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Si susseguono notizie di cronaca su presunti abusi e violenze dei docenti sui bambini: cosa sta succedendo?

Nelle ultime settimane si sono susseguite notizie di cronaca a dir poco allarmanti, riguardanti comportamenti violenti di alcune maestre verso i bambini. Fermo restando che le indagini di carattere giudiziario dovranno fare il loro corso e verificarne veridicità e consistenza, ci pare doveroso provare e fare alcune riflessioni sul fenomeno, per cercare di capire cosa stia succedendo. Le maestre sono diventate violente all’improvviso? Questi fatti sono sempre esistiti e però adesso la soglia di attenzione delle famiglie si è fatta più alta e dunque vengono allo scoperto? E’ in corso una delegittimazione mediatica?

Le domande restano senza risposta. Possiamo solo soffermarci e riflettere sui fatti.

A Modena, una maestra di Scuola dell’Infanzia è stata fermata per schiaffi, offese ed urla rivolte ai bambini; A Vicenza, sempre in una Scuola dell’infanzia, una maestra avrebbe addirittura sputato addosso un bambino, colpevole di aver fatto la stessa cosa ad un compagno; in provincia di Torino una collaboratrice scolastica avrebbe costretto una bambina a raccogliere qualcosa che aveva buttato nel water; a Ravenna una maestra è stata allontanata dalla classe perché terrorizzava i bambini con urla e calci alla cattedra. C’è poi l’episodio particolarmente sconcertante di Roma , dove un assistente avrebbe commesso abusi sessuali su un minore con disabilità. In questo caso molti quotidiani hanno anche fatto confusione tra la figura dell’assistente e quella del docente di sostegno, alimentando polemiche e lamentele. Resta comunque il fatto, violentissimo e terribile. Si potrebbe proseguire ancora, ricordando pure la maestra denunciata per aver detto pubblicamente ed animatamente che un bambino con sindrome di Asperger impediva il regolare svolgimento delle lezioni.
L’iter giudiziario relativo a queste vicende farà il proprio corso. Ci chiediamo però come sia possibile che accadano fatti del genere e, di conseguenza, cosa si potrebbe fare per impedirlo.

In una recente intervista, il pedagogista D. Novara ha evidenziato le difficoltà, nella scuola, di tipo organizzativo e nella gestione del personale, a cominciare dalla selezione. Lo studioso ha sottolineato che il riconoscimento professionale ed economico di educatori e maestri è molto basso e questo, probabilmente, comporta il fatto che non sia la prima scelta dei giovani migliori. Non ha dimenticato i tagli degli ultimi anni, che hanno contribuito a determinare la fragilità del sistema ed ha evidenziato l’importanza, in questo lavoro, della capacità di gestire le emozioni. Interrogarsi sulle modalità di selezione e gestione del personale, dunque.

E’ però molto importante interrogarsi anche sulle derive dei comportamenti. I fatti di cronaca riportati riguardano quasi sempre docenti ultracinquantenni con molti anni di servizio alle spalle, i quali in passato non avevano mai ricevuto accuse di questo genere. E’ chiaro che questo non solleva dalle pesanti responsabilità connesse. Non possiamo, però, non chiederci se questi episodi possano essere legati ad elevati livelli di stress psicofisico. Il D. Lgs n. 81/08 prevede il monitoraggio e la prevenzione dello Stress Lavoro Correlato dei docenti, proprio per impedire fatti incresciosi. La finalità, infatti, è quella di intercettare insegnanti a rischio, i cui comportamenti potrebbero ricadere sugli alunni. Nel decreto si chiede di tutelare la salute dei lavoratori tenendo in conto anche di genere ed età: appare sempre meno casuale, infatti, che gli episodi riportati dalla cronaca riguardino quasi sempre donne con una significativa anzianità anagrafica e di servizio.

Resta da chiedersi in quante scuole venga fatto regolare monitoraggio e prevenzione, nell’interesse di tutti, a cominciare dai più piccoli.  

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Tina Naccarato

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