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tastiera del computer con il tasto "accessibility"Un portale che fa incontrare domanda e offerta di lavoro per persone disabili e un software open source per migliorare la navigabilità web, insieme per migliorare l’esperienza degli utenti

publiredazionale

L'accessibilità del Web, per quanto normata e ampiamente provvista di standard di riferimento, è tutt'oggi oggetto di studio e fonte di problematiche. La possibilità che utenti con disabilità di qualunque tipo fruiscano delle informazioni presenti sul Web dipende direttamente dal livello di rispetto degli standard e dalla consapevolezza delle possibili limitazioni all'accesso con cui le pagine sono costruite.

Vari sistemi di validazione automatica permettono di verificare e in certa misura certificare la qualità di un sito. Ma non si tratta solo di questo: esistono infatti anche problematiche, legate ad esempio a disturbi specifici dell'apprendimento, per cui il semplice rispetto di uno standard non fornisce nessuna garanzia: grafica esteticamente attraente ma confusionaria, combinazioni di colori inappropriate e testi troppo complessi non sono aspetti rilevabili attraverso comuni sistemi di validazione, eppure costituiscono un ostacolo all'accesso.

Secondo il cosiddetto modello bio-psico-sociale di disabilità, la partecipazione di una persona con una menomazione nel suo contesto sociale è limitata laddove un ambiente presenti barriere. Un ambiente inclusivo offre facilitatori che permettono di raggiungere più alte performance.

Se pensiamo dunque al Web come a un ambiente, possiamo considerare l'incuria verso l'accessibilità di un sito da parte del suo autore come una barriera, tanto più quando i contenuti sono prodotti per una utenza con disabilità. A fare la differenza è quindi questa attenzione, che si rileva ad esempio nel portale Jobmetoo, agenzia per il lavoro dedicata al recruiting on line dei lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette.

L’intera costruzione del portale Jobmetoo ha perseguito, fin dal primo momento, il raggiungimento di elevati standard di accessibilità, che interessassero l’intera architettura progettuale. “Lavorare in tale direzione, anche se da parte di esperti informatici, ha rappresentato una sfida difficile, perché gli stessi “addetti ai lavori”, per quanto capaci, hanno dovuto ripensare la costruzione di Jobmetoo.com in termini differenti, in un certo senso nuovi anche per loro”, ci dicono i responsabili del portale.

Nello specifico, la grande attenzione all’accessibilità voluta dal fondatore di Jobmetoo, Daniele Regolo, si è incontrata con un progetto assolutamente innovativo e meritevole, il Farfalla Project di Andrea Mangiatordi. Nato da una tesi di laurea in Editoria Multimediale ed evolutosi in un progetto di ricerca e sviluppo software di lungo periodo, mette a disposizione di comuni utenti e sviluppatori un'infrastruttura completamente open source per l'uso e il deployment di soluzioni di accessibilità web. Basato su tecnologie e librerie aperte, Farfalla è un software che risiede su un server web e che può essere utilizzato in due modi: a) un utente interessato può utilizzarlo attraverso un plugin per il suo browser e trarne vantaggio in tutti i siti che visita; b) un webmaster può includerlo in una o più pagine di un sito, permettendone l'uso a tutti gli utenti di quel singolo sito.

jobmetoo con apllicazione farfalla

E questa seconda opzione è stata propria quella voluta da Jobmetoo, per dare ulteriore impulso all’accessibilità e unendo due progetti di persone, Daniele e Andrea, che si erano conosciute del tutto casualmente nell’edizione 2012 di Handimatica.

Questo approccio permette da un lato di offrire soluzioni diversificate e personalizzabili agli utenti, dall'altro di rendere evidente uno sforzo verso una maggiore accessibilità da parte dei gestori di siti web. Un web che non solo non presenti barriere, ma che sia anche in grado di offrire validi facilitatori, può essere definito web inclusivo.

Jobmetoo.com, infatti, intende perseguire questa filosofia: il focus sull’inclusione è primario, perché l’inclusione comprende l’assistenza personalizzata, mentre il contrario non è sempre valido: in altre parole, pensare alla persona con disabilità come persona da assistere (che sia web accessibile, o servizi, o altro) non implica necessariamente una visione veramente inclusiva.

È inteso che l’accessibilità non è mai un traguardo, ma un continuo punto di partenza: cambiano i tempi, le tecnologie, e i parametri nei quali muoversi. Non esisterà mai, ad oggi, un portale completamente accessibile, lo scopo è quello di aumentare sempre di più il livello di accessibilità e, in generale, di usabilità. Jobmetoo è stato progettato per essere, fin da subito, per gli utenti e nella sua versione responsive che si adatta al meglio anche nella navigazione mobile e da tablet.

Proprio il mese scorso la FISH ha denunciato le gravi carenze in termini di accessibilità che interessano anche portali istituzionali, quindi al servizio dei cittadini e che sovente non rispettano i requisiti minimi di accesso alle informazioni. Sicuramente il presente ci offre un momento dolce e amaro insieme: le nuove tecnologie spingono tutti noi, e a maggior ragione le persone con disabilità, verso l’indipendenza, ma saper utilizzare al meglio questo potenziale per rendere contenuti e servizi davvero a disposizione di tutti è ancora una meta lontana.


Per approfondire

Offerte lavoro categorie protette

www.jobmetoo.com

info@jobmetoo.com


Redazione


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