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maestro con bambinoDaniela Boscolo, insegnante di sostegno ritenuta tra i migliori docenti al mondo, scrive al ministro e racconta la sua idea di scuola inclusiva

Daniela Boscolo e Daniele Manni sono due insegnanti divenuti famosi perché ritenuti tra i migliori del mondo. Daniela insegna in provincia di Rovigo, Daniele a Lecce. Sono stati tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, premio promosso dalla Varkey GEMS Foundation e assegnato il 16 Marzo scorso ad una docente statunitense.

 

Daniela è un’insegnante di sostegno, da tempo impegnata nella didattica inclusiva; lavora per il raggiungimento di apprendimenti concreti in situazioni sociali, con metodologie cooperative. Nelle sue numerose attività ha coinvolto i colleghi curricolari e le realtà del territorio in diversi progetti inclusivi e già nel 2010 aveva ottenuto il riconoscimento di Insegnante dell’anno.

 

Da quando è stata inserita tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, Daniela ha ottenuto una grande popolarità: molte persone le scrivono, le raccontano, le chiedono consigli. Per questo motivo nelle ultime settimane ha scritto una lettera al ministro Giannini e all’On. Faraone, per farsi portavoce delle difficoltà che riguardano i docenti di sostegno, gli alunni e le loro famiglie:"la parola inclusione"- scrive Daniela- "in molte scuole è un involucro vuoto … Quello che fa più male è l’indifferenza, l’isolamento, l’inadeguatezza professionale di troppi docenti che considerano lo studente con disabilità un corpo estraneo rispetto alla classe. Sembra che la qualità dell’apprendimento per i ragazzi con disabilità non sia una questione prioritaria … Come giustificare, altrimenti, la mancata formazione dei docenti di classe, che dovrebbero insieme all’insegnante di sostegno, realizzare, attraverso una didattica efficace, l’inclusione degli studenti “speciali”? Tutto viene lasciato all’iniziativa personale".

Daniela Boscolo

 

"In origine"- continua Daniela- "l’integrazione doveva essere attuata attraverso la prestazione di insegnanti specializzati, cioè personale di ruolo con preparazione specifica e formazione quindi superiore rispetto ai colleghi curricolari. Nel corso degli anni, però, si è abbandonata la definizione di “docente specializzato” a favore dell’insignificante “docente di sostegno” … Tolta la parola “specializzato” il gioco è diventato semplice: chiunque poteva insegnare ai ragazzini con disabilità". Al sottosegretario, che sta lavorando alla riforma del sostengo, a proposito della sua intenzione di tornare a un modello d’interpretazione della disabilità prettamente medico, Daniela scrive: "la disabilità non è la persona, un ragazzo con sindrome di Down o con autismo non è la sindrome stessa … Quello che serve è una maggiore dimestichezza con i diversi metodi e approcci di insegnamento". Daniela si mostra contraria alla separazione di carriera del docente specializzato rispetto a quella dei docenti curricolari: "avere insegnanti curricolari specializzati"- spiega- "sarebbe il modo migliore per favorire davvero l’integrazione, perché ogni docente saprebbe essere curricolare e insieme “di sostegno”".

 

Noi concordiamo con lei: una scuola di professionisti, di competenze diffuse, senza deleghe e specialismi è davvero inclusiva. E’ una buona scuola.

 

 

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Tina Naccarato

 

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