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insegnante-e-alunniIn caso di diagnosi di discalculia è importante che vi siano confronti tra scuola, clinici e famiglia, interventi ad hoc, scelte didattiche ed allenamento nelle procedure

Nelle scorse settimane ci siamo occupati delle difficoltà nell’apprendimento dei numeri, di cui si è discusso nel convegno ad esse dedicato all’interno di Handimatica.
Alcuni interventi si sono concentrati sull’individuazione precoce delle situazioni di difficoltà nell'utilizzo dei numeri, che nel tempo potrebbe rivelarsi come un Disturbo Specifico dell'Apprendimento: la discalculia, che, diagnosticata alla fine della terza primaria, riguarda il 2,5% della popolazione scolastica.

Di tale disturbo specifico dell’apprendimento si è occupato l’intervento di A. Biancardi, il quale, a partire dalle indicazioni sulla discalculia della Consensus Conference ha esordito facendo riferimento ai parametri (rapidità ed accuratezza) ed alle prove ad hoc costruite per individuarla.

I bambini con discalculia, ha continuato lo studioso, tendono ad avere difficoltà soprattutto in compiti di transcodifica, nel conteggio all’indietro, nei calcoli rapidi e con le tabelline.
La diagnosi, che di norma viene effettuata alla fine della classe terza primaria, dev’essere accurata, poiché i bambini con discalculia sono tanti. Si stima infatti che l’87% dei piccoli con dislessia siano anche discalculici. Pertanto, se si è già in presenza di una diagnosi di dislessia, bisogna monitorare con attenzione perché vi sono buone possibilità che l’allievo sia anche discalculico.

Cosa fare, come procedere?

E’ molto importante osservare il comportamento della memoria di lavoro, in quanto in caso di difficoltà in essa si è probabilmente in presenza di problematiche severe e/o di situazioni di comorbilità o di danno cognitivo.
Occorre inoltre seguire tempi e procedure corrette, individuando come e quando sospettare un disturbo, quali strumenti utilizzare per individuarlo, come e quali batterie somministrare, distinguendo tra numero, calcolo e cognizione numerica e valutando i criteri di correttezza e rapidità.

Cosa fare per intervenire?

E’ in primo luogo necessario il confronto tra clinici, insegnanti e genitori, in modo da individuare congiuntamente come intervenire. Occorre poi adottare protocolli specifici per la transcodifica, i fatti aritmetici, il calcolo a mente, le situazioni problematiche ecc., scegliendo i tempi per l’applicazione dei protocolli, i materiali e gli strumenti.

Come intervenire nella scuola primaria?

Tra i suggerimenti indicati da Biancardi ricordiamo l’attenzione che è necessario avere nell’individuazione delle procedure, che devono essere allenate, ed in particolare nel conteggio, nel calcolo e nei fatti aritmetici. E’ inoltre importante utilizzare le tecnologie e gli ausili utili per favorire la comprensione dei concetti. Nell’azione didattica quotidiana è inoltre preferibile la riduzione di compiti ed esercizi, dando una seconda chance alle verifiche scritte, individuando l’errore e riflettendo su di esso. In caso di necessità le verifiche scritte possono essere integrate con un colloquio orale.
Un aspetto da non sottovalutare, infine è lansia matematica, che è possibile ridurre evitando l’accanimento didattico. Il docente può considerare quanto di ciò che si insegna sia davvero indispensabile nel curricolo formativo e scegliere di insegnare promuovendo la matematica per la vita.


APPROFONDIMENTI

Discalculia evolutiva


In disabili.com

Speciale DSA


Tina Naccarato


 

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