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maestra con bambinoLa risposta della Società Italiana di Pedagogia Speciale alla proposta avanzata dalla Fondazione Agnelli, dalla Caritas Italiana e dall'Associazione TreEllle

Lo scorso anno la Fondazione Agnelli, la Caritas Italiana e l'Associazione TreEllle hanno pubblicato un rapporto sull'inclusione scolastica degli allievi disabili,  in cui si proponeva di collocare i 90 mila insegnanti di sostegno su posto curricolare, selezionandone una piccola parte per creare gruppi di consulenza presso Centri per l'integrazione scolastica. La proposta ha suscitato forte perplessità di insegnanti e genitori e, recentemente, la Società italiana di pedagogia speciale (Sipes) ha pubblicato un documento di analisi di tale ricerca, segnalando le numerose buone prassi in cui si realizza attualmente l'integrazione.

LA POSIZIONE DELLA SIPES - Secondo la Sipes, creare gruppi di consulenti esperti sganciati dall'insegnamento creerebbe una frattura con gli insegnanti: la carenza di preparazione dei docenti curricolari dovrebbe essere invece superata da programmi di formazione iniziale, già previsti per la Scuola dell'Infanzia e Primaria dal D.M. n. 249/10. Nel rapporto esaminato, inoltre,  si proponeva di sostituire le certificazioni sanitarie con diagnosi bio-psico-sociali realizzate con la Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF), in cui è al centro una valutazione di tipo psicologico e sociale. La Sipes ribadisce invece che i bisogni educativi speciali sono individuati in base alle specifiche minorazioni.

La posizione della Sipes è infine particolarmente critica sulla valutazione che i centri dovrebbero fare sulle singole scuole, ritenendo che essa ridurrebbe l'autonomia delle istituzioni scolastiche. Secondo la Sipes occorrerebbe la sperimentazione nazionale delle proposte contenute nel rapporto, al momento però di difficile attuazione a causa della mancanza di formazione iniziale ed in servizio dei docenti curricolari sulla didattica dell'inclusione, che non consentirebbe di fronteggiare le situazioni di alunni con gravi difficoltà . Per realizzare pienamente il progetto, poi, occorrerebbe formare quasi un milione di docenti, con l'impiego di imponenti risorse finanziarie; emergerebbe inoltre il problema dell'assorbimento degli attuali docenti di sostegno, aspetto che nell'attuale crisi finanziaria fa temere fortemente l'eventuale ricorso ad ulteriori tagli.

Le classi sono oggi formate anche da numerosi alunni provenienti da altri Paesi e da altre culture. Occorre perciò creare l'integrazione di tutte le diversità , non solo di quelle legate a disabilità organiche, ma anche di quelle dovute a svantaggio familiare, sociale, etnico o economico. La cultura dell'inclusione deve perciò diventare patrimonio comune per tutti i docenti e non solo per quelli di sostegno. Questi ultimi, d'altronde, non devono essere delegati alla sola integrazione degli allievi disabili, ma devono realizzare interventi mirati per integrare ogni diversità , come già previsto dalla L. n. 104/92, secondo cui essi assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano. Ciò non significa che l'azione educativa non abbia necessità di sostegno ma che le esigenze di ogni alunno che la scuola deve integrare nella classe implicano la presa in carico da parte di tutti i docenti, curricolari e specializzati nel sostegno. Fino a quando, infatti, il MIUR non aumenterà i crediti formativi per i futuri docenti e non prevederà l'obbligo di formazione in servizio, garantendo altresì il limite di alunni previsto per le classi in cui sono presenti allievi disabili, ogni proposta innovativa non potrà che restare sulla carta, mentre continueranno i ricorsi delle famiglie ai tribunali per avere ore di sostegno in deroga.

APPROFONDIMENTI

Società italiana di pedagogia speciale (Sipes)

Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF)


IN DISABILI.COM:

Speciale SCUOLA DISABILI

IL FUTURO DELL'INTEGRAZIONE SCOLASTICA: VIA IL SOSTEGNO AGLI ALLIEVI DISABILI?


Tina Naccarato


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