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logo disabili formato di persone Il fulcro deve essere il coinvolgimento di famiglia, pubblico e privato sociale per soluzioni che prevedano non solo la residenzialità

Forse sono necessari dei drammi perché qualcosa si muova. Quando ci scappa il morto, l'urgenza si è fatta tragedia, e allora è troppo tardi. Ma forse è allora che diventa spinta ineludibile per svegliarsi dal torpore e correggere qualcosa che sia ancora correggibile.
Forse sarà l'ennesima tragedia consumata in famiglia, dove la disperazione si è trasformata in violenza e nei titoli di giornali è stata tradotta con uno degli ormai tristemente tanti "Uccide figlio disabile perché non ce la faceva più", a riportare alla ribalta una questione che le famiglie di persone con disabilità conoscono fin troppo bene.

Servirà quindi la tragedia della famiglia Ruggeri, consumatasi il 9 aprile 2014, quando il signor Sergio uccise la moglie malata di cancro (che in una lettera lo pregava di farlo) e il figlio disabile, a riportare in primo piano la questione del Dopo di noi? E' di questi giorni la condanna, con rito abbreviato, a 10 anni di carcere per l'eutanasia alla moglie e l'omicidio del figlio disabile, al quale è stato condannato Ruggeri, per il quale è stato applicato l'articolo 579 del codice penale.

Senza entrare nei dettagli di questa storia familiare, che prima di tutto è una storia di dolore, e in quanto tale va rispettata senza giudizio, è forse grazie ai titoli sui giornali che si tornerà a parlare di Dopo di noi. Dopo di noi, che significa futuro, per tutte quelle famiglie che si preoccupano dei giorni a venire dei loro cari con grave disabilità. Chi se ne occuperà quando genitori, fratelli o congiunti stretti non potranno più farlo? E' su questo solco che si consumano tragedie di cui la cronaca ci riporta non così di rado, purtroppo. Soluzioni estreme quando il peso si fa insostenibile, e allora la scelta più terribile sembra l'unica.

Tema scottante, complesso e delicato sia sul piano sociale, psicologico ed organizzativo oltre che economico, che interessa un numero affatto trascurabile di italiani: secondo l'Istat almeno 260 mila persone in gravi condizioni vivono assistite dai genitori. Come garantire, quindi, una tutela a queste persone? Tutela che non è solo il risultato di un dopo, ma deve essere il punto d'arrivo di un percorso anche "durante noi", per accompagnare un passaggio così importante nella maniera meno indolore per soggetti che nel loro futuro dovranno fare affidamento su ciò che al momento non ha ancora una definizione stabilita.

E' infatti sul fronte legislativo che si attendono risposte, con le proposte di legge che giacciono in Commissione Affari Sociali, in attesa di discussione.  "Anche questa settimana, purtroppo", fa sapere la deputata Ileana Argentin, che è tra le firmatarie duna proposta di legge sul Dopo di noi,  "è stata rimandato il comitato ristretto al lavoro sul testo definitivo della legge in commissione Affari sociali, a causa della priorità assegnata alla norma sul Terzo settore. Ma l'approvazione di questa legge - sottolinea, "per quanto importante, non può mettere in secondo piano la sofferenza di tante famiglie con figli disabili gravi. Acceleriamo il passo - conclude - "e non pensiamo solo al consenso politico, ma occupiamoci di quotidianità, senza fare guerre tra poveri".

A  proposito di una delle forme di tutela per il Dopo di noi, ovvero il trust per disabili, a questa richiesta di una accelerazione si unisce anche l'Associazione Il trust in Italia, che ricorda come tra gli obiettivi della proposta di legge "Dopo di Noi" ci sia l'istituzione di un Fondo per l'assistenza di persone affette da disabilità grave, prive di sostegno familiare, dove il trust rappresenta una soluzione per il futuro delle persone bisognose di protezione per garantire loro la migliore esistenza possibile.
Inoltre, l'Associazione Il trust in Italia, auspica che anche nella riforma del terzo settore venga altresì contemplata la detrazione fiscale del trust, strumento questo sempre più impiegato per il raggiungimento di scopi sociali come mezzo per garantire assistenza e protezione alle persone bisognose è che versano in condizioni di svantaggio fisico e psichico.

La inderogabilità della questione è quindi chara a tutti. Sono proprio di ieri le dichiarazioni del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che nel corso della conferenza stampa alla Camera sull'autismo, in riferimento alla proposta di legge sul Dopo di noi, ha affermato: "Abbiamo raccolto le indicazioni di Camera e Senato sul 'Dopo di noi' e spero di poter rendere operativo questo provvedimento nel piu' breve tempo possibile".

Le famiglie non possono più aspettare, è un segno di civiltà quello che si chiede.


In disabili.com:

Dopo di noi: si lavora sulla legge, si riflette sulle statistiche

"Me ne occupero' io": il dopo di noi una questione che riguarda tutti

Redazione


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