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Mentre le gare sono entrate nel vivo, ultima carrellata di sport per concludere la presentazione di regole, classificazioni e aspettative azzurre di questi Giochi Estivi

Non sembra vero: è passato poco più di un mese dall'inizio del nostro speciale "conto alla rovescia" che le Paralimpiadi di Rio  sono già entrate nel vivo. Un avvio in chiaroscuro per la spedizione azzurra, che ha dovuto rinunciare in partenza a due possibili protagonisti: il primo è il ciclista ipovedente Ivano Pizzi (insieme alla guida Alessandro Fantini), favoritissimo per la medaglia d'oro nel tandem classe B, sospeso in via cautelare dalla Commissione Tutela Salute della Federciclismo per alcune anomalie riscontrate nei valori del sangue (qui le regole del paraciclismo, ndr) ; il secondo è il maratoneta Alessandro Di Lello, sfortunato nel dover rinunciare ai Giochi a causa di un infortunio muscolare.

Ma il medagliere azzurro nel frattempo si sta andando a riempire di titoli: sono tredici fino a questo momento le medaglie conquistate dall'Italia, con il primo oro ieri sera nei 200 misti, di un insuperabile Federico Morlacchi, che già aveva portato a casa un argento nei 400 stile libero.
Le altre medaglie del nuoto sono arrivate dal padovano Francesco Bettella,  argento nei 100 dorso, Cecilia Camellini (argento) Giulia Ghiretti e Vincenzo Boni (argento). La portabandiera azzurra, Martina Caironi, ha messo al collo la prima medaglia  azzurra dell'atletica, con l'argento nel salto in lungo. Due bronzi sono arrivati anche dal tennistavolo, grazie alle imprese di Giada Rossi e Mohamed Amine Kalem. Nel Triathlon maschile argento da Michele Ferrarin, e bronzo da Giovanni Achenza. Nel canottaggio è arrivato il bronzo per Elenonora De Paolis e l'argento di Fabrizio Caselli.

Tornando a noi, la scorsa settimana ci eravamo lasciati con la presentazione del canottaggio paralimpico e della paracanoa, ma le discipline che mancano all'appello sono ancora cinque: equitazione, paratriathlon, sollevamento pesi, tennis in carrozzina e tiro a segno. Di seguito, un breve ripasso su quello che potrete aspettarvi dagli Azzurri in gara.

EQUITAZIONE - Nata come attività riabilitativa per il recupero delle funzioni fisiche e psicologiche delle persone con disabilità, l'equitazione si afferma come sport paralimpico a partire dagli anni '70. A livello agonistico viene praticata da persone con disabilità fisica e visiva suddivise in due differenti specialità di dressage (tecnico e freestyle), particolare tipologia che prevede movimenti geometrici detti, in gergo, "arie".
La classificazione funzionale prevede quattro categorie (da I a IV) con livello di disabilità decrescente. Le regole dell'equitazione paralimpica vengono stabilite dall'International Paralympic Equestrian Committee (IPEC) in accordo con l'International Equestrian Federation (FEI).
La Nazionale Italiana, composta da cinque atleti, punterà tutto sulle doti di Sara Morganti, oro e argento Mondiale nel 2014 e triplo bronzo Europeo 2009, 2013 e 2015. Attenzione anche a due possibili outsider come Francesca Salvadè e Silvia Veratti.

PARATRIATHLON - Pur essendo praticato in circa 40 paesi in tutto il mondo, il paratriathlon si appresta a debuttare alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Gli atleti coinvolti in questa disciplina, assimilabile in tutto e per tutto a quella praticata da atleti normodotati, prevede la partecipazione di persone con disabilità fisica o sensoriale che devono cimentarsi in un percorso da percorrere per 750 metri a nuoto, 20 chilometri in bicicletta (con possibilità di utilizzare handbike o tandem) e 5 km di corsa (con possibilità di utilizzare un'apposita carrozzina).
L'organizzazione internazionale che governa il paratriathlon e ne stabilisce la classificazione funzionale è la International Triathlon Union (ITU). Le categorie sono sei e vengono assegnate agli atleti in base a un punteggio: PT1, 2, 3, 4 (disabilità fisiche); PT5 (disabilità visive).
L'Italia, pur essendo composta da soli tre elementi, si presenta ai nastri di partenza estremamente competitiva, potendo contare sulla forza del due volte Campione Europeo e Mondiale Michele Ferrarin, sul bronzo Europeo e Mondiale Giovanni Achenza e su Giovanni Sasso.

