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leggi202I disabili continueranno a scendere in piazza per i propri diritti?

Le proteste dei cittadini disabili e delle associazioni scese in piazza contro le drastiche manovre correttive previste dalla manovra finanziaria hanno cambiato le cose oppure no? Cerchiamo di capirlo insieme.

Inizialmente la manovra finanziaria prevedeva l’innalzamento della soglia minima di invalidità per l’ottenimento dell’assegno e il tetto di reddito per l’indennità di accompagnamento.

Dopo la protesta del 21 giugno, organizzata da Aisla ma condivisa da moltissime associazioni di disabili, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, ha assicurato di farsi garante dei diritti dei disabili e ha ribadito l’impegno di concludere in fretta l’approvazione dei Lea.

Nel frattempo però le proposte di modifica del Ddl 2228 continuano: chi propone il condono per i falsi invalidi e chi ritenta di imporre un tetto di reddito all’indennità di accompagnamento.

La singolare proposta del condono viene dalla Lega, che sostiene in pratica l’utilità di permettere ai falsi invalidi e ai medici certificatori di autodenunciarsi (ne parliamo anche nel forum) mentre il Pdl ci riprova con il tetto di reddito sull’indennità di accompagnamento.

Da un lato quindi abbiamo la quasi-certezza che la percentuale di invalidità per l’ottenimento dell’assegno mensile  sia stata bloccata al 75%. Dall’altro però si cerca di imporre un tetto reddituale per l’indennità di accompagnamento, contributo che per sua natura sarebbe €˜a totale carico dello Stato ed è dovuto per il solo titolo della minorazione, indipendentemente dal reddito del beneficiario o del suo nucleo familiare‑¬ ( Legge 11.2.1980 n.18 ). Calcolando che nel 2009 si trattava di un importo pari a 472 euro, che non ci sembrano davvero molti, l’imposizione di un tetto di reddito potrebbe escludere da questo contributo tutti coloro che hanno due genitori lavoratori (per esempio un padre che lavori full-time e una mamma part-time e che magari debbano pagare le cure riabilitative di tasca loro oltre all’affitto). Sì perché stando a questa proposta l’indennità sarebbe corrisposta nella misura del 100% ai soggetti con reddito inferiore a 7.500 euro annui; 80% ai soggetti con reddito oltre 7.500 e fino a 15.000 euro annui; 60% ai soggetti con reddito oltre 15.000 e fino a 28.000 euro annui; 40% ai soggetti con reddito oltre i 28.000 e fino a 55.000 euro annui. La corresponsione cesserebbe nel caso di soggetti con reddito superiore ai 55.000 euro annui.

Pare però che la disabilità sia l’unico settore sul quale i nostri rappresentanti vogliano risparmiare.

Per info:
Tutti gli emendamenti proposti al Ddl 2228

Per approfondire:

IL RICONOSCIMENTO DELL’INVALIDITA’ CIVILE


Ilaria Vacca

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