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Buongiorno, ci troviamo nella situazione di voler riportare a casa una parente di 45 anni che da 6 anni versa in uno stato di coma per encefalopatia post-anossica grave. Al momento si trova in un ricovero per anziani perché nelle nostre zone non esiste un centro che possa ospitare pazienti che versano nelle sue condizioni.
Riportarla a casa significa poterle garantire l'assistenza continuativa, 24 ore su 24, della quale ha bisogno.
La nostra parente si trova in stato vegetativo, è in grado di percepire la presenza di soggetti estranei e di rispondere a stimoli, sia pur in maniera elementare. Non è deambulante e viene alimentata tramite dispositivo PEG.
In questo momento stiamo preparando il materiale da presentare per ristrutturare l'alloggio che la ospiterà e che dovrà assolvere alle specifiche esigenze dettate dalla sua condizione di disabilità . Questo lungo preambolo per chiederle se, oltre ai parametri della legge 13/1989 e del DM 236/89 (e successive), vista la condizione di disabilità così grave, le risulta che dovremo produrre ulteriore documentazione, in comune o alla USL. Grazie
V.

La risposta di mamma Marina


Gentilissima V

Prima di chiedere le dimissioni , dovete rivolgervi all’assistente sociale del territorio per chiedere    di poter usufruire dell’assegno di cura  tramite progetto individuale personalizzato ai sensi dell’articolo 14 legge 328/00 e in caso di diniego rivolgervi all’assessore comunale e regionale  competente in materia, perché correte il rischio di riportare a casa, cosa che condivido in toto, il vostro caro, ma senza supporto assistenziale e sanitario necessario. Per  poter usufruire delle agevolazioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche la persona deve essere residente presso l’abitazione per cui si richiedono i contributi.

Cordialmente,
Marina Cometto

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