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paziente in ospedale In Italia alcuni percorsi prioritari consentono di accedere a servizi ospedalieri  e di cura ad hoc per pazienti con grave disabilità

 

Nei casi di gravi disabilità, anche il semplice sottoporsi a un controllo dal dentista o una visita specialistica diventa un problema. Quella a una persona con gravi deficit fisici o intellettivi è una visita che richiede non solo un approccio professionale e di personale adeguato, ma anche la predisposizione strutturale atta a gestire le necessità del paziente. Oltre a competenze di un certo tipo, gli spazi stessi devono quindi essere attrezzati per far fronte a esigenze specifiche, prevedendo ad esempio di sedazione cosciente o anestesia.
Non sempre le strutture pubbliche sono attrezzate per fornire questo tipo di prestazioni, ma qualche buon esempio – anche di eccellenza – c’è.

 

NUOVO SERVIZIO A ROMA – Di nuovissima attivazione (dallo scorso 18 maggio) è attivo, su iniziativa dell’Asl Roma C, “il  percorso di Gianni” (nome dato al progetto e che, idealmente, identifica tutte le persone con disabilità“non collaboranti”), che consente di richiedere l’attivazione di un percorso dedicato, per usufruire a Roma di uno specifico intervento sanitario a persone con grave disabilità, “non collaboranti”. La richiesta di attivazione del percorso, che può essere effettuata dal medico o da un familiare, avviene tramite chiamata al numero verde 800.894.336 che metterà in contatto i richiedenti con un operatore sanitario incaricato di raccogliere una breve informativa sul problema e quindi di organizzare l'accesso per la prestazione, concordando con la famiglia la data ed il luogo più appropriato per vicinanza all'abitazione. Durante la visita sarà presente un operatore per supportare “Gianni” e i suoi accompagnatori e per risolvere eventuali inconvenienti organizzativi.


CORSIE PREFERENZIALI DI CURA E PRENOTAZIONE – Presso Il Policlinico Paolo Giaccone di Palermo esiste invece il progetto ANCORA, con corsia preferenziale per accesso alle prestazioni sanitarie ambulatoriali, di ricovero programmato e di urgenza/emergenza per i disabili non autosufficienti e, in particolare, per coloro che presentano gravi difficoltà comunicative. In loco c’è una equipe multi-professionale, coordinata da un Medico Internista, che garantisce gli accessi programmati alle diverse Unità Operative (Medicina interna, Fisiatria, Cardiologia, Odontoiatria, Ginecologia, Angiologia, Oncologia, Dermatologia, ecc…) e una equipe psichiatrica (Psichiatra, Psicologo, Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, Assistente Sociale, N° 2 Infermieri) che si fa carico di accogliere i pazienti con disabilità psico-intellettiva e i “non collaboranti”, curando anche gli aspetti dell’informazione e del coinvolgimento delle famiglie, integrandosi e coordinandosi per gli aspetti socio-assistenziali al Servizio accoglienza disabili e ad altre strutture del SSR.

 

Presso l’Azienda Ospedaliera di Careggi (FI) è attivo il progetto ASDI (Assistenza Sanitaria Disabilità Intellettiva) che mette a disposizione il numero verde 800729729 per visite mediche, analisi di laboratorio, ospedalizzazioni per pazienti disabili, anche “non collaboranti”
Presso la Ulss 7 di Treviso, è predisposto invece un percorso di accessi facilitati e corsie riservate per ridurre al minimo i tempi di attesa per visite e prestazioni a persone con disabilità.

 

ODONTOSTOMATOLOGIA – Per le visite dentistiche, si contano in diversi nosocomi italiani servizi dedicati al paziente disabile non collaborante. Tra questi, segnaliamo i servizi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, che tra gli ambulatori presenta quello per pazienti con necessità speciali, con possibilità di anestesia generale o sedazione cosciente per pazienti disabili. A Bergamo, sempre per quanto riguarda odontoiatria e Stomatologia, si segnalano analoghi servizi dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII.

 

Si tratta, nella loro totalità, di progettualità che mirano a mettere al centro i bisogni della persona con grave disabilità, aiutando le famiglie nel complicato sforzo di assicurare ai loro cari le cure di cui hanno bisogno, in maniera il meno invasiva possibile. In questo panorama, si registra la “denuncia” di Anffas Modica che, in una nota stampa, lamenta lo scarso interesse per il progetto presentato, e non ancora approvato, “Libero Accesso”. Così dall’Anffas: “(…) Dispiace quindi constatare come ancora una volta, per scelta politica, si faccia della Sicilia e del nostro territorio  il solito “fanalino di coda” nel riconoscere alle persone con disabilità una dignità e una tutela che, allo stato attuale, sembrano esistere solo su carta. Eppure le varie esperienze richiamate, e le tante altre che stanno prendendo vita sul territorio nazionale, ci ricordano che aver cura dei “bisogni speciali” non è solo doveroso, ma è anche possibile”.

 

IN DISABILI.COM:

Diritto di cura. Se il disabile e’ un paziente scomodo

 

Redazione

 

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