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scuolabus Un augurio di buon inizio di anno scolastico a insegnanti ed alunni, ricordano alcuni punti importanti sui quali la scuola attende un miglioramento

In questi giorni la grande protagonista è la scuola, non solo perché con settembre c’è il ritorno degli alunni in classe, ma anche sul piano politico è arrivata La buona scuola, le linee generali sulla riforma scolastica del Governo Renzi.   A questo proposito, sul fronte strettamente connesso con la disabilità – quindi con il sostegno, il Governo intende agire in direzione di un rafforzamento della qualifica della figura dell’insegnante di sostegno, di modo da essere in grado di affrontare non solo situazioni di disabilità vera  e propria, ma anche di difficoltà di apprendimento nelle varie sfumature (vedi DSA E BES).

Tutte cose sacrosante e importanti, ma come abbiamo avuto modo di ricordare anche recentemente, questo non basta. Uno dei problemi principali del sostegno è la mancanza di continuità didattica per questi ragazzi che pagano la mancanza di docenti specializzati per il sostegno (tanto che a più di 40.000 alunni con certificazione non potrà essere garantita la continuità didattica).  Ma sono davvero tanti i punti su cui sarebbe il caso di soffermarsi, dalla necessità di rivolgersi al Tar per vedere riconosciute le ore di sostegno certificate, alla situazione delle barriere architettoniche nelle scuole, e via dicendo.

A questo punto, quindi, con l’augurio di un buon inizio di anno scolastico a tutti - alunni ed insegnanti, ma anche famiglie, operatori e assistenti -, condividiamo le “Undici cose da non dimenticare su scuola, alunni disabili e sostegno, evidenziati da “Tutti a scuola”,  la onlus impegnata per i diritti degli alunni con disabilità, contro ogni forma di discriminazione, che ci ricorda che:

  1. gli alunni disabili sono ogni anno superiori di migliaia di unità alle previsioni che il Miur registra diligentemente al momento delle iscrizioni (a.s. 2013-14: 231.500 contro i previsti 223.000)

  2. gli alunni disabili sono in percentuale maggiore presenti in Trentino Alto Adige (6,4%), le regioni del tanto vituperato Meridione “patria dei falsi invalidi” hanno il minor numero di certificazioni di disabilità (2%) mentre la media più alta spetta al centro nord (2,3%)

  3. gli insegnanti di sostegno, più presenti nelle regioni meridionali, sono sempre meno della metà degli alunni disabili con differenze sfumate tra le regioni

  4. un alunno disabile spesso trascorre in classe un tempo molto inferiore all’orario scolastico dei suoi compagni (mediamente 14 ore su 30)

  5. un alunno disabile su due vede ogni anno cambiare, alla faccia del valore pedagogico della continuità didattica ed affettiva, l’insegnante di sostegno

  6. un alunno disabile in molte scuole, soprattutto nelle grandi città, se deve fare la pipì o mangiare una merendina rischia di non poterlo fare perché privo di assistentato materiale (!)

  7. l’abbandono dall’obbligo scolastico vede, affianco ai motivi noti, la disabilità come elemento essenziale

  8. nelle scuole pubbliche sono accolti oltre il 91% degli alunni disabili

  9. gli alunni disabili sono per circa l’80% di tipo intellettivo

  10. negli ultimi tre anni oltre 15000 famiglie italiane hanno, pagando migliaia di euro per ogni ricorso, ottenuto solo grazie alle sentenze del Tar che per i loro figli disabili il diritto costituzionale allo studio fosse garantito

  11. gli insegnanti di sostegno nella metà dei casi sono diventati tali perché, in soprannumero nelle discipline di elezione, hanno frequentato mini corsi di formazione di poche ore o addirittura nulla (affidare i bambini più fragili ad insegnanti così formati è un po’ come decidere di farsi operare al cuore da un medico della mutua).

Buona scuola a tutti.


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Redazione







 

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