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bambino seduto per terra con faccia nascosta tra le gambe In questi giorni la cronaca ha denunciato nuovi maltrattamenti su minori inflitti da personale scolastico. Servono controlli: a chiederlo anche gli stessi insegnanti

In occasione della Giornata Nazionale dedicata all'autismo l'Associazione per la tutela del minore ha reso pubblica la notizia di un caso di maltrattamento e violenze subite da un alunno con autismo da parte di un'insegnante. I fatti sono accaduti qualche anno fa in una scuola romana e le indagini erano partite a seguito della denuncia di alcune insegnanti della scuola e di alcuni genitori. Il piccolo, offeso, minacciato, picchiato e preso a calci dalla maestra, aveva manifestato turbamento, stati fobici ed ansiosi. L'insegnante é stata quindi rinviata a giudizio ed è in corso il processo.

Notizie di questo tipo, purtroppo non sono nuove. Ricordiamo ad esempio il caso di Vicenza di qualche tempo fa, in cui a perpetrare violenza nei confronti di un ragazzo disabile erano state addirittura due figure educative, un'insegnante di sostegno ed un'assistente. Era stato in quel caso diffuso un video agghiacciate, in cui un ragazzo del tutto inerme e spaventatissimo veniva offeso, aggredito e picchiato continuamente. Entrambe sono state arrestate.

Altri episodi raccontano di violenze subite da bambini piccoli, non solo disabili. E' il caso di Bisceglie, anch'esso di questi giorni, in cui una maestra di una scuola dell'infanzia comunale minacciava, terrorizzava e strattonava bambini molto piccoli. Gli episodi sono stati registrati grazie alle indagini avviate a seguito di denuncia. L'insegnate, anche in questo caso, è stata arrestata. Come non ricordare, infine, i piccoli dell'asilo nido Cip e Ciop, maltrattati, picchiati, costretti a mangiare il loro vomito da parte di due educatrici? Arrestate, processate, condannate.

LA SCUOLA NON E' QUESTO - Chi legge queste notizie prova ribrezzo, repulsione, orrore. A provarlo siamo tutti noi, genitori, nonni, semplici lettori o anche insegnanti. Perché questi sono esiti deviati, ulcerosi, patologici, schegge impazzite che traducono falle di un sistema, anche di controllo. Non è questa la scuola, lo sappiamo. Per fortuna. Eppure anche questo accade.

Si ripropongono dunque interrogativi importanti e inderogabili: com'è possibile che accadano queste cose? Come può il luogo chiamato ad occuparsi della formazione delle nuove generazioni trasformarsi in un incubo? Com'è possibile che persone chiaramente inadeguate occupino il posto destinato a professionisti selezionati per svolgere mansioni delicatissime?

Le famiglie e gli stessi docenti chiamano all'unisono una forma razionale di controllo, che non permetta a persone inadeguate di accedere a questa professione o, se già la svolgono, che non consenta di proseguire in essa. Non è semplice. I docenti italiani giungono all'insegnamento dopo aver superato numerose selezioni culturali, ma non è prevista al momento alcuna forma di accertamento attitudinale. Non vi sono poi controlli in servizio, se non di fronte a situazioni eclatanti.

A ciò si aggiunge l'innalzamento dell'età pensionabile e le classi sempre più numerose. Si tratta un lavoro usurante e con un alto livello di burnout dovuto a stress. Non manca chi auspica lo studio di soluzioni che consentano a chi sente di non farcela più di accedere a prepensionamento o ad altre mansioni.


APPROFONDIMENTI
La notizia sui quotidiani
Il Messaggero
La Repubblica
Il Corriere


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Integrazione scolastica

Tina Naccarato


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