile tenebra che passava nel campo
e poi  nel lucore dei pensieri accesi.
Quell’ ammirevole esistere che trafiggeva un Dio e lo pregava.
Che piangeva e urticava le idee intrappolate.

…Che cielo! Nella città che straniera trovava
le nostre guarigioni.
Uno zampettare di passeri mattinieri nel verbo della terra.
Un  acuto in falsetto di una farfalla inattesa.

…Periture le onde senza mare capovolgevano le ore
che pensierose e in pigiama rilasciavano filigrana di speranze. 

…Nel terremoto del tempo scorso sono infeltrite.
Nel labirinto stesso del loro pulsare e rifrangere.
Gli elementi cromatici restano gli stessi e le membrane filiformi
Non si stancano di far riemergere quell’Amore di madre.

Marie

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