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scuola: una classeLa vicenda è accaduta a Montepaone, in provincia di Catanzaro. Al piccolo, di cinque anni, sarebbe stata negata l'iscrizione alla scuola dell'infanzia, pubblica
 

Nei giorni scorsi, quando ancora le scuole erano chiuse per le festività natalizie, una vicenda incredibile è rimbalzata dalla stampa locale all'attenzione nazionale. Secondo la denuncia di una mamma, residente a Montepaone (CZ), al suo bambino di cinque anni sarebbe stata negata l'iscrizione ad una scuola pubblica, la scuola dell'infanzia Suor Salvatorina Casadonte. Al piccolo, purtroppo colpito da una malattia invalidante, la fibrosi cistica, sarebbe stato  infatti rifiutato l'ingresso a scuola per evitare agli altri bambini di entrare in contatto con lui. La signora sarebbe stata invitata ad andarsene: il nostro istituto, le avrebbero detto, non può essere scambiato per un ospedale e non può quindi assistere persone affette da malattie infettive. Decisa la replica della mamma: la fibrosi cistica non è una malattia contagiosa; al contrario è lui il soggetto fragile, poiché anche un raffreddore può  attaccare il suo sistema respiratorio. 

Davanti al diniego, la donna si sarebbe vista costretta ad iscrivere il figlio ad una scuola di Soverato, distante diversi chilometri da casa sua. Il piccolo, però, deve seguire una profilassi quotidiana, non semplice da portare avanti a distanza. Così, dopo alcuni tentativi, la mamma avrebbe  deciso di tenerlo a casa. Paradossalmente, ad impedire il diritto allo studio, sarebbero in questo caso  proprio le istituzioni, che dovrebbero invece tutelarlo. È assurdo, aggiunge la mamma, che mio figlio debba stare a casa, è una discriminazione E tutto questo perché c'è una totale mancanza di conoscenza della patologia. Potevano informarsi e poi risponderci. Invece niente, sono stata mortificata.

La denuncia dei genitori, riportata dal Quotidiano della Calabria, è stata raccolta dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica, che ha chiesto l'intervento delle Istituzioni. Il ministro Profumo ha chiesto quindi una relazione all'Ufficio Scolastico Regionale perché si faccia piena luce sulla vicenda. Se essa dovesse trovare conferma, si tratterebbe di un gravissimo episodio di discriminazione, che non troverebbe giustificazione né sul piano medico né su quello giuridico. La sua malattia, infatti, non è contagiosa. Il piccolo lotta contro una malattia subdola e progressiva che colpisce soprattutto l'apparato respiratorio e digestivo,  ma, a correre ogni giorno dei rischi, è lui e non gli altri.

La dirigente dell'Istituto Comprensivo Don Squillace, da cui dipende la scuola al centro della vicenda, ha negato con forza: non è mai stata presentata alcuna richiesta di iscrizione presso la segreteria. Pertanto non vi è mai stato neppure un rifiuto, che ritengo impensabile sia dal punto di vista etico che legale. La scuola di Montepaone è stata, è e sarà sempre aperta a tutti senza discriminazioni e disuguaglianze. Le parole della mamma, cioè, non sarebbero supportate dai fatti, perché agli atti non risulterebbe né la domanda di iscrizione, né, tantomeno,  la lettera di rifiuto.

Nell'incertezza che accompagna la vicenda e nel rispetto del riscontro delle fonti, ci è sembrato adeguato l'uso del condizionale. Non vi sono dubbi, però, che essa ci consegni molti elementi su cui riflettere, con coscienza.


APPROFONDIMENTI

La lettera della mamma al Quotidiano della Calabria
http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/cronache/710004/-Niente-asilo-perche-ha-la.html


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Tina Naccarato


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