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Sono la coordinatrice del sostegno di un Istituto di II grado in cui i colleghi curricolari sono poco sensibili alle problematiche dei disabili e ignorano la normativa facendo continuamente confronti con i ragazzi normodotati. La mi domanda è questa: può un ragazzo diversamente abile di una classe quarta che segue un PEI differenziato dalla prima, con l'esonero in due discipline (non lecito), passare ad un PEI con obiettivi globalmente conformi per conseguire il diploma? Il ragazzo non ha una percentuale utile all'inserimento nelle categorie protette e ha dei genitori che non sono in grado di seguirlo né di indirizzarlo. La scelta dell'esonero è stata fatta dai colleghi delle discipline più per loro comodità che per motivi didattici. Il ragazzo con i suoi limiti certificati è riuscito nel I quadrimestre a seguire i contenuti ridotti e semplificati della classe senza difficoltà in tutte le materie. Per le materie in cui ha l'esonero i colleghi non l'hanno giudicato. Non me la sono sentita di proporre il PEI semplificato dall'inizio dell'anno perché non ero certa dei risultati ma ero certa che i colleghi mi avrebbero ostacolata perché ignorano la normativa e sono legati al pregiudizio. Visti comunque i risultati conseguiti dal ragazzo nel primo quadrimestre vorrei proporre la questione nel prossimo Consiglio di Classe fissato per la settimana prossima. Il Dirigente Scolastico non conosce la normativa e mi ha risposto che il Consiglio di Classe è sovrano. Ma lo è anche nella totale ignoranza della normativa? Se ritiene possibile il passaggio, e quindi l'esame di maturità con prove equipollenti, COSA POSSO FARE PER FAR RISPETTARE LA NORMATIVA? Il PEI del ragazzo ha obiettivi ridotti ma comuni alla classe ma i colleghi non vogliono permettergli di conseguire il diploma. Posso eventualmente proporre una bocciatura per un recupero parziale delle discipline in cui è stato finora esonerato o non è necessario per il passaggio al PEI semplificato? Come posso convincere i colleghi dopo aver fatto loro leggere la normativa a rispettarla? Posso chiedere ai genitori di far ricorso per far riconoscere i diritti del figlio?
La ringrazio in anticipo.



La risposta dell'esperta scuola

Come lei ricorda spesso, in Italia esiste una normativa specifica per la frequenza della scuola secondaria di secondo grado e per la valutazione per gli alunni disabili. Provo a sintetizzare gli aspetti essenziali e a darle i riferimenti principali. Forse quando leggerà la mia risposta il Consiglio di classe si sarà già riunito ma lei può comunque far presente sia al dirigente scolastico che ai suoi colleghi quanto stabilisce la normativa, lasciando ai genitori la decisione di ricorrere o meno per eventuali omissioni di legge:
- Circolare ministeriale n.258/83 che precisa tempi e modalità per la redazione del PEI;
- Sentenza 215 del 3 giugno 1987 che dichiarando illegittimo l'art.28 della legge 118/71, stabilisce che ai disabili è assicurata la frequenza della scuola di secondo grado;
- Legge 104/92 che all'articolo 12 stabilisce chi e su quali aspetti deve redigere il PEI;
- Ordinanza ministeriale n.90/01 che nel regolamentare lo svolgimento degli esami di stato, precisa all'articolo 15 le modalità di valutazione degli alunni disabili.

Ada Maurizio
dirigente scolastico

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