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Qualche dritta su manovre di spostamento, comunicazione e soccorso a persone con disabilità motorie, sensoriali e cognitive

 

In occasione di eventi calamitosi, emergenze o situazioni di particolare pericolo, spesso le tragedie sfiorate lasciano dietro una scia di polemiche per l’assenza di preparazione da parte dei cittadini di fonte a questi eventi. Se di fronte a una emergenza – come un incendio – siamo naturalmente presi dal panico, sapere come comportaci, e che accorgimenti mettere in atto può salvarci la vita o salvarla ad altri.
Per questo motivo cerchiamo di affrontare oggi il tema della gestione delle emergenze e del soccorso a persone con disabilità, certi che non potremo essere esaustivi, ma sperando in questo modo di fornire alcune nozioni e riferimenti di approfondimenti che possano contribuire a non trovarsi completamente impreparati non solo nel tentativo di mettersi in salvo, ma anche in quello di favorire le operazioni dei nostri soccorritori.


Per farlo andiamo a prendere i punti salienti di alcuni documenti chiave che sono il D.Lgs. 81/2008 s.m.i. D.Lgs. 81/2008 s.m.i. (Testo unico in materia di sicurezza del lavoro) e il D.M. 10/03/1998,  emanato ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 626/94, oltre alla circolare n. 4 prot. n° P244 / 4122 sott. 54/3C, un documento che riporta le “Linee guida per la valutazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro ove siano presenti persone disabili”.

 
IL PIANO DI EMERGENZA - Nel momento critico di emergenza, i lavoratori (ma il discorso può applicarsi anche in altri spazi di vita sociale), al fine di non lasciarsi prendere dal panico e mettersi correttamente in salvo, dovrebbero  fare riferimento al piano di emergenza, il quale deve sempre essere predisposto (secondo il D.M. 10/03/1998) tenendo conto delle eventuali disabilità di chi frequenta quegli spazi, siano essi lavoratori o ospiti.  A monte, quindi, il datore di lavoro deve assicurarsi che le persone siano messe nelle condizioni di soddisfare le esigenze di:
- mobilità in caso di emergenza, provvedendo in caso ad adeguare i percorsi, eliminando la presenza di barriere archiettoniche come gradini, diminuendo la lunghezza del percorso e predisponendo rampe o altri elementi di larghezze e lunghezze adeguate al loro uso da parte di persone con limitazioni fisiche o sensoriali;
- percezione dell’allarme, ovvero assicurarsi che le persone siano in grado di essere raggiunte dal segnale di emergenza, quindi attraverso segnalazioni che coinvolgono anche altri sensi oltre a quello uditivo, con segnali luminosi, vibrazioni ecc.


IL SOCCORSO DI PERSONE DISABILI - Oltre alle condizioni da verificare a monte, è importante sapere come sia utile comportarsi per agevolare – o almeno non ostacolare – le operazioni di soccorso da parte del personale addetto. Su questo torna l’assai utile guida realizzata nel 2004 dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile – “Il soccorso alle persone disabili: indicazioni per la gestione dell’emergenza” - Febbraio 2004 . Nel manuale troviamo alcune modalità efficaci di intervento nei confronti di persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive, in caso di emergenza. Tra l’altro si ricorda come una persona non identificabile come disabile in condizioni ambientali normali, se coinvolta in una situazione di crisi potrebbe non essere in grado di rispondere correttamente, adottando, di fatto, comportamenti tali da configurarsi come condizioni transitorie di disabilità.
Una cosa importante, più volte sottolineata anche nel testo, è quella di accertarsi delle esigenze e bisogni della persona da soccorrere, offrendo assistenza e chiedendo di che tipo di supporto abbia bisogno nello specifico.
 
