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alzheimer: illustrazione di arbusto a forma di testa umana che perde le foglieSottostimata nelle sue previsioni di crescita, questa forma di demenza interessa oggi quasi 50milioni di persone nel mondo

L'ennesima bufala - con annesso allarmismo - su salute e malattie è di pochi giorni fa, e riguardava una delle più diffuse forme di demenza: l'Alzheimer, che si potrebbe contrarre per contagio, hanno riportato alcune testate internazionali. Il panico è scaturito dopo la pubblicazione di una lettera di alcuni ricercatori sulla rivista Nature,   nella quale si sottolineava la presenza, nella materia grigia e nelle pareti dei vasi sanguigni di alcuni soggetti sottoposti a studio e deceduti per malattia di Creutzfeldt-Jakob (il cosiddetto morbo della "mucca pazza"),  di placche della proteina beta-amiloide, uno dei segni tipici dell'Alzheimer. L'elemento che aveva fatto dedurre la possibilità di insorgenza di demenza a seguito di un contagio, era stato il fatto che tutti i pazienti in passato si erano sottoposti alla somministrazione di un ormone della crescita. Questa semplice osservazione (su uno studio peraltro di sole 8 persone), ripresa e rielaborata in modo decisamente sensazionalistico dai media, è stata fortemente smentita dalla comunità scientifica tutta, che ha ribadito come l'Alzheimer non si possa contrarre per contagio.

QUASI 50 MILIONI DI PERSONE - Parlandone invece seriamente, è il caso di ricordare che questa patologia rappresenta il 50-60% delle demenze, e interessa 46,8 milioni di persone nel mondo. E se la cifra è già di per sé impressionante, sono da capogiro le previsioni per i prossimi anni, che vedono la sua diffusione in crescita di quasi il doppio ogni 20 anni, con oltre 9,9 milioni i nuovi casi di demenza ogni anno (un nuovo caso ogni 3,2 secondi). Conti alla mano, tra 15 anni le stime parlano di 74,7 milioni di persone nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050. Si stima inoltre che per il 2050 quasi la metà delle persone affette da demenza vivranno in Asia.
A rendere note le cifre, contenute nel Rapporto Mondiale Alzheimer 2015 intitolato "L'impatto Globale della Demenza: un'analisi di prevalenza, incidenza, costi e dati di tendenza", è la Federazione Alzheimer Italia, rappresentando per l'Italia l'ADI - Alzheimer's Disease International.

I COSTI DELL'ALZHEIMER - Insomma, una emergenza globale, un problema dalle proporzioni gigantesche. Basti pensare che, se l'assistenza per la demenza fosse una nazione, sarebbe la diciottesima economia nel mondo e il suo valore economico supererebbe quello di aziende come Apple (742 miliardi) e Google (368 miliardi).
Parlando in termini economici, infatti, il Rapporto mostra che gli attuali costi economici e sociali della demenza ammontano a 818 miliardi di dollari e ci si aspetta che raggiungano 1000 miliardi di dollari in soli tre anni. I costi globali della demenza sono cresciuti del 35% rispetto ai 604 miliardi di dollari calcolati nel Rapporto Mondiale 2010.


EMERGENZA SOTTOSTIMATA - Il Rapporto aggiorna i dati di ADI sulla prevalenza, incidenza e costi della demenza a livello mondiale e mette in luce il crescente impatto che ha sui Paesi a basso e medio reddito; percentuale destinata ad aumentare al 68% nel 2050, soprattutto a causa della crescita e dell'invecchiamento della popolazione.
"Ora possiamo dire di avere sottostimato la portata dell'epidemia odierna e futura di circa il 12-13% rispetto al Rapporto Mondiale 2009 e con un andamento dei costi che cresce più rapidamente del numero di persone malate" ha affermato il prof. Martin Prince del King's College di Londra per il Global Observatory for Ageing and Dementia Care, la cui ricerca ha permesso di aggiornare le stime precedenti, tenendo in considerazione sia il crescente numero di persone anziane a causa dell'invecchiamento della popolazione, sia le nuove e più aggiornate evidenze sul numero dei malati con demenza e i costi ai quali vanno incontro.

COME INTERVENIRE - Come attrezzarsi, quindi, per far fronte a una emergenza di queste proporzioni? Di fronte a tali cifre, il Rapporto chiede che il lavoro globale di tutti gli stakeholders sia incentrato in particolare verso i Paesi a basso e medio reddito al fine di creare programmi che possano far crescere la consapevolezza e aumentino le possibilità di accesso a diagnosi tempestiva e assistenza, quindi anche con maggiori fondi alla ricerca per la cura, assistenza e prevenzione della malattia. ADI chiede che la classe politica di tutto il mondo affronti questo problema con una visione e una partecipazione più ampia, in particolar modo delle nazioni che fanno parte del G20.

RICORDATI DI ME - In occasione della XXII Giornata Mondiale Alzheimer, la Federazione Alzheimer Italia, in collaborazione con UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione) e Fondazione Golgi Cenci, organizza mercoledì 16 settembre 2015, dalle ore 9 alle ore 13, a Milano presso la Sala Alessi di Palazzo Marino (piazza della Scala 2), il convegno scientifico in chiave divulgativa "RICORDATI DI ME - Gli ultimi dati della ricerca scientifica alla luce della Dementia-friendly Community". Con ingresso libero e gratuito, il convegno è rivolto ai familiari dei malati, agli operatori del settore e a tutti coloro che desiderano conoscere e capire la malattia di Alzheimer, e cosa significa affrontare e gestire la vita a fianco di una persona che ne è affetta.
Accanto alla ricerca scientifica, argomento cardine del convegno sarà la Dementia-friendly Community, ovvero la costruzione di supporti, situazioni e rapporti che aiutano concretamente le persone affette da demenza e i loro familiari a convivere con il dramma della malattia, puntando a un miglioramento dell'inclusione e della qualità di vita.

Per info:
www.alzheimer.it


Per approfondire:
Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2015


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