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un gruppo di ragazzi Down nel negozio del brand di calzatureDopo le scarpe della scorsa primavera, un marchio sociale e un’azienda di moda tornano insieme. Pelle tinta a mano dai ragazzi di varie cooperative, sempre più partecipi  al progetto

Più che negli articoli di legge. Meglio di un documento burocratico. Un buon inserimento lavorativo si percepisce a pelle. Quella dipinta a mano da un gruppo di ragazzi Down, e usata per creare borse e accessori della collezione autunno-inverno di un noto brand italiano di calzature e abbigliamento. L’iniziativa è la naturale prosecuzione dell’avventura iniziata in primavera, con la tela colorata al posto della pelle. Scommessa riuscita: successo di pubblico e nuove opportunità di lavoro per i giovani protagonisti del progetto.

A Verona, nel negozio del brand di calzature, c’è molto pubblico alla prima della nuova collezione. E c’è gioia negli sguardi dei protagonisti che, con rulli e tinture, le hanno dato vita nei toni bordeaux, blu, marrone e verde petrolio. I ragazzi indossano una maglietta con scritto Valemour: come già raccontato, è il marchio sociale che favorisce l’inserimento lavorativo delle persone Down e con disabilità intellettive. Una mission che si avvolge di “glamour”: grazie a partnership con aziende del mondo della moda, il marchio realizza prodotti esclusivi, che aiutano a sostenere e a realizzare i suoi obiettivi di avvio al lavoro. I risultati si vedono.

Il debutto della collezione autunno-inverno avviene in contemporanea in altri negozi a Padova, Torino, Palermo, Firenze. È la testimonianza simbolica di come il messaggio Valemour sia esteso, e continui a espandersi. In effetti, nel giro di una stagione, è cresciuto il numero di associazioni che si occupano di disabilità intellettiva partecipanti al progetto. Ora sono oltre dieci, e cresce a sua volta il numero di ragazzi coinvolti nelle attività.
Aumentano anche le aziende e gli imprenditori che credono nell’avventura, abbracciandola. Tra questi, la Conceria Montebello di Vicenza, responsabile della lavorazione delle pelli, ma anche di un workshop formativo per i ragazzi prima del loro tuffo nella nuova esperienza.

C’è curiosità nell’immaginare quali orizzonti si prospetteranno all’iniziativa. Intanto, si raccolgono i frutti della scorsa stagione: quattro inserimenti lavorativi per altrettanti ragazzi che hanno preso parte alla prima collezione. C’è chi è entrato in un’azienda vinicola, e chi in un’impresa che produce trattamenti per i lapidei. Per due ragazze, poi, l’impiego in una realtà attiva nel settore dell’abbigliamento.

«Quella di Valemour è un’esperienza di valore, perché i suoi progetti rappresentano un’opportunità in più per i ragazzi», commenta durante il lancio della collezione Giovanni Soriato, presidente della cooperativa Monteverde, in provincia di Verona, che ha visto sei giovani ospiti partecipare alla tinteggiatura delle pelli.

Ai ragazzi coinvolti in questa avventura i genitori augurano lavoro, felicità, e autonomia. Anche su quest’ultimo fronte qualcosa si muove: alcuni dei partecipanti più grandi stanno sperimentando momenti di vita “da soli”, grazie alla coabitazione in un appartamento.

"La Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società". Così recita il primo articolo della legge 104/92. Un fine che, attraverso il percorso intrapreso dai ragazzi, prende forma. E colore.


PER APPROFONDIRE

Il sito di Valemour


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Roberto Bonaldi



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