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megafono protestaTra le richieste, il fondo per la non autosufficienza, più strutture per la riabilitazione, una nuova regolamentazione dell'assistenza protesica

E' stata avviata in Consiglio regionale del Veneto la discussione sul nuovo Piano Socio Sanitario che, dopo 16 anni, dovrà regolamentare l'organizzazione e la spesa regionale in fatto di sanità . Si tratta di un piano che non soddisfa, anzi, indigna chi dell'universo disabilità è protagonista: famiglie, operatori, associazioni.

Il 12 giugno scorso si è tenuto dunque un sit-in davanti a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, che ha rappresentato solo la prima puntata di quella che si preannuncia una mobilitazione massiccia. La Fish - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap - si unisce alle critiche verso questo piano che, secondo i manifestanti, è caratterizzato da una dannosa genericità che non dà risposte ai veri bisogni dei cittadini, sempre più depredati del loro diritto a servizi socio sanitari certi e di qualità .

Per questo, è stata individuata nel 29 giugno prossimo la data nella quale organizzare, di concerto con la FISH, occupazioni simboliche, sit-in e conferenze stampa, in particolare nei comuni capoluoghi di provincia per fare sentire con forza il proprio NO! a questo Piano.
La grande mobilitazione regionale chiama a raccolta quindi tutte le associazioni di tutela e delle persone con disabilità per agire con l'arma della informazione: informare l'opinione pubblica e quindi invitarla a partecipare essa stessa.

Come leggiamo dall'appello di FISH, "I diritti alzano la voce" affermando come  ci sono persone con patologie croniche che hanno bisogno di fisioterapia quotidiana, che sono in lista d'attesa da anni, che non hanno servizi riabilitativi o a cui vengono tagliati quelli esistenti. Ci sono giovani disabili a cui viene precluso l'accesso alle attività educative e riabilitative presso i centri diurni, ci sono persone in situazione di gravità a cui i distretti lesinano l'intervento infermieristico. Ci sono persone che vivono in comunità residenziali e non possono permettersi altro che di sopravvivere. Ci sono persone che non  ricevono l'assistenza di cui hanno bisogno, studenti senza il servizio di trasporto, studenti senza il sostegno necessario, progetti di vita indipendente o di aiuto personale inadeguati e, tanto per non dimenticarcelo, pensioni da fame e assegni di accompagnamento senza aumenti da vent'anni. La maggior parte di noi non riesce ad entrare nel mercato del lavoro e vive di quel poco che lo Stato gli passa. Cosa volete ancora da noi e dalle nostre famiglie?
Ecco perché protestiamo e chiediamo a voi, primi cittadini, di far fronte agli obblighi previsti dalla legge e di protestare con forza contro le inadempienze della regione Veneto in materia di disabilità e non autosufficienza, cioè di diritti umani, che il nostro civile paese non deve più continuare ad ignorare, crisi o non crisi.


Le richieste, leggiamo nell'appello, sono quelle a un aumento dei fondi per le politiche sociali e per la non autosufficienza, una vera politica della domiciliarità e dei programmi di assistenza per la Vita Indipendente, il potenziamento delle unità spinali unipolari, la garanzia del trasporto garantito agli studenti, l'aumento di strutture per la riabilitazione, una nuova regolamentazione dell'assistenza protesica.


Per informazioni:
FISH VENETO
Tel-fax 458010436-3496304936
fishveneto@libero.it


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Redazione



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