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Gli italiani in gara a Rio, le regole e un pizzico di storia di questa disciplina delle prossime Paralimpiadi

A meno di un mese dall'inizio dei XV Giochi Paralimpici estivi di Rio de Janeiro, la più prestigiosa competizione sportiva internazionale, vi parliamo di uno sport altrettanto prestigioso, da decenni punto di riferimento per gli sportivi disabili: il tiro con l'arco (comunemente noto anche come para-archery), presente nel programma ufficiale fin da Roma '60.

LA STORIA - La tradizione del tiro con l'arco paralimpico è lunghissima e affonda le proprie radici nella Gran Bretagna del secondo dopoguerra: la sua nascita, nonché la prima competizione ufficiale, si deve all'iniziativa dell'ospedale di Stoke Mandeville, comune di soli 5000 abitanti che oggi ospita la più grande Unità Spinale (reparto dove si curano le lesioni spinali e midollari) d'Europa: qui si svolsero, giusto per sottolinearne l'importanza strategica, le Paralimpiadi del 1984. Come il nuoto, anche il tiro con l'arco è regolato e gestito a livello internazionale da un'apposita sezione del Comitato Paralimpico Internazionale; in Italia è la Fitarco, a seguito di un protocollo d'intesa stipulato con il CIP, a seguirne lo sviluppo.

LE REGOLE - Come nella stragrande maggioranza degli sport praticati da persone con disabilità, anche le regole del tiro con l'arco paralimpico seguono fedelmente quelle valide per i normodotati ad eccezione di alcuni piccoli adattamenti; l'organizzazione che, a livello mondiale, si occupa di stabilire e far rispettare il regolamento è la World Archery.
Ricordiamo, in breve, alcuni degli aspetti fondamentali di questo sport: l'obiettivo dell'arciere è quello di colpire con le frecce (dodici sessioni da sei frecce ciascuna nelle qualificazioni e quattro sessioni da tre frecce dai quarti di finale in poi) un bersaglio delimitato da cerchi concentrici di punteggio crescente dall'esterno verso l'interno. Il centro perfetto vale 10 punti mentre se viene colpita la linea di demarcazione tra due cerchi viene conteggiato il punteggio relativo a quello più interno. Alle Paralimpiadi, il bersaglio, che ha diametro di 122 centimetri, è posizionato ad una distanza di 70 metri dal punto di tiro.

LA CLASSIFICAZIONE - La classificazione funzionale è relativamente semplice: le categorie sono "solo" quattro, suddivise a seconda della specialità e del tipo di disabilità. Sia per l'arco olimpico (o ricurvo) che per quello compound sono quindi presenti le classi W1, W2, Standing e Open (di cui riportiamo, qui sotto, una descrizione molto generica).

Classe W1: riservata ad atleti tetraplegici in carrozzina con disabilità sia agli arti superiori che inferiori;
Classe W2: riservata ad atleti paraplegici in carrozzina con disabilità agli arti inferiori;
Classe Standing: riservata ad atleti con disabilità agli arti inferiori ma con un livello di funzionalità tale da permettergli di tirare in piedi o seduti su una sedia/sgabello;
Classe Open: aperta ad atleti con diverse tipologie di disabilità.

GLI ITALIANI A RIO - Chiudiamo, come al solito, analizzando le possibilità vittoria della Nazionale Italiana: la squadra Azzurra di tiro con l'arco paralimpico è composta da otto atleti supportati da uno staff tecnico di otto persone (tra cui il pluri-Campione Oscar De Pellegrin, oggi consigliere federale); particolarmente agguerrita e ambiziosa la parte femminile del gruppo, contraddistinta da un giusto mix di esuberanza ed esperienza internazionale. Le stelle sono Elisabetta Mijno (Olimpico W2) ed Eleonora Sarti (Compound W2): la prima, torinese classe '86, è Vice-Campionessa Paralimpica in carica e può vantare diversi Titoli Italiani, un successo agli Europei nel 2014 e un bronzo ai Mondiali nel 2015; la seconda, che ha cominciato la propria avventura nell'arco solo nel 2013 dopo aver praticato con successo il basket in carrozzina, può già vantare parecchi piazzamenti tra cui un Titolo Mondiale e un ancor più sorprendente record del mondo. Per quanto riguarda gli uomini, attenzione al "veterano" Alberto Simonelli, mentre qualche soddisfazione potrebbe arrivare anche dalle gare a squadre (gli altri atleti della spedizione sono Roberto Airoldi, Alessandro Erario, Giampaolo Cancelli, Matteo Bonacina e Fabio Luca Azzolini).


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Marco Berton

(foto: https://www.rio2016.com)

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