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INVALIDITÀ CIVILE

invalidità civile

FARE UN RICORSO

Una persona  con disabilità che abbia fatto richiesta di invalidità civile, può decidere di appellarsi alla valutazione della preposta Commissione. Si può presentare ricorso per invalidità civile per vari motivi:

1. NON MI HANNO CONVOCATO ALLA VISITA DI ACCERTAMENTO NONOSTANTE IO ABBIA INOLTRATO LA DOMANDA ALL'INPS
Nel caso la Commissione medica entro tre mesi dalla presentazione della domanda non fissi la visita di accertamento, l'interessato può presentare una diffida all'Assessorato regionale competente che provvede a fissare la visita entro il termine massimo di 270 giorni dalla data di presentazione della domanda; se questo non accade (silenzio rigetto) si può ricorrere al giudice ordinario.

2. HO FATTO RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO DI INVALIDITÀ CIVILE MA NON ME L'HANNO RICONOSCIUTA PER MOTIVI SOCIO-ECONOMICI/AMMINISTRATIVI
In questo caso si parla di ricorso amministrativo e ci si riferisce con questo ad un ricorso che concerne la procedura di concessione del beneficio.
Il ricorso amministrativo è ammesso esclusivamente contro provvedimenti di rigetto o di revoca dei benefici economici che riguardano i requisiti amministrativi come il reddito, la cittadinanza o la residenza.
Esso può essere presentato online all’INPS attraverso il servizio dedicato oppure tramite i servizi telematici offerti dagli enti di patronato.

3. MI HANNO SPEDITO IL VERBALE DI INVALIDITÀ CIVILE MA IO NON SONO D'ACCORDO CON LA PERCENTUALE CHE MI È STATA RICONOSCIUTA
In questo caso si parla di ricorso giurisdizionale e ci si riferisce con questo ad un ricorso che concerne la fase dell’accertamento sanitario.
Dal 2012 non è più possibile presentarsi direttamente davanti al giudice ed iniziare la causa giudiziaria se prima non si è concluso l'Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), ovvero un’analisi di verifica delle condizioni sanitarie che legittimano le pretese che il ricorrente intende far valere in giudizio (legge 111/2011).
L'istanza di accertamento tecnico preventivo va presentata entro sei mesi dalla notifica del verbale, presso il giudice ordinario con l'assistenza di un legale. Il termine per la presentazione del ricorso è perentorio, dopodiché sarà solamente possibile presentare una nuova domanda amministrativa.

Queste le fasi da seguire:

  • Entro sei mesi dalla ricezione del verbale che si vuole contestare, si presenta al Tribunale competente (quello di residenza) istanza di accertamento tecnico per la verifica preventiva delle condizioni sanitarie.
  • Il Giudice nomina un consulente tecnico d'ufficio (un medico) che provvede a stendere una relazione (perizia); alla sua attività di perizia è presente anche un medico legale dell'INPS.
  • Il consulente invia la bozza al cittadino e all’INPS e attende le osservazioni; quindi deposita la relazione definitiva presso il Giudice.
  • Il giudice chiede formalmente all'INPS e al cittadino se vi sono contestazioni, fissando un termine perentorio, non superiore a 30 giorni, entro cui presentarle. Se non ci sono, il giudice omologa la relazione del consulente con decreto che diventa inappellabile, cioè non è più possibile fare ricorsi.
  • Se l’INPS o il cittadino intendono contestare la relazione del perito devono proporre il ricorso introduttivo del giudizio, specificando, i motivi della contestazione.
  • Si procede (con le relative udienze) nel processo vero e proprio fino all’emissione della sentenza definitiva. La sentenza è inappellabile.

In tutto questo il ricorrente è comunque tenuto ad appoggiarsi ad un legale che lo assista e sia presente nella prima udienza ed è inoltre a suo carico l’anticipazione delle spese per la consulenza tecnica. È possibile anche farsi appoggiare da un patronato sindacale o da associazioni di categoria.

 

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