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logo facebook Una persona con disabilità visive ha la possibilità , grazie alla tecnologia, di partecipare in maniera attiva alla vita "sociale" della rete, e non solo. Ma questo è ancora ignorato da molti

Che i media abbiano un grande potere, lo sappiamo. Ma, come ben diceva uno che si arrampica sui muri per difendere i più deboli, e che rispondeva al nome di Spiderman, "da grandi poteri derivano grandi responsabilità ". E allora perché non fare più attenzione nel dare le notizie in modo anche formalmente corretto? Il la per fare una considerazione su questo genere di cose, ce lo ha dato una polemica che sta infuriando in questi giorni, che vede come protagoniste le persone con disabilità visive, i media, l'opinione pubblica e in generale potremmo dire la percezione della disabilità in toto.

Tutto è esploso nei giorni scorsi, quando la notizia di un falso cieco smascherato dalla GDF del palermitano è stata data in modo a dir poco fuoriviante. L'agenzia  stessa che riportava la notizia titolava così: "Palermo, la finanza scopre tre falsi ciechi. Uno aveva anche il profilo Facebook". Uscita infelice, senz'altro, in quella seconda frase che evidentemente scoperchia una situazione di scarsa conoscenza della questione.
Nel testo  si riportano tra l'altro altre attività quotidiane che sarebbero addotte come prove lampanti del fatto che la persona simulasse una cecità evidentemente non presente, come essere intestatario di un'auto (!!), spazzare il cortile di casa e quant'altro. Ebbene, a scanso di equivoci, vogliamo ricordare che  i non vedenti, così come tutte le persone con altri tipi di disabilità , hanno diritto ad agevolazioni all'acquisto di automobili che possono essere a loro intestate, tanto per dirne una.

Ma poi, questi ciechi, si può sapere cosa ci fanno sui social network?? Lo abbiamo chiesto a Elena Brescacin, ragazza non vedente con la quale siamo "amici" proprio su facebook. Questo il suo punto di vista.

Le testate giornalistiche di tutta Italia stanno da qualche anno dando la caccia al falso cieco in ogni modo, mettendo alla berlina azioni quotidiane svolte dai non vedenti in completa autonomia. Lavi i piatti? Sei falso cieco. Sai cucinare? Sei falso cieco. Hai una vita sociale, esci con gli amici? Sei falso cieco. Giochi a carte? Sei falso cieco. Hai un'automobile intestata a te? Sei falso cieco. Infili la chiave nella serratura senza essere impacciato? Sei falso cieco. Fai le scale da solo? Sei falso cieco. Fai le pulizie in giardino o in casa? Sei falso cieco. Hai uno o più profili sui social network? Sei falso cieco. Invii e ricevi sms o rispondi al telefono? Sei falso cieco. Usi iPhone o iPad? Sei... che te ne fai di un iPhone o un iPad, che ètutto di vetro, se sei cieco? Devi per forza far finta! Vai in un apple store ti siedi e ti metti a provare i mac? Sai già quello che sei. Un falso cieco.
La lista è infinita, così come è infinita l'ignoranza di chi pubblica sui mezzi di comunicazione di massa certe notizie senza verificarne la veridicità . Per le attività quotidiane, come la gestione della casa, possono subentrare delle difficoltà ma sono superabili col tempo e con l'esperienza e; dove non ci si riesce, si può pagare una colf; ma, anche in quel caso, non significa avere la badante 24 ore su 24!


La tecnologia ha fatto passi da gigante: ora anche i ciechi, quelli veri, possono informarsi su tutto ciò che succede al mondo, grazie a tecnologie per tutti. I computer, dotati di lettore di schermo - screen reader - per windows installabili come programmi esterni, gratuiti o a pagamento, o per mac, dove lo screen reader è integrato nativamente nel sistema e attivabile tramite la pressione di due tasti. E i dispositivi mobili, iPhone e iPad, che nonostante non siano di fascia bassa, sono accessibili anche ai ciechi, grazie proprio allo screen reader voiceover integrato da Apple. iPhone, sì, che può farmi conoscere in tempo reale le informazioni che desidero, su qualsiasi argomento io voglia.

I social network, ma che ci fa un cieco sui social network? Quello che ci fanno tutti gli altri. Condividere informazioni di lavoro, e di svago. Anche, perché no, foto e video.
In America c'è Tommy Edison, critico cinematografico cieco. Sì, capito bene: critico cinematografico. Qui lo avrebbero già bollato come falso (qui il suo canale Youtube).


Il fatto che su un profilo ci siano delle foto, non certifica niente: un cieco può anche farsele fare, e poi pubblicarle! E' gravissima la diffamazione a cui noi ciechi siamo sottoposti da parte dei media, spesso e volentieri porta molti a isolarsi e smettere di vivere, per la paura di subire umiliazioni; ma nascondersi porta soltanto altra sofferenza, io la ho subita in prima persona e l'ho
pagata cara, per cui proprio grazie a questa sofferenza ho compreso l'importanza di lottare a testa alta e, soprattutto, di metterci la faccia.

Non possiamo pretendere che tutti sappiano tutto, dobbiamo essere noi ad avere l'umiltà di informare e spiegare. Il problema è quando sono i media a sbagliare; i giornalisti dovrebbero essere i primi a verificare le informazioni che vengono loro fornite, e le forze dell'ordine dovrebbero sapere il lavoro che stanno facendo. Non deve passare il messaggio secondo cui noi disabili siamo contro le autorità e a favore dei falsi ciechi. Noi vogliamo collaborare con le forze dell'ordine per smascherare i veri truffatori, ed evitare che vengano messi in ridicolo atteggiamenti e attività svolte invece tranquillamente dai ciechi veri.

Il problema dell'ignoranza impiega tempo per essere debellato, ma chi ben comincia è a metà dell'opera.



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Francesca Martin


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