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L'estate è finita, ma che cosa rende una spiaggia completamente accessibile a prescindere dalla stagione? Due vacanze e spirito di osservazione portano Lila e Paolino a scoprire cosa renda una spiaggia perfetta

Stessa spiaggia, stesso mare ma le cose lentamente cambiano. Piccoli segni di inclusione appaiono sulle porte degli stabilimenti balneari fra Marina di Pisa e Tirrenia, località che ho frequentato questa estate: si tratta di  cose spesso piccole ed incomplete, per essere obiettivi, ma rappresentano comunque un segno di tempi che cambiano per le persone con disabilità.

Lampanti sono i casi di due stabilimenti balneari gestiti da cooperative sociali che si occupano di persone fragili, nei quali l'accessibilità è garantita in maniera totale: lì (e va da sé) gli ostacoli che potrebbero ostacolare l'accesso alle aree della struttura sono molto limitati.
Ciò che invece mi ha colpita è la crescente attenzione dei cosiddetti “stabilimenti vecchi”, segno di un'apertura mentale verso chiunque abbia necessità speciali. Non è impossibile quindi immaginare un futuro molto prossimo nel quale non dovremo andare a cercare lo stabilimento dall'accessibilità migliore e si potrà semplicemente scegliere quello con gli ombrelloni ad esempio dal colore che più ci piace.

Ci sono tanti fattori che determinano la scelta di un bagno piuttosto che un altro; l'accessibilità, però, non dovrebbe far parte di questi criteri di scelta.  Dovrebbe essere inclusa nel diritto alla libertà delle persone, a prescindere dalle loro abilità.
Ma che cosa rende uno stabilimento balneare davvero a portata di tutti? Che cosa rappresenta un ostacolo all'indipendenza della persona diversamente abile?

Io e l'amico Paolino Pisani, disabile “giramondo” appena rientrato da un'esperienza di inclusione pressoché totale nella bella Tenerife, ce lo siamo chiesti ed abbiamo scovato diversi “ci piace” che vorremmo veder riproposti anche nei nostri litorali.

INGRESSO - Ci piace l'ingresso allo stabilimento che preveda parcheggi riservati alle persone con disabilità, agevolandone così la permanenza nella struttura. L'entrata dev'essere corredata di pedane e scivoli per accedere alla struttura in autonomia. Ci piacciono inoltre reception, zona bar e ristoro che prevedano passerella per disabili in carrozzina in spiaggia spazi “a misura” (prendere il caffè allungandoci verso il banco come fossimo giraffe non è proprio il massimo), ampi spazi privi di ingombri e con  percorsi sensoriali per non vedenti.

SERVIZI IGIENICI - Importantissimi! Ci piace l'idea di trovare dei bagni che rispettino i criteri dell'accessibilità secondo le norme vigenti, così come ci piacciono le docce dotate di seggiolino, maniglioni di sicurezza e di antiscivolo sul pavimento. Ci piace anche trovare le toilettes non chiuse a chiave, perché non è piacevole dover costantemente chiedere.

CABINE - Ci piacciono le cabine accessibili, che non si differenziano poi così tanto dalla concezione dei servizi igienici: spazio per entrare e girarsi in carrozzina, ausili per il passaggio posturale (maniglioni), assenza di scalini. Non li vogliamo, neanche minuscoli, perché siamo in vacanza allo “svacco” come tutti nel classico momento pigrizia e non vogliamo fare neanche un accenno di impennata. Sì, ci piace vincere facile!

EQUIPAGGIAMENTO DELLA SPIAGGIA - Ci piacciono tantissimo le passatoie di legno o plastica che non arrivano soltanto al bagnasciuga ma si diramano dalla principale connettendo una parte degli ombrelloni. Ci piacciono i lettini alti che favoriscono i passaggi dalla carrozzina, ci piacciono gli ombrelloni grandi, ci piacciono le sedie Job di più modelli. Ci piace anche il deambulatore da spiaggia, che segue il principio della sedia Job: per chi ancora riesce a deambulare, che bello ritrovare il piacere di passeggiare in riva al mare coi piedi in acqua!
Ci piace che ci sia, sotto la doccia fredda gratuita, anche una sedia di plastica per persone diversamente abili che ne permetta l'utilizzo se uno vuole solo sciacquarsi via il sale dalla pelle.
Ci piacerebbe avere una passerella che arrivi fino in acqua, ma a quanto pare -almeno nel territorio Pisano- non è possibile farlo in quanto zona protetta (e ci piace senza dubbio rispettare il mare, rispetto alla passerella ancorata in acqua).
Ci piacciono tanto i bagnini e le bagnine che sanno perfettamente usare i nuovi ausili da spiaggia e spiegano volentieri come aiutare il proprio familiare o amico ad entrare in acqua. (Diciamo che ci piacciono tanto i bagnini e le bagnine, ma questa è un'altra storia...)

L'abbiamo messa sotto forma di gioco, ma i suggerimenti sono seri. Molti di questi suggerimenti cavalcano le stagioni, perché il piacere di bere un caffè nel vento freddo e salato di Gennaio torni ad essere un dono per i giorni di tutti. Quindi, che sia inverno o che sia estate: ora e sempre, mare nostro.


In disabili.com:

Spiagge accessibili: quali sono i requisiti e dove si trovano in Italia?
 

Lila Madrigali e Paolino Pisani


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