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GIORNATA MONDIALE SINDROME DOWNOggi le persone con sindrome di Down arrivano oltre i 60 anni. Troppo spesso, però, non hanno un lavoro e vivono con genitori anziani

A volte leggiamo sui giornali le storie a lieto fine di persone con sindrome di Down, che lavorano, che conseguono una laurea o che vivono una realtà di coppia. Non sempre, però, è così; anzi, molto spesso le realtà di vita sono ben diverse.

In passato molte persone con sindrome di Down morivano nei primi anni di vita, spesso per le malformazioni cardiache, ora operabili. Con la crescita della capacità e dell'attenzione del mondo sanitario l'aspettativa di vita si è molto allungata ed oggi nel nostro Paese il 61% delle persone con questa sindrome ha più di 25 anni, mentre l'attesa di vita si attesta intorno ai 60 anni. Ciò comporta nuove prospettive e bisogni, perché si tratta di persone che vivono con genitori sempre più anziani, che con il passare del tempo hanno più difficoltà ad occuparsi di loro. E' perciò importante promuovere la loro autonomia fin dai primi anni di vita, a cominciare dal lavoro scolastico. La scuola consente infatti non solo di acquisire conoscenze e competenze, ma anche di socializzare e maturare comportamenti adeguati tramite l'imitazione e di stimolare la capacità di interagire e di comunicare, in vista di un'autonomia sempre maggiore.

QUALI METODI UTILIZZARE A SCUOLA? - Secondo l'Osservatorio Scolastico dell'Associazione Italiana Persone Down (AIPD) spesso gli insegnanti chiedono quale sia il metodo specifico da utilizzare con gli alunni. "Noi abbiamo sempre sostenuto che non è possibile individuare strumenti predefiniti o un'unica modalità d'insegnamento valida per tutti, perché c'è grande variabilità individuale. Occorre piuttosto individuare, creativamente e criticamente, delle strategie che sappiano coniugare individualizzazione e percorso collettivo, eventualmente anche utilizzando metodi già esistenti, ma con intelligenza e flessibilità , mettendo sempre al centro l'unicità e la peculiarità della persona". Sul sito dell'AIPD è presente uno sportello informativo sulla scuola che può essere molto utile per gli insegnanti.

NON SOLO SCUOLA - Il percorso verso l'integrazione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down è ancora tutto in salita. La scuola, nonostante le sue difficoltà , rimane il contesto in cui si può realizzare il percorso inclusivo più compiuto, anche se non mancano episodi di inquietanti esclusioni. Il problema maggiore, però, è il progetto di vita, che ancora oggi non riesce a decollare tramite un adeguato raccordo tra scuola e mondo del lavoro. Molto spesso, infatti, benché la L. n. 68/99 tuteli il diritto delle persone disabili al lavoro, con il collocamento mirato e le quote di assunzioni obbligatorie, dopo la scuola non vi sono concrete prospettive lavorative e le persone con sindrome di Down trascorrono la vita limitando sempre più le relazioni sociali ai contesti familiari. Ne può derivare purtroppo un restringimento crescente delle abilità maturate nell'autonomia che, se associato alla mancanza di esercizio nelle competenze acquisite, può comportare una seria retrocessione.

Molto è stato fatto e rispetto al passato le condizioni di vita delle persone con tale sindrome sono decisamente migliorate. Occorre però fare di più, affinché ogni conquista non rimanga fine a se stessa e si realizzi in pieno ogni prospettiva di vita.


APPROFONDIMENTI:

http://www.sindromedidown.it/pagine/home.htm

http://www.sindrome-down.it/

In disabili.com:

OGGI È LA GIORNATA MONDIALE SINDROME DI DOWN: ANCHE L'ONU LA CELEBRA

PERSONE CON SINDROME DI DOWN E LAVORO: DUE GIORNATE DI STUDIO A ROMA

PRESENTATO IL VADEMECUM PER LA PRATICA DELLO SPORT PER I RAGAZZI DOWN



Tina Naccarato

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