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governoIn attesa del testo definitivo, cerchiamo di capire in che modo la Legge di stabilità potrà incidere economicamente sul cittadino con disabilità

Come anticipato nei giorni scorsi, il 9 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato la bozza del Disegno di Legge di Stabilità , che prevede diversi provvedimenti per riuscire ad evitare di aumentare l'iva di due punti (previsto dalla Manovra Salva Italia del 2011 da luglio 2013). La Legge di Stabilità ha quindi l'obiettivo di reperire in altri modi nuova disponibilità economica per coprire alcune spese, tra cui i nuovi incentivi necessari a far aumentare la produttività ; garanzie economiche per i cosiddetti esodati; coprire i ritardi delle spese delle Pubbiche Amministrazioni e reperire i fondi per le attività ministeriali del 2013.

Nelle stime, il Governo dovrebbe recuperare circa 12 miliardi di euro, agendo soprattutto sulla revisione della spesa pubblica, compiendo interventi in materia bancaria, e infine tassando transazioni finanziarie (Tobin Tax).  Fermo restando che il testo ufficiale del decreto non è ancora stato emesso, e che ad ogni modo dovrà passare attraverso la discussione delle Camere, cerchiamo di vedere, grazie anche all'approfondita analisi che ne fa il sito Handylex, cosa potrebbe comportare in particolare per le persone disabili, l'approvazione della Legge di Stabilità così come è stata improntata per ora.

TAGLI A SANITA' ED ENTI LOCALI - La spending review, ovvero la revisione della spesa pubblica, prevede un taglio della spesa di circa 1,5 miliardi di euro (successivamente ridotto, secondo varie dichiarazioni , a 600 milioni). Cosa significa questo? Che si risparmierà su beni e servizi, quindi riducendo i soldi a disposizione ad esempio per le convenzioni di prestazioni (vedi riabilitazione), e abbassando il tetto di spesa per i dispositivi medici. A questo si aggiunge il taglio alle Regioni per 2 miliardi (entro il 2014).

DETRAIBILITA' E DEDUCIBILITA'- Tra i provvedimenti contenuti nella bozza, anche la possibilità di rivedere le misure per limitare le agevolazioni fiscali (deduzioni e detrazioni) che riguardando tassazione Irpef e Iva. In particolare, per le spese deducibili si fissa una franchigia di 250 euro. Questo significa che solo se si spende dai 250 euro in su si potranno dedurre quelle spese dal reddito complessivo. (Tra le spese deducibili rientrano anche quelle per assistenza specifica a persone disabili gravi). Sul fronte delle detrazioni (possibilità di sottrarre dall'imposta una parte di spesa sostenuta), si potranno detrarre al massimo 3.000 euro di spese. Queste misure saranno applicate solo nel caso di redditi superiori ai 15.000 euro.

TASSAZIONE DELLA PENSIONE DI INVALIDITA' - Nel comunicato emesso dal Governo, si legge che  "si prevede anche l'assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità ". Fino a questo momento, secondo il Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, articolo 34, le pensioni di guerra, pensioni e indennità per ciechi e "i sussidi corrisposti dallo Stato e da altri enti pubblici a titolo assistenziale" erano esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche (trattasi quindi di pensioni, assegni, indennità agli invalidi civili e contributi per la vita indipendente).

Se la novità fosse confermata, quindi, andrebbe a interessare tutte le provvidenze assistenziali agli invalidi, che diventerebbero soggette a imponibile Irpef. Se questo si realizzasse, la cosa comporterebbe importanti effetti a catena. In primis il fatto che le provvidenze sarebbero conteggiate nel cumulo complessivo dei redditi del contribuente, con la forte possibilità che questo ne comporti il passaggio a fascia di reddito con aliquote da pagare più alte. Es. il titolare di pensione di invalidità più accompagnamento avrebbe un aumento del reddito di 5.880 euro l'anno.
Al tempo stesso, la maggioranza degli invalidi civili verrebbe a non essere più fiscalmente a carico di un familiare (il limite è di 2840,51 euro). Il che significa che le spese sostenute nell'interesse del disabile a carico (es. auto adattata per il suo trasporto) non potrebbero più essere detratte dal familiare.

PERMESSI LAVORATIVI DA LEGGE 104 - Come già indicato, importanti novità interessano il dipendente pubblico che usufruisca dei permessi per assistere un familiare con gravi disabilità ex Legge 104/92. Stavolta non si restringono i requisiti per accedere ai permessi, ma si agisce sulle retribuzione, che cala del 50%. Se i permessi serviranno per assistere i figli, il coniuge, o siano usati dallo stesso lavoratore disabile, resta tutto invariato. Se però il familiare grave da assistere sarà altro (es. genitore, fratello, nipote‑¬¦) la retribuzione dei permessi è dimezzata. Si conserva invece integralmente la contribuzione figurativa utile per il raggiungimento al diritto alla pensione. Ricordiamo che si tratta di un provvedimento che interessa solo i dipendenti pubblici - peraltro i maggiori utilizzatori di questo tipo di permessi.

Ricordiamo che il percorso del disegno di legge sarà ancora lungo, per cui queste sono valutazioni fatte sull'attuale stato delle cose, e con le attuali informazioni a disposizione, quindi passibili di revisioni.

Per approfondire sull'argomento, invitiamo a leggere l'approfondita analisi a cura di Handylex.


IN DISABILI.COM: 

LA LEGGE DI STABILITA' SUI PERMESSI DA LEGGE 104

Speciale LEGGE 104

Redazione


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