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provette di laboratorio colorateIl farmaco in sperimentazione ha registrato una diminuzione nella progressione della disabilità clinica e delle lesioni infiammatorie a livello cerebrale

Si è svolto la settimana scorsa a Barcellona il 31esimo Congresso del Comitato Europeo per la Terapia e la Ricerca sulla Sclerosi Multipla (ECTRIMS): momento internazionale nel quale si è fatto il punto sulla malattia e i suoi trattamenti. Da Barcellona arriva una importantissima notizia i risultati incoraggianti rispetto a una nuova terapia per la forma primariamente progressiva di SM.


FARMACO AD AZIONE SELETTIVA  - Buone notizie arrivano per chi soffre della forma primariamente progressiva di sclerosi multipla (quella più rara e più grave, che evolve con peggioramento inesorabile con casi di gravissima disabilità), per la quale attualmente non ci sono farmaci approvati.
Sono molto buoni i risultati ottenuti dallo studio sul farmaco ocrelizumab. A rivelarlo è ORATORIO, uno studio multicentrico internazionale che ha coinvolto 732 pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva. Si tratta di uno studio di Fase III, randomizzato, in doppio cieco, che ha valutato l'efficacia e la sicurezza dell'anticorpo monoclonale alla base di questo farmaco, rispetto a placebo. Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale progettato per colpire selettivamente le cellule immunitarie che si ritiene svolgano un ruolo chiave nel danno tipico nella sclerosi multipla alla mielina e all'assone (rispettivamente la guaina che ricopre le fibre nervose e una cellula nervosa). I risultati dello studio Oratorio hanno mostrato che questo farmaco ridurrebbe in modo significativo la progressione della disabilità clinica e delle lesioni infiammatorie a livello cerebrale. Risultati positivi sono stati ottenuti anche nell'applicazione del farmaco a forme di SM recidivante.

LA RIABILITAZIONE COME TERAPIA - Ma il trattamento della persona con sclerosi multipla - nelle sue altre forme - trova  beneficio anche dalla riabilitazione. Su questo l'AISM ha presentato un workshop scientifico centrato sulla "neuro-riabilitazione" al Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN) nei giorni scorsi.  A questo proposito, Luca Prosperini (Università La Sapienza - Dipartimento Neurologia e Psichiatria Ospedale Sant'Andrea -, Roma), vincitore del Premio Rita Levi Montalcini 2015, ha evidenziato che "in una recente revisione della letteratura scientifica sulla riabilitazione, sono stati individuati 16 studi secondo i quali la riabilitazione motoria e cognitiva innesca un cambiamento funzionale e strutturale della plasticità cerebrale, con una correlazione diretta tra quanto una persona migliora funzionalmente dopo il trattamento e quanto migliora anche la funzionalità e la struttura cerebrale misurata attraverso risonanza magnetica".  "Ogni traning riabiliativo - ha spiegato Prosperini - è utile se viene ripetuto con costanza e trova il giusto equilibrio di intensità e fatica: se è troppo facile non serve, se è troppo difficile è frustrante e la persona si ferma. In ogni caso - ha aggiunto -  la riabilitazione non fa sconti: ogni persona con SM dovrebbe poter seguire una riabilitazione costante. Come capita a un calciatore che torna da un infortunio e non è immediatamente in grado di ripetere le prestazioni cui era abituato, così, ogni interruzione nel percorso riabilitativo comporta la perdita dei livelli di abilità raggiunti con il trattamento e induce nella funzionalità cerebrale una plasticità mal adattativa che risulta dannosa".
La via per una riabilitazione efficace come una vera e propria terapia è dunque tracciata, ma la meta è ancora da conquistare, come hanno riconosciuto all'unanimità i relatori del workshop. Matilde Inglese (Mount Sinai School of Medicine, New York), in particolare, ha concluso il suo intervento ricordando come "bisogna ancora verificare su studi più ampi, eseguiti con gruppi di controllo, quale sia la durata e l'intensità ottimale di un trattamento; bisogna identificare quali sono i predittori su chi risponderà meglio ai trattamenti ed effettuare nuovi studi in particolare sulle persone con forme progressive di SM, coloro che forse hanno più necessità di interventi riabilitativi adeguati. Infine, sarà importante indagare come la riabilitazione interagisca con i trattamenti farmacologici e con le nuove tecniche di stimolazione cerebrale".

In disabili.com:

Sclerosi multipla. Flessibilita' e riabilitazione contro fatica e debolezza al lavoro

Approvato dall'AIFA nuovo farmaco contro la Sclerosi Multipla

Redazione


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