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occhioUna piccola piastra contenente una serie ordinata di sensori, da impiantare nell’occhio di chi ha perso la vista a causa della retinite pigmentosa: è il progetto dell’occhio artificiale portato avanti dall’Unità operativa di Chirurgia Oftalmica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa diretta dal dottor Stanislao Rizzo, in collaborazione con la Clinica Oculistica dell’Università di Firenze diretta dal professor Ugo Menchini. La piastra con i sensori, hanno spiegato Rizzo e Menchini durante una iniziativa a Firenze, potrà essere impiantata in pazienti che hanno sperimentato €˜un periodo di appropriata funzionalità visiva e che hanno pure mantenuto un minimo di integrità morfologica e funzionale della retina. Chi è nato cieco non potrà beneficiare dell’invenzione. E nemmeno chi ha perso qualsiasi funzionalità della retina‑¬. La piccola piastra contiene una serie ordinata di circa 1500 fotodiodi, ovvero sensori sensibili alla luce, che una volta attivati stimolano le strutture retiniche residue determinando una sensazione visiva. €˜Purtroppo - aggiungono i professori - questi impianti al momento non riescono a donare nuovamente una normale funziona visiva. Ma permettono ai pazienti di riconoscere le strutture semplici degli oggetti, come distinguere una mela da una banana, e di muoversi negli ambienti‑¬.


Fonte: Corriere di Siena del 01-12-2010