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cappello laureaA vent’anni dalla Legge 104 non è ancora possibile parlare di piena inclusione

A 35 anni dalla L. 517/77 sull’integrazione degli alunni disabili nelle classi comuni della scuola dell’obbligo e a 20 dalla L. 104/92, Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione e l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, molta strada rimane purtroppo ancora da fare in direzione di una reale inclusione, anche nelle università .

LA L. 17/99 ‑¬â‚¬ A partire dalla L. n. 17/99, che integra e modifica la L. 104/92, le università hanno prestato maggiore attenzione ai bisogni degli studenti disabili, perché sollecitate ad attivare servizi di tutorato specializzato, a predisporre sussidi tecnici e didattici e ad impiegare mezzi tecnici specifici. Le università hanno dovuto  individuare docenti con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative sull’integrazione; essi si sono poi uniti nella Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori delle Università Italiane (CNUDD), riconosciuta dal 2001 quale organo ufficiale per omogeneizzare gli interventi a favore degli studenti disabili in tutti gli atenei.

BUONE PRASSI ‑¬â€˜ Alcune Università , tra cui quelle di Modena e Reggio Emilia, hanno creato nel tempo strutture stabili per favorire l’integrazione anche con il supporto nello studio. L’Università di Lecce si è impegnata a garantire l’inclusione con numerose iniziative. L’Università dell’Insubria ha adottato la Carta dei Servizi del Servizio Studenti Disabili, quale strumento di tutela nei loro confronti. A Verona è stato firmato un accordo tra comuni, strutture sanitarie, scuole ed Università per favorire l´integrazione semplificando la modulistica per l´accesso ai servizi. A Sassari l’Università ha disposto il servizio di testi digitalizzati per gli studenti non vedenti, ipovedenti e con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).

RESTA MOLTO DA FARE ‑¬â€˜  Non si registrano però solo iniziative positive ma anche spiacevoli episodi di esclusione. A Roma uno studente dislessico non ammesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia è stato poi accettato in seguito a ricorso al TAR da parte dell’Unione degli Universitari (UdU), che ha denunciato un precedente caso analogo con una ragazza cieca. Il candidato, volendo ricorrere alle misure previste dalla L. 170/10, ne aveva fatto richiesta presso lo  sportello Disabili della Sapienza. Gli era così stato consentito di beneficiare di trentasei minuti in più per rispondere ai quiz ma non gli erano state fornite le condizioni, i supporti e gli strumenti adeguati per garantire le condizioni di parità con gli altri concorrenti. Non avendo superato il test, aveva chiesto al rettore di poter ripetere la prova in condizioni idonee ma la sua richiesta era stata rigettata. Da qui si è poi giunti al ricorso al TAR.

Resta dunque ancora molto da fare per facilitare l’accesso adeguato dei disabili nelle università . La cooperazione costante tra gli sportelli per i disabili, le strutture amministrative ed un tutorato efficiente potrebbe certamente portare a risultati molto soddisfacenti. Però non basta: occorrerebbero anche diffuse campagne di sensibilizzazione sull’integrazione tra gli studenti, perché troppe volte, ancora oggi, manca anche il supporto ed il sostegno tra pari.

 

APPROFONDIMENTI:

CNUDD ‑¬â€˜ LINEE GUIDA

CNUDD ‑¬â€˜ REGOLAMENTO

 

IN DISABILI.COM:

UNINSUBRIA: ADOTTATA LA CARTA SERVIZI PER DISABILI
 
DSA: PUBBLICATO IL DECRETO ATTUATIVO DELLA LEGGE N. 170/2010 E LE LINEE GUIDA

Tina Naccarato

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