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logo censisI Comuni italiani sono sempre più sull’orlo del default finanziario

Anche quest’anno la sanità occupa l’abituale spazio di attenzione nel Rapporto annuale del Censis. La  valutazione del 2011 pone l’attenzione in particolare su due aspetti: la finananziarizzazione del sistema e la salute delle donne.

DALLA PARTE DEI CITTADINI - I dati dimostrano che la cura a cui è sottoposto il Servizio sanitario agli occhi dei cittadini italiani non sta generando effetti positivi, visto che nell’ultimo biennio i dati dell’indagine Forum per la Ricerca Biomedica-Censis indicano che è solo l’11% a ritenere migliorato il Servizio sanitario della propria regione, quasi il 29% ha registrato un peggioramento e circa il 60% una sua sostanziale stabilità .

Ad oggi, la sanità è cristallizzata nel divario di performance regionali, tanto che nelle regioni del Mezzogiorno è più alta la percentuale di cittadini che parla di un suo peggioramento negli ultimi due anni. Il futuro della sanità per i cittadini è molto segnato da due paure: un’accentuazione
delle differenze di qualità tra le sanità regionali (35,2%) e che l’interferenza della politica danneggi in modo irreparabile la qualità della sanità (35%); seguono i timori che i problemi di disavanzo rendano indispensabili robusti tagli all’offerta (21,8%), che non si sviluppino le tipologie di strutture e servizi necessarie, come l’assistenza domiciliare territoriale (18%), che l’invecchiamento e la diffusione delle patologie croniche producano un intasamento delle strutture e dei servizi (16,3%).

Per rispondere alle attese dei cittadini, le dinamiche future del Servizio sanitario regionalizzato, emancipato dall’eccesso di vincoli della politica, devono rispondere adeguatamente alla duplice esigenza di garantire la sostenibilità finanziaria e al contempo dare a tutti i cittadini, ovunque risiedano, la qualità attesa.

LE DIFFERENZE DI GENERE - Le donne dichiarano condizioni di salute buone in quote sistematicamente inferiori ai maschi, mentre più spesso affermano di soffrire di due o più malattie croniche, ma la maggiore consuetudine tra donne e malattia ha a che vedere anche con l’impegno nel lavoro di cura, visto che i caregiver sono soprattutto donne.

In generale, la condizione femminile è ancora caratterizzata da situazioni strutturali di disuguaglianza sociale, evidenziate dai tassi di occupazione e dai livelli di reddito, che continuano a impattare in modo decisivo sui livelli di salute: le casalinghe sono, subito dopo i ritirati dal lavoro (evidentemente più anziani), la componente della popolazione che denuncia condizioni di salute peggiori. Infine, va segnalato l’aumento tra la popolazione femminile più giovane dell’incidenza di stili di vita più rischiosi, quali fumo e alcool, o la minore propensione allo svolgimento di attività fisica (il 42,8% delle donne contro il 33,5% dei maschi).

FONDI SOCIALI COMUNALI - Le risorse che i Comuni destinano al sociale nell’ultimo triennio hanno subito gli impatti del combinato disposto dei tagli ai trasferimenti nazionali relativi alle politiche sociali e dei tagli ai bilanci di Regioni e Comuni; in tre anni i Fondi sociali nazionali sono stati tagliati in misura consistente, con il Fondo nazionale per le politiche sociali che è passato dal 2008 al 2011 da 929,3 milioni di euro a meno di 220 milioni, il Fondo per la non autosufficienza che nel 2011 non è stato finanziato con un taglio netto di 400 milioni di euro rispetto al 2010, e sforbiciate profonde anche agli altri fondi sociali nazionali.

Chi subirà gli impatti dei tagli? In primo luogo l’utenza, e a tal proposito si consideri che oltre il 40% delle risorse per il sociale dei Comuni è impiegato per famiglie e minori, il 21,2% per gli anziani, una quota simile per i disabili e il 7% circa per la lotta alla povertà . Le risorse alimentano una rete di strutture, servizi e interventi diversificata di estrema importanza nel determinare la vita di tanti soggetti vulnerabili e, in generale, delle comunità in cui vivono.


PER APPROFONDIRE:

Il capitolo del rapporto CENSIS dedicato al welfare


IN DISABILI.COM:

FEDERALISMO CRISTALLIZZATO, LA SANITà  REGIONALE È INADEGUATA



Alessandra Babetto

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