SOCCORSO DEL DISABILE MOTORIO – Qualora ci si trovi a soccorrere una persona con disabilità motorie, la modalità di intervento dipende soprattutto dalla sua capacità di collaborare. Se il disabile non sarà in grado di collaborare sul fronte motorio, si interverrà con sollevamenti, ovvero spostamenti di tutto il peso del corpo della persona da soccorrere, o con trasferimenti (spostamenti di parti del corpo della persona), se riesce a collaborSoccorso Disabile Vigile del fuoco are. In ogni caso, il soccorritore stesso dovrà sapere come agire anche per salvaguardare la propria integrità fisica, oltre a quella della persona da soccorrere, agendo correttamente nel posizionare le mani in punti di presa specifici per consentire il trasferimento della persona in modo sicuro. Nel volume si fa ampio esempio delle differenti prese specifiche (a cingolo scapolare, pelvico o al tronco) e si mostrano le modalità più corrette di trasporto in caso di soccorso da parte di una persona o due, anche nei casi di trasporto in spazi stretti o nella modalità a strisciamento.
Un paragrafetto a parte è dedicato all’assistenza di una persona in carrozzina nello scendere le scale, dove si raccomanda al soccorritore di porsi dietro la carrozzina e piegarla di circa 45 gradi (anche qui, si rimanda al testo completo).
Importantissimo è sempre il divieto di utilizzare ascensori per l’esodo, a meno che non siano stati realizzati per tale scopo (ascensori antincendio). Anche in quel caso tale uso deve avvenire solo sotto il controllo di personale pienamente a conoscenza delle procedure di evacuazione. A ricordarlo è il DM 10 marzo 1998, che in merito ai luoghi di lavoro aggiunge: Quando non sono installate idonee misure per il superamento di barriere architettoniche eventualmente presenti oppure qualora il funzionamento di tali misure non sia assicurato anche in caso di incendio, occorre che alcuni lavoratori, fisicamente idonei, siano addestrati al trasporto delle persone disabili. La cosa va sempre definita nella stesura del piano di emergenza.


SOCCORSO ALLA PERSONA NON UDENTE – Premesso che i dispositivi per segnalare una situazione di allarme devono essere comprensibili anche a persone con  disabilità sensoriali, il volume si sofferma sulle tecniche di assistenza a persone sorde o ipoacusiche, in particolare nella comunicazione a queste nel momento del soccorso. In questo caso si raccomanda agevolare in ogni modo la possibilità di lettura labiale da parte della persona da soccorrere, ponendosi non oltre un metro e mezzo di distanza, all’altezza dei suoi occhi e in posizione di luce che ne permetta la vista.  Una raccomandazione è quella, dove possibile e dove necessario, di eventualmente aiutarsi con la scrittura in stampatello, qualora la lettura labiale sia difficoltosa, magari per nomi o parole particolarmente complessi.


SOCCORSO ALLA PERSONA NON VEDENTE – Nell’assistere una persona non vedente, la guida dà alcuni consigli molto semplici, come quello di annunciare la propria presenza e lasciare che sia la persona a dirci di cosa ha bisogno in modo che la possiamo realmente aiutare. Altro consiglio è quello di descrivere in anticipo le azioni che si intende mettere in atto, e indicare, lungo il percorso che si intraprende, la presenza di eventuali ostacoli. Una volta raggiunto quello che in gergo viene definito “spazio calmo”, ovvero un’area che viene destinata all’attesa dei soccorsi di persone con disabilità, si raccomanda di non lasciare la persona sola, ma in compagnia di altri, fino al termine dell’emergenza.
Qualora la persona da soccorrere sia in compagnia del cane guida, è importante sapere che in quel momento l’animale, se indossa l’apposita imbragatura (“guida”), si trova in modalità “lavoro”, pertanto se se non si vuole che il cane guidi il padrone è necessario togliergli tale imbragatura.


SOCCORSO ALLA PERSONA CON DISABILITA’ INTELLETTIVA -  In una situazione di emergenza, la persona con disabilità cognitiva può avere difficoltà nel riconoscere il pericolo o nella delle istruzioni di evacuazione. Può accedere che, di fronte a una situazione del tutto nuova manifesti reazioni di rifiuto, aggressività o non collaborazione, ad esempio. In tali evenienze il soccorritore deve mantenere la calma, parlare con voce rassicurante con la persona, farsi aiutare da persone eventualmente presenti sul luogo e decidere rapidamente sul da farsi. La priorità assoluta è l’integrità fisica della persona, ed il ricorso ad un eventuale intervento coercitivo di contenimento per salvaguardarne l’incolumità può rappresentare l’unica soluzione, riporta la guida. Tra i suggerimenti indicati, quello di esprimere con frasi brevi e semplici le indicazioni, usando pazienza; usare segnali semplici e segni universali; verbalizzare sempre con lui le operazioni che si effettueranno, e fare tutto ciò trattando la persona come un adulto con difficoltà di apprendimento, e non come un bambino.


E’ evidente che la questione è molto complessa, e che qui sarebbe impossibile essere esaustivi su un tema tanto importante. Invitiamo pertanto ad approfondire la questione consultando la guida, cosa che potrà aiutarci ad essere meno impreparati di fronte a questo tipo di situazioni.

 

Per approfondire
La sicurezza delle persone disabili

In disabili.com:
Barriere architettoniche e mobilità disabili

 

Francesca Martin

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