SOLLEVAMENTO PESI - Conosciuto anche come powerlifting, il sollevamento pesi è una delle discipline paralimpiche storiche, nel programma ufficiale fin da Tokyo 1964: praticato da persone con diverse tipologie di disabilità fisica (lesioni spinali, amputazioni...) e intellettiva, prevede la bellezza di dieci categorie, differenziate a seconda del sesso e del peso dell'atleta. A differenza dell'attività praticata dai normodotati, i paralimpici svolgono la propria prova con la schiena completamente aderente (ogni minimo movimento viene punito) ad una panca piana e devono sollevare il peso, appoggiato sul petto, fino a distendere completamente le braccia; l'atleta ha a disposizione tre prove e due minuti per effettuare ogni singolo sollevamento.
Nonostante le donne siano ammesse solamente da Sidney 2000, sarà proprio una donna (prima italiana a qualificarsi ai Giochi) a guidare la nostra Nazionale a Rio: Martina Barbierato, 22enne torinese, giovanissima protagonista di una carriera che l'ha vista primeggiare fin dalle prime gare: Campionessa Mondiale ed Europea Juniores, bronzo Europeo assoluto. Completa la squadra Matteo Cattini, ripescato dopo l'esclusione della Russia.

TENNIS IN CARROZZINA  - Al contrario di quanto si possa pensare, il tennis in carrozzina ha avuto uno sviluppo relativamente recente, iniziato negli Stati Uniti negli anni '70 e culminato con l'esordio ufficiale ai Giochi a partire da Barcellona 1992. Per quanto riguarda il regolamento esistono poche differenze rispetto al tennis: l'unico adattamento di una certa rilevanza è rappresentato dal doppio rimbalzo per consentire all'atleta in carrozzina di raggiungere la pallina con maggiore facilità e di rispondere all'avversario con un minor dispendio di energie. Non esistono categorie funzionali classificate in base al grado di disabilità: gli atleti sono suddivisi tra uomini e donne che gareggiano in gare singolari o di doppio; l'unica eccezione è costituita dalla categoria quad, riservata ad atleti tetraplegici. Il tennis in carrozzina è governato dalla International Tennis Federation (ITF), che lo gestisce attraverso il circuito Uniqlo Wheelchair Tennis Tour.
Pur vantando una lunga carriera internazionale, i tre italiani presenti a Rio (Marianna Lauro, Fabian Mazzei e Alberto Corradi) non sono ancora riusciti a conquistare una medaglia nelle competizioni più importanti.

TIRO A SEGNO - Governato dall'International Paralympic Shooting Committee (ISCD) e disciplina paralimpica a partire da Toronto 1976, il tiro a segno è uno sport basato sulla precisione che ammette la partecipazione di atleti con disabilità fisica suddivisi tra atleti in piedi e atleti in carrozzina che gareggiano nelle specialità pistola o carabina su diverse distanze: 10, 25 o 50 metri; ogni categoria prevede, a sua volta, competizioni individuali o a squadre maschili, femminili o miste. Come nel tiro con l'arco, l'obiettivo è colpire un bersaglio composto da 10 cerchi concentrici con punteggi da 1 a 10; durante la finale, il punteggio ottenuto andrà a sommarsi a quello dei turni precedenti determinando, così, il vincitore della prova.
La stella dell'Italia a Rio sarà, senza ombra di dubbio, Nadia Fario, reduce da due secondi posti consecutivi agli Europei e da un terzo posto ai Mondiali. Completano la squadra Massimo Croci e Pamela Novaglio.

Trovate le regole di tutti gli altri sport nei quali gli italiani gareggiano a Rio qui:
Rio 2016: speciale sport paralimpici e Azzurri

Marco Berton


 